l'editoriale di nico

Nico Cereghini. "Perché Lucchinelli no?"

- Franco Uncini inserito tra le Leggende del motociclismo con una bella cerimonia a Misano. Contentissimi, ma balza all’occhio una disparità: anche Marco ha vinto un titolo della 500, e un anno prima
Nico Cereghini. Perché Lucchinelli no?

Ciao a tutti! E così anche Franco Uncini, campione del mondo della 500 nel 1982, è stato inserito tra le Leggende del motociclismo, nella Hall of fame insieme a miti come Ago, Hailwood, Nieto, Sheene, Roberts, Spencer e Saarinen. E figurarsi se non ne sono contento, io che lo conosco e lo apprezzo da sempre, dal 1974, e ho condiviso con lui tante giornate sulle piste prima come rivale sulle moto derivate di serie e quindi da giornalista. E poi sono molto affezionato a Mario Ciamberlini, il suo storico meccanico che dalla preparazione della Laverda SFC e della Ducati SS seppe passare a quella della Suzuki RG 500 da GP con la stessa vincente e straordinaria abilità. Mario era a Misano con la figlia per la cerimonia, ora ha ottantadue anni ed è lucido e brillante come allora. Che bei personaggi! Ma la domanda, come si dice, sorge spontanea: perché, allora, non Lucchinelli?


Uncini è stato un pilota veloce, intelligente, misurato. Prima del titolo, fu il privato più veloce del mondo per due stagioni consecutive, 1979 e 1980, quinto e quarto assoluto con Roberts campione. Dopo il terribile incidente del 25 giugno 1983 ad Assen, quando fu travolto da Gardner e rischiò la vita, appeso il casco al chiodo nel 1985 è diventato un dirigente del mondiale molto stimato, il responsabile FIM della sicurezza delle piste. Ed è un lavoro che sa fare molto bene. Ma Franco è speculare con Marco Lucchinelli: un bel titolo della 500 con cinque vittorie. Lo spezzino, per essere fiscali, un anno prima di lui.
 


La logica delle nomination non è chiara, ci sono i miti della 500 ma anche i dominatori assoluti delle altre classi come Nieto, Ubbiali e Mang. Giusto. Poi ci sono Saarinen, Kato e Simoncelli che hanno lasciato una traccia profonda, e questo ci piace molto, ma anche Hayden e Criville; due bei piloti, intendiamoci, ma che certamente non hanno svettato. Di questo passo, prima o poi metteranno anche JL Tournadre ed Emilio Alzamora che hanno vinto il mondiale per miracolo. E se il francese, il postino più veloce di Francia, almeno ha vinto una gara nella stagione del titolo 1982 in 250, lo spagnolo, campione 1999 della 125, manco quella. Già Wayne Gardner è diventato Leggenda un po’ troppo presto e anche lui con un solo titolo (500 Honda 1987), però l'australiano è stato un grande protagonista della top class per tante stagioni, dall'86 al '92, portando a casa ben diciotto vittorie.


Insomma, tornando alla questione di apertura: non sarebbe stato opportuno nominare Leggenda anche Marco, contemporaneamente a Franco? Mi sarebbe piaciuta una sola cerimonia per i due nostri campioni, che sono perfettamente alla pari. E come Uncini avrebbe pianto a dirotto anche Lucchinelli, che fa il duro ma le cose le sente. E naturalmente ci tiene.

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Commenti

  • dak02
    dak02, Bergamo (BG)

    Luchinelli è già leggenda.
  • happy13
    happy13, Terni (TR)

    Quoto @black58, anche se sono di parte.
    Liberati è tra i pionieri delle corse motociclistiche, il "Cavaliere d'Acciaio" contrapposto al "Duca di Ferro" (G. Duke). Considerando il periodo storico e le difficoltà coseguenti (al primo mondiale ha partecipato grazie ad una colletta popolare), nel '57 è comunque riuscito a conquistare il titolo iridato classe 500, con quattro vittorie su sei, e, sempre nel '57, si è classificato terzo nella 350. Innamorato follemente della Gilera, proprio nello stesso anno, non accettò di andare in MV (nonostante l'offerta in bianco fattagli dal Conte) rimanendo senza moto in virtù del ritiro dei restanti marchi italiani dal motomondiale. Dopo qualche anno la Gilera decise di tornare, e con "lei" Liberati. Purtroppo durante un allenamento su strada (statale) bagnata, come era uso fare all'epoca, una scivolata gli fù fatale. Per chi è della zona un mito che viene tramandato da generazione in generazione, tra l'altro il monumento funerario, dedicato al "Ternano Volante", presente al cimitero di Terni è veramente meraviglioso nella sua semplicità.
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