Le pagelle del GP di Indianapolis
MARC MARQUEZ VOTO 10
Macina avversari e primati, sposta il limite sempre più in alto, supera quando e come vuole, ha un controllo della moto mai visto prima. Una superiorità perfino difficile da giustificare: così non dominavano nemmeno Valentino Rossi e Casey Stoner nei loro momenti migliori. Al venerdì mattina sembra sempre un po’ in difficoltà, ma già dal secondo turno non ce n’è più per nessuno. Un rivale fa un tempo migliore del suo? Marc entra in pista e – pam –toglie subito tre, quattro decimi. Fa un dritto, come è successo in qualifica? Al giro successivo fa il primato della pista! Subisce un sorpasso in gara? Al massimo due curve dopo e nuovamente davanti. Perfino imbarazzante.
JORGE LORENZO 9
Gran gara, a mio modo di vedere la migliore della stagione per consistenza dall’inizio alla fine. La vittoria, per la verità, non è mai stata alla sua portata, ma quello visto a Indy è un Lorenzo molto vicino a quello del 2013: confortante, specie considerando che è il secondo podio consecutivo, evento assolutamente normale nella passata stagione, ma non in questa: Infatti, è la prima volta che succede. Ritrovato.
VALENTINO ROSSI 9
E’ vero, si è beccato quasi cinque secondi dal compagno di squadra, ma assieme a Dovizioso ha contribuito a rendere spettacolare la prima parte della gara. A Indianapolis Valentino non era mai andato forte nemmeno nei tempi d’oro e, soprattutto, l’unico che prova in qualche modo a rendere difficile la vita a Marquez è sempre il “vecchietto”: il nove in pagella è più che “giustificato”. E meritato.
DANI PEDROSA 5
A Indy era sempre andato fortissimo, con due vittorie e due secondi posti negli ultimi quattro anni, ma questa volta Dani ha fatto una fatica inaspettata, tanto in prova quanto in gara. Una prestazione incolore, forse la peggiore della stagione. Avvilente.
POL ESPARGARO 6,5
Non ha fatto male, ma non si è mai nemmeno messo in mostra: una gara senza infamia e senza lode. Comunque positiva.
BRADLEY SMITH 6
Alla fine è riuscito a limitare i danni, superando Dovizioso al penultimo giro e finendo ad appena due secondi dal compagno di squadra. In prova ha preso un’altra “bastonata” violenta: purtroppo cade molto e non è troppo veloce.
ANDREA DOVIZIOSO 8
All’inizio ha entusiasmato, tenendo il passo dei migliori per almeno una decina di giri, replicando anche ai sorpassi subiti, con grande grinta e determinazione. Poi, inevitabilmente, ha dovuto rallentare, ma con la sua moto nessuno avrebbe fatto meglio. Fino a prova contraria.
CAL CRUTCHLOW 5
Non deve essere facile mantenere la concentrazione da “separato in casa”: tra l’altro, Crutchlow è stato l’unico tra i tre ufficiali a non ricevere il nuovo motore. Scelta comprensibile, ma che non aiuta certo il lavoro di Cal, che è sì finito alle spalle del compagno di squadra, ma a ben 19 secondi. Troppi.
COLIN EDWARDS 5
Finisce la sua carriera in MotoGP con una gara incolore. Grandissimo protagonista in SBK, in questa categoria non ha purtroppo lasciato traccia se non per le stravaganze o gli atteggiamenti “militareschi”, come la discutibile tuta indossata a Indianapolis.
LEON CAMIER 7
E’ stato costretto al ritiro per un problema elettrico, ma il debuttante proveniente dalla SBK, che ha sostituito l’infortunato Hayden, ha fatto una figura più che dignitosa nonostante non conoscesse la pista, la moto, i freni in carbonio e le gomme Bridgestone.
ANDREA IANNONE 7
Tra una rottura e l’altra ha fatto il suo sia in prova sia – e soprattutto – in gara. Dovizioso di lui diche che «va forte e guida bene»: ha ragione.
ALEIX ESPARGARO 5
La sua gara è finita per un contatto con Stefan Bradl: non ci sono immagini per dire di chi era la colpa, ma dopo prove positive, Aleix non stava comunque facendo bene.
STEFAN BRADL 5
Al di là del contatto con Espargaro, è stato sempre indietro, tranne nel terzo turno, chiuso al primo posto. Purtroppo, però, quella è l’eccezione, la regola sono risultati ben al di sotto delle aspettative.
ALVARO BAUTISTA 4
Non si sa se la caduta sia colpa sua, ma il 14esimo posto in qualifica la dice lunga sulle difficoltà dello spagnolo.
HONDA RC213V VOTO 9
Sicuramente è la moto migliore, ma se non ci fosse Marquez per la settima volta in questa stagione avrebbe vinto una Yamaha… Comunque la competitività (e la superiorità) della RC213V è indiscutibile.
YAMAHA M1 8,5
Le modifiche alla pista, ora più scorrevole e senza ripartenze da fermo, l’hanno sicuramente avvantaggiata e avvicinata alla Honda. Lorenzo dice che mancano un paio di decimi rispetto alla RC213V: è verosimile.
DUCATI GP14 5
E’ vero, in prova ha conquistato il secondo posto, ma grazie soprattutto alla gomma extra morbida posteriore e al “traino” di Marquez: il vero potenziale della Desmosedici è purtroppo quello della gara.
@alessandro
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