Jorge Lorenzo: “Sono qui per correre. La mia opinione su Marquez non cambia”
Buriram – Si muove aiutandosi con una stampella, ma riesce anche a stare in piedi senza alcun supporto: Jorge Lorenzo è pronto, quanto meno a provarci.
Jorge, come stai?
«Ogni giorno sempre un po’ meglio, grazie».
Riuscirai a correre?
«Mi piacerebbe, sono qui per questo. Ho fatto tutto il possibile per recuperare al meglio, sia per la frattura sia per l’infiammazione della lesione. Sto benino, ma finché non sali sulla moto non puoi sapere quanto ti fa male, se riesci a spingere sulla pedana. Ho provato uno stivale un po’ più grande e più flessibile: vediamo domano cosa accadrà».
Cosa ti ha detto Marquez?
«Mi ha chiamato lunedì dopo il GP, mi ha sorpreso. Voleva sapere come stavo, ma non voglio fornire altri dettagli».
E’ cambiata la tua opinione sull’incidente?
«No, il mio punto di vista non è cambiato, ma tra me e lui non c’è nessuna guerra: un conto è cosa penso di quello che ha fatto ad Aragon, un altro è la mia opinione di lui fuori dalla pista. Sono sempre convinto che quanto accaduto là si potesse evitare e se non ho finito la gara ad Aragon e qui non sono al 100% è per Marquez.
Lui lo sa e chi fa il pilota sa che non si può fare quella curva frenando come ha fatto lui e con quell’angolo: non a caso è finito fuori pista. Per quanto mi riguarda, io ho frenato troppo, ma è normale: per non cadere avrei dovuto raddrizzare la moto e finire fuori pista anch’io. Speriamo che in futuro non succedano più cose così, che i piloti non si facciano più male per queste cose».
Parliamo della pista: nei test invernali avevi faticato tantissimo.
«Ero arrivato qui dopo aver fatto il record a Sepang: l’aspettativa era alta, invece ebbi un sacco di problemi: l’ultimo giorno fu addirittura disastroso. Ma adesso la situazione è molto diversa da allora: sono convinto che se non fossi lesionato, potrei andare subito forte. E’ un circuito con poche curve, dove bisogna frenare forte: teoricamente è semplice, ma bisognerà vedere le mie condizioni. Io, a differenza di altri piloti, appoggio il piede sulla pedana non con la pianta, ma con le dita».
Lorenzo aveva 2 alternative: frenare e far sfilare il bimbominkia con il pericolo che lo centrasse qualcuno da dietro, o rialzare e finire nella via di fuga perdendo ovviamente posizioni. Ha scelto la terza, provare l'incrocio senza rallentare a sufficienza.
Fosse stato un errore, il classico lungo, ci sarebbe poco da dire, ma vedendo come ha sempre corso sarebbe da stupidi pensarlo.