La versione di Zam. Dovizioso dovrebbe scegliere Honda o Ducati?
Andrea Dovizioso pare avere due possibilità: continuare con la Ducati o tornare alla Honda. Non è però questo l’argomento che voglio trattare. Ammettiamo che sia così, che il Dovi abbia veramente la possibilità di optare per l’una o per l’altra soluzione: quale sarebbe meglio per il suo futuro? In altre parole, sarebbe più facile battere Marquez con un’altra moto o con lo stesso, identico materiale?
Chi non fa il pilota non ha dubbi: per battere uno come Marquez devi avere qualcosa di differente, possibilmente di migliore. E’ la scelta che fece, per esempio, Livio Suppo quando era in Ducati. Allora, il suo ragionamento fu questo: per sconfiggere Valentino Rossi, in quel periodo quasi imbattibile, bisogna fare scelte differenti. Suppo pensò alle gomme Bridgestone, riuscendo a convincere i vertici di Borgo Panigale. Poi, arrivò Casey Stoner e il pacchetto Stoner/Bridgestone/Ducati si rivelò invincibile nel 2007. Facendo lo stesso ragionamento, quindi, il Dovi dovrebbe continuare con Ducati.
Un pilota, però, non ragiona così: difficilmente si sente inferiore a un rivale e quindi è convinto di poterlo battere con la stessa moto.
Altro argomento: quale delle due scelte è più attraente?
Da una parte, vincere con la Ducati ha un sapore unico, l’accoppiata pilota italiano e moto italiana ha un fascino inarrivabile per qualsiasi altra soluzione.
Dall’altra, però, provare a battere Marquez con la sua stessa moto sarebbe un’impresa paragonabile a quella fatta da Rossi nel 2003, quando decise di abbandonare la Honda per provare a vincere con la Yamaha.
Per me, però, vedere vincere Andrea con la Ducati è qualcosa di magico, superiore a riuscirci, eventualmente con la Honda. Voi cosa ne pensate?
Vorrei un attimo riprendere alcune considerazioni espresse da Zamagni, riguardanti alla storia di Ducati in Moto GP.
Ducati non credo che scelse Bridgestone perché pensava che un giorno fossero meglio di Michelin.
Semplicemente all'epoca la "gomma da corsa" era Michelin, tutte le squadre più blasonate che aspiravano alla vittoria erano supportare da Michelin.
La Ducati quando decise di mettersi in gioco era una casa senza le risorse necessarie per poterlo fare e dovette cercare prima i denari necessari. Degli sponsor insomma.
Uno di questi fu la Bridgestone che aveva deciso di dare la scalata alla supremazia della Michelin (allora non c'era il monogama) se ricordate la gomme giapponesi equipaggiavano all'epoca solo squadre di secondo piano perché erano considerate meno perforanti ovviamente.
I primi anni furono difficili per i giapponesi, divennero poi competitivi su alcune piste per poi diventarlo in senso assoluto.
Lo divennero talmente tanto che alla spicciolata, tutte le case importanti a cominciare dalla Yamaha di Valentino Rossi, passarono da Michelin a Bridgestone fino a costringere la casa francese ad alzare bandiera bianca.
Usare Bridgestone per Ducati non fu quindi una strategia ma una scelta obbligata per potere essere della partita.
Stoner non fu una scelta strategica di Ducati.
Ducati aveva già in casa un pilota vincete che era Capirossi e ne cercava un altro che lo fosse almeno altrettanto.
La scelta strategica fu Marco Meandri che con un team "privato" all'epoca riusciva quasi sempre a mettere dietro gli ufficiali e alla fine della stagione fu secondo nella classifica mondiale ( lo Zarco dell'epoca insomma ).
Il fatto è che Melandri era legato per un anno ancora ad un altra squadra e non era disponibile da subito.
Urgeva quindi un "tappabuchi" per un solo anno e presero per il classico pezzo di pane un pilota che pur avendo fatto vedere di essere veloce nessuno aveva voluto prendersi.
Casey Stoner non fu una scelta strategica Ducati ma semplicemente una fortunata casualità.
Bridgesone e Stoner: praticamente 2 Jolly che hanno contribuito in modo sostanziale a portare la piccola casa di Borgo Panigale sul tetto del mondo.
Non solo fortuna ovviamente: furono più bravi di tutti a costruire un motore ( 800 cc) estremamente competitivo e ottimamente gestito elettronicamente dalla Marelli.
Dopo di che un lento declino causa scelte che si rivelarono fallimentari oltre alla lenta e inesorabile "canibalizzazione" da parte delle grandi case: tanto per non fare nomi vedi passaggio di Suppo e Stoner alla Honda per esempio.
La piccola casa Italiana ha poi ritrovato vigore grazie alle risorse tecniche e finanziarie della nuova proprietà, i soldi comunque possono risolvere e sistemare tante situazioni ma non bastano perché quelli li hanno anche altri. Per essere costantemente ai vertici serve tecnologia acquisita, ed esperienza oltre che i piloti migliori.
Ora Ducati è tornata ai vertici mondiali ma non credo che tecnicamente possano contare sulla migliore moto del mondo e nemmeno sul migliore pilota del mondo.
Anno scorso sono arrivati secondi nel mondiale penso che possano ripetersi, per vincerlo il mondiale dovrebbero pescare un altro jolly, tutto è possibile.
Dovendo dare un giudizio su cosa dovrebbe fare Dovizioso nell'immediato futuro: come ho già detto in altre
occasioni, sempre ammesso che abbia sul tavolo un offerta della Honda, non ci penserei un secondo ad accettare, anche se fosse per qualche soldo in meno.
Non so come possa ragionare un pilota al culmine della propria carriera come si può definire oggi Dovizioso.
A me verrebbe da pensare che il massimo desiderio di un pilota dovrebbe essere pilotare la moto più competitiva.
Oggi la Honda è di gran lunga la moto più competitiva ma non solo, la storia racconta che loro lo sono sempre stati, hanno avuto intervalli in cui non hanno vinto il titolo mondiale ma pure in quelle circostanze erano competitivi, lo erano talmente tanto che pensavano di potere vincere con qualsiasi pilota, l' arroganza li ha spesso resi vittime di loro stessi ma i tempi cambiammo e sopratutto insegnano, difficilmente ripeteranno gli errori fatti in passato.
Dipende quindi come ragiona la persona Dovizioso: se vuole mettersi alla prova come pilota deve andare alla Honda se vuole fare cassa può giocare al rialzo e accettare l'offerta economicamente più conveniente.
Valentino Masini