Il Sic sarebbe contento
Giovedì otto settembre, alla vigilia del GP, Paolo Simoncelli ha posto la prima pietra del nuovo centro disabili Santa Marta, da quattro anni il progetto più ambizioso della Fondazione dedicata a Marco. Lo intervistammo allora, Paolo: la curia aveva concesso il terreno per cento anni, proprio sulla collina alle spalle di casa Simoncelli; si trattava di demolire un grande caseggiato ormai inutilizzato, accanto alla chiesa parrocchiale di Sant'Andrea in Besanigo, frazione di Coriano, e poi edificare la nuova struttura. Un progetto moderno dedicato ai ragazzi con gravi disabilità, quindici di loro ospitati stabilmente e molti altri invece accompagnati giornalmente dalla cooperativa L'Aquilone che da anni li segue appoggiandosi a diverse strutture. Il centro renderà meno problematica la giornata dei ragazzi e delle loro famiglie, migliorerà il livello dell'assistenza e sarà attrezzato anche con palestre, due piscine e parco di un ettaro. Una cosa grande è bellissima nel nome del Sic, che passava regolarmente del tempo con questi sfortunati ragazzi della zona.
Pensavamo di trovare un terreno incolto, giovedì alle 18 e 30, e qualche amico. Invece tantissima gente, tante bandiere con il 58 e soprattutto, quello che più conta, i lavori già molto avanzati. Il sole è basso sulle colline dietro a Riccione: per guardare verso il piccolo palco montato tra i ferri del cemento armato, sotto una gru immensa, abbiamo la luce negli occhi e dobbiamo mettere gli occhiali scuri. Meglio, così non si vede che quasi tutti hanno le lacrime agli occhi. Paolo, molto emozionato, racconta che i lavori saranno completati probabilmente già per il Natale 2017, che il budget totale supera i due milioni di euro, che alla Fondazione non è mai mancato il supporto di tanta gente comune e dei grandi gruppi, come la Gazzetta dello Sport, della Dorna, di altri. In particolare, il 5 per 1000 ha portato nelle casse della Fondazione Simoncelli quasi settecentomila euro in tre anni. È la fonte economica più importante. Ma Paolo ha voluto pubblicamente ringraziare anche la instancabile Kate, che con il suo lavoro quotidiano resta la risorsa principale della Fondazione.
«Vogliamo che la gente sappia dove finiscono i suoi soldi». Ha detto e ripetuto Paolo. Se la mamma Rossella e la sorella, Martina, restano in disparte nel vivere il loro dolore dopo quel tragico 23 ottobre 2011, Paolo Simoncelli non perde la voglia di agire e parlare apertamente: coraggioso, pragmatico, qualche volta anche rude. Ringrazia il sindaco di Coriano, la giovane Domenica Spinelli che ha sposato il progetto dal primo momento, Paolo, ma non manca di criticare la lunga burocrazia o la esosità di certi fornitori poi abbandonati. «Io non mollo - afferma - magari sono insopportabile ma non mollo, come faceva Marco». Da precisare che con la prima pietra è stata cementata in un muro portante anche una pergamena. «Nella fatica e nella speranza dei ragazzi che verranno ospitati qui - c'è scritto - ci sarai sempre tu, Marco».
Non ha voluto mancare Carmelo Ezpeleta, alla posa della prima pietra, e dalla Dorna è arrivata la conferma: il numero 58 viene ritirato ufficialmente dal mondiale e nessuno potrà più metterlo sulla sua carenatura. In nessuna categoria: il 58 sarà solo e sempre del Sic. Il sole tramonta, viene scuro, senza fretta e senza rumore se ne vanno via tutti. Quanto è alta quella gru di fianco alla chiesa. In cima, vicino alla bandiera del 58 rosso, si accende una piccola luce dello stesso colore.
Almeno la prematura morte di questo povero ragazzo, non sarà stata vana.
Una calorosa stretta di mano a suo papà e mamma per quanto stanno facendo.
Di queste famiglie di queste persone posso garantire ve ne sono tante(purtroppo) per cui un grazie di cuore a chi e per nome del Sic si promuove a fare tali strutture o più semplicemente dedica proprie risorse a vario titolo per portare un po di sollievo.