Marc Marquez. Da zero a dieci
SEMPRE AL TRAGUARDO
15 volte al traguardo su 15 gare disputate: anche questo è uno dei tanti primati di Marc Marquez, che in soli due GP non ha fatto punti: in Argentina (quinto al traguardo ma poi penalizzato e retrocesso al 18esimo posto) e al Mugello (16esimo).
ZERO, COME I GP NON CONCLUSI
18 IN TOTALE, MA QUASI TUTTE IN PROVA
In Giappone, Marquez è scivolato nelle FP4: è stata la caduta numero 18 dall’inizio dell’anno. Delle 18 scivolate, 17 sono avvenute tra libere, qualifiche e warm up, con Marc caduto in gara solo una volta, al quinto giro al Mugello mentre era secondo. Un errore che non gli ha permesso di conquistare punti, ma che non gli ha impedito di tagliare il traguardo.
UNO, COME LE CADUTE IN GARA
GIA’ MEGLIO DEL 2017
Nella passata stagione, dei quattro GP disputati in Spagna, Marquez ne aveva vinto uno solo – ad Aragon – mentre quest’anno è già salito due volte sul podio in terra iberica: a Jerez e ad Aragon. Se Marquez dovesse trionfare a Valencia, eguaglierebbe il numero di vittorie del 2014 ottenute in Spagna in MotoGP.
DUE, COME LE VITTORIE IN SPAGNA
MENO EFFICACE NEL GIRO SECCO
Fino adesso, Marquez ha conquistato cinque pole (contando anche quella di Austin, poi tolta per una penalizzazione): non tantissime rispetto alla sua media. «La Honda 2018 è meno efficace sul singolo giro» ripete dall’inizio dell’anno. Marc ha vinto tre volte – Olanda, Germania e Thailandia – scattando dalla pole.
TRE, COME LE VITTORIE PARTENDO DALLA POLE
SEMPRE NELLE PRIME POSIZIONI
Un altro dato piuttosto significativo: in soli 4 GP – Argentina, Italia, Repubblica Ceca e San Marino – Marquez non ha effettuato almeno un giro al comando. Curiosamente, è accaduto nel 50% dei casi in Italia.
QUATTRO, COME I GP SENZA MAI ESSERE STATO AL COMANDO
COME MICK DOOHAN
Su Moto.it trovate la statistica nel dettaglio: Marc Marquez è il secondo pilota ad aver conquistato cinque titoli con la Honda in 500/MotoGP. La differenza – enorme – è nell’età: Marquez ci è riuscito a 25 anni, Doohan a 33…
CINQUE, COME I TITOLI CONQUISTATI CON LA HONDA
PROPRIO COME L’ANNO SCORSO
In sei gare, Marquez ha ottenuto lo stesso risultato del 2017: secondo in Qatar; primo in Texas; secondo in Catalunya; primo in Germania; secondo in Austria; primo ad Aragon.
SEI, COME I GP FINITI COME NEL 2017
SETTIMO LIVELLO
Settimo titolo mondiale in otto anni, quinto in MotoGP in sei: i numeri sono impressionanti. Con sette titoli, Marquez raggiunge al sesto posto John Surtees e Phil Read nella classifica dei mondiali vinti. Davanti a lui solo Giacomo Agostini (15), Angel Nieto (13), Carlo Ubbiali, Mike Hailwood e Valentino Rossi (9).
SETTE, COME I TITOLI MONDIALI
SOLO NEL 2014 AVEVA VINTO DI PIU’
In Giappone, Marquez è salito sul gradino più alto del podio per l’ottava volta: potenzialmente, può arrivare a 11 successi. Nel 2013 aveva ottenuto sei vittorie complessive; nel 2014 13 (10 consecutive); nel 2015 5; nel 2016 5; nel 2017 6.
OTTO, COME LE VITTORIE STAGIONALI
UNA SQUADRA PERFETTA
Marquez fa una differenza abissale, ma ci riesce anche grazie al lavoro di una squadra fantastica, in perfetta sintonia con il suo pilota. L’esempio migliore è quanto accaduto a Misano, quando Marquez scivolò in qualifica, tornò ai box per tornare in sella a poco più di due minuti dalla scivolata con la seconda moto. Marc e Santi Hernandez, il capo tecnico, si capiscono al volo, senza bisogno di parlarsi. Veramente bravi.
VOTO NOVE, ALLA SQUADRA (IL 10 ERA GIA’ OCCUPATO)
UN FENOMENO ASSOLUTO
Controllo della moto, capacità di adattarsi alle diverse situazioni, sfruttamento della pista, spostamento del limite sempre più in alto, studio degli avversari e delle loro mosse: in questo momento sembra imbattibile, destinato a battere primati su primati.
VOTO DIECI, A MARC MARQUEZ
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gavo73, Bentivoglio (BO)Sono d'accordo, Marco. Hai espresso meglio di me ciò che volevo dire, con l'unica differenza che Marquez non ha mai cambiato sella. Nel caso lo facesse con una moto in crisi, o con un'altra marca emergente, portandola alla vittoria, sottolinearebbe ancor più il suo ineccepibile talento. Mi viene da pensare che alcuni mondiali con Honda siano un po' come quelli di Vettel con la Red bull. Cioè il mezzo (hondorna) che aiuta il talento, rendendolo invincibile e, purtroppo, incomparabile a chi si rimesso in gioco cercando di legittimare il talento con altri mezzi. Chissà se mi sono spiegato?!?
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Katana05, Reggio nell'Emilia (RE)La squadra conta e Marquez ha la fortuna di avere alle spalle una delle più solide e capaci. Ma soprattutto ben dirette. Non credo sia un caso che Suppo fosse in Ducati quando Stoner vinse l'unico mondiale della rossa ne che il periodo d'oro dell'Honda sia coinciso con l'arrivo di Livio. E anche se oggi non c'è più sono convinto che si continui a raccogliere i frutti che lui ha seminato.