Il Red Bull Ring è tostissimo per i freni delle MotoGP
Il Red Bull Ring rientra nella categoria dei circuiti altamente impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 5, dicono i tecnici Brembo che assistono il 100% delle MotoGP 2018, si è meritato un indice di difficoltà 5, valore raggiunto anche dalle piste di Barcellona, Motegi e Sepang.
Un mese dopo aver ospitato la Formula 1, la pista austriaca dello Spielberg attende questo fine settimana l’undicesimo appuntamento stagionale della MotoGP, e questo ci permette di fare alcuni paragoni fra le staccate delle due categorie motoristiche.
Situata accanto all’aeroporto militare di Zeltweg, la pista situata nella regione della Styria è stata rinnovata di recente, e le MotoGP vi hanno esordito nel 2016 andando subito velocissime, tanto da girare in qualifica ad oltre 186 km/h di media sul giro: merito delle poche curve, solo dieci, e dei numerosi rettilinei concentrati nelle vicinanze del traguardo.
Non tutte le curve richiedono l’uso dei freni, ma curiosamente non ce n’è nemmeno una in cui le MotoGP frenino e le monoposto di Formula 1 non lo facciano. A complicare le cose ci sono poi le variazioni di pendenza: dal punto più alto al più basso c’è infatti un dislivello di ben 65 metri, e la discesa più ripida ha una pendenza del 9,3%.
Durante un giro, i piloti della MotoGP utilizzano i freni sette volte per un totale di 25" (il record della pista è di 1’24”312). Anche le Formula 1 frenano sette volte ogni giro, ma per un totale di appena 8,3".
Nei 28 giri di gara, una MotoGP usa i freni per circa 700 secondi, cioè poco meno di 12 minuti. Il mese scorso, invece, Max Verstappen ha completato i 71 giri del GP d'Austria usando le pinze freno per soli 10 minuti.
La decelerazione media sul giro della MotoGP è di 1,3 g e costituisce il record del campionato. Sommando tutte le forze esercitate da un pilota sulla leva del freno dalla partenza alla bandiera a scacchi, il valore supera i 1.061 kg: per nessuna frenata il carico è inferiore ai 4,7 kg.
La staccata più dura in assoluto è quella alla curva Castrol Edge (la curva 1), perché si trova nel punto più veloce del tracciato, anche se leggermente in salita: le MotoGP ci arrivano a 312 km/h e frenano per 4,1” per scendere a 99 km/h. I piloti subiscono una decelerazione di 1,5 g ed esercitano un carico sulla leva di 6,4 kg.
In questo punto le monoposto di Formula 1 arrivano ad una velocità di poco superiore (317 km/h), ma hanno il vantaggio di poter entrare in curva a 144 km/h, e soprattutto possono spingere al massimo sui freni senza rischio di ribaltarsi: per la frenata bastano 1,6” e 46 metri, appena un quarto dello spazio (216 metri) di cui hanno bisogno le MotoGP.
Persino maggiori sono lo spazio e il tempo di frenata delle MotoGP alla curva Rauch (curva 3), complice la discesa: 251 metri e 5,2” sono indispensabili per passare da 294 km/h a 79 km/h. La decelerazione è anche qui di 1,5 g, mentre per i piloti di Formula 1 tocca i 5 g. La pressione del liquido freno delle MotoGP arriva a 9,8 bar mentre alla curva Castrol Edge raggiunge gli 11 bar.
La curva Remus (curva 2) è invece la più lenta del tracciato con i suoi 64 km/h di velocità di ingresso. I piloti si attaccano ai freni per 5”, esercitando un carico di 5,8 kg sulla leva. La differenza rispetto alle quattro ruote è meno pronunciata perché i freni delle F1 sono usati per 2,1”, e la velocità a fine frenata è di 79 km/h.
g.m.
Complimenti per l'articolo.