Lin Jarvis: il nostro problema è l'elettronica unica
Con l'arrivo dell'elettronica unica Marelli - sia nell'hardware che soprattutto nel software - Yamaha ha sbagliato alcune scelte strategiche e ha perso competitività. Questa è la (lucida) analisi di Lin Jarvis, Team Principal della squadra ufficiale Yamaha, che in un'intervista alla tedesca SpeedWeek ha identificato in una strategia errata da parte della squadra corse il motivo dell'attuale ritardo.
"Nel 2016 la moto era ancora competitiva - prima dell'introduzione del software unificato non avevamo ancora perso terreno." spiega Jarvis. "Poi però ci siamo persi. I nostri avversari hanno imboccato subito la direzione giusta e hanno lavorato meglio"
Ad inizio 2017, infatti, la competitività della M1 non era in discussione: il neoacquisto Viñales ha esordito vincendo in Qatar (con Rossi terzo) portando a casa tre vittorie nelle prime cinque gare. Poi però è iniziato un inesorabile calo di prestazioni, sia dei piloti che della moto. Gli avversari hanno fatto passi avanti, Yamaha si è persa. E dopo qualche GP di smarrimento, quasi tutti hanno puntato il dito sull'elettronica.
"Abbiamo sottovalutato l'importanza di comprendere a fondo il nuovo software e di adattarvi il nostro metodo di lavoro" continua Jarvis. "La nostra soluzione precedente era al top - credo che all'epoca fossimo addirittura superiori ai nostri avversari sotto questo aspetto. Abbiamo perso questo vantaggio, e invece di cambiare mentalità e affrontare la nuova elettronica come richiedeva, abbiamo cercato di farlo con la logica e il metodo precedente. E abbiamo sbagliato."
Gli avversari hanno infatti avviato una campagna acquisti che li ha visti mettersi in casa diversi tecnici provenienti dalla Marelli stessa. Una strategia che li ha portati ad avere un vantaggio competitivo notevole in termini di rapidità di adattamento.
"La strategia degli avversari è stata più rapida nella reazione" conclude Jarvis. "In Honda hanno preso Filippo Tosi, uno degli autori del software unico, ma anche altri tecnici italiani coinvolti. Il loro approccio è stato più aperto, noi invece siamo andati nella direzione sbagliata e abbiamo perso tempo e competitività. Ma con il cambio di direzione dello scorso settembre stiamo tornando a lavorare nel modo giusto."
Un momento quindi di grande rinnovamento per Yamaha Racing, che dopo l'appena citato cambio al vertice (con Kouichi Tsuji che ha lasciato la guida del reparto corse a Hiroshi Ito) vede anche David Munoz sostituire Silvano Galbusera nel ruolo di capotecnico per il team di Rossi. A completare lo scenario - soprattutto in ottica elettronica - va segnalato anche l'arrivo di Marco Frigerio, elettronico in forza al Team satellite Ducati Pramac, che dal 2020 passa in Yamaha.
Sembra che quest'anno anche Aprilia e forse Suzuki e Yamaha proveranno ad adottarlo quindi sembra che sia un particolare che può fare la differenza.