MotoGP 2015. Rossi: "Marquez mi elogia o mi prende in giro?"
SACHS – Si parla ancora di Assen. Inevitabile, anche secondo i diretti interessati. «Quando c’è una battaglia fino all’ultima curva, quando c’è un contatto, quando i protagonisti sono due piloti così è normale che ci sia tanto interesse» dice Valentino Rossi, per nulla stupito che a due settimane di distanza si continui a tornare sull’episodio che ha deciso il GP d’Olanda. Più generico, Marc Marquez: «Quest’anno, per qualche strana ragione, il mio nome è sempre al centro dell’attenzione» se la cava con una battuta il campione spagnolo, decisamente più sereno rispetto all’infuocato dopo gara olandese. Il rapporto tra i due campioni, però, rimane piuttosto freddo, anche se apparentemente cordiale: nessuno fa polemica, ma da parte di Marquez sembra evidente che ci sia ancora del rancore. «Il mio dubbio era che non fosse lecito tagliare la chicane: Valentino ci ha insegnato che si può fare, ancora una volta è stato intelligente» si adombra Marc per rispondere alla domanda se avesse cambiato opinione dopo aver rivisto le immagini del contatto di Assen. «Quando Marc dice che c’è sempre da imparare da me, non so se prenderlo come una presa in giro o come un complimento» ironizza Valentino, perfettamente conscio che l’amicizia – se mai c’è stata – ormai è finita. Il pilota della Yamaha si aspetta che il rivale della Honda sarà nuovamente competitivo anche in Germania. «Sono d’accordo con lui quando dice che anche se è a 69 punti da me non è ancora fuori dal campionato: il vantaggio è che rispetto al 2014 la Yamaha è più competitiva», come confermano, meglio di ogni altra parola, le sette vittorie su otto gare disputate. Una crescita già iniziata nella seconda metà della passata stagione.
«Nelle ultime nove gare del 2014, sono caduto una volta ad Aragon, ho vinto due GP e sono sempre salito sul podio e i primi otto GP di quest’anno sono iniziati nello stesso modo. Adesso è importante finire bene la prima metà della stagione: l’obiettivo è lasciare la Germania ancora in testa al campionato». Per riuscirci, il fenomeno italiano sa di dover iniziare al meglio fin dalla FP1 di venerdì. «Credo sia importantissimo come ti trovi con la pista e, soprattutto, con la messa a punto e come riesci a guidare: se hai sensazioni positive, dai anche il 10-15% in più, altrimenti puoi rendere il 10% in meno. E’ questo a fare la differenza: Lorenzo sa guidare ad Assen come a Barcellona, ma se non sei a posto nei dettagli può capitare di prendere 14 secondi come è capitato a Jorge in Olanda» è la spiegazione di Rossi alle differenze di prestazioni, a volte incomprensibili di ciascun pilota tra un GP e l’altro. Un’altra chiave sarà la scelta della gomma anteriore: qui, per la prima volta in questa stagione, la Bridgestone ha portato anche l’asimmetrica, per cercare di limitare i problemi in un tracciato con 10 curve a sinistra e solo tre a destra.
«Credo che questo sarà uno dei punti fondamentali della gara: nel 2014, la Bridgestone aveva portato questa gomma a Phillip Island, ma c’erano stati dei problemi (Rossi non l’aveva usata e aveva poi vinto, NDA), bisogna capire qui come funziona» è la valutazione di Valentino.
DUCATI: ATTESA E SPERANZA
Dopo due GP difficili, i piloti Ducati sperano di tornare competitivi al Sachsenring, dove non ci dovrebbero essere il problema di “poco grip”, ovvero il più grosso limite di Barcellona e Assen. «Qui – spiega Iannone – eravamo andati benino l’anno scorso con la GP14: sono curioso di capire cosa possiamo fare con la GP15. Non bisogna essere ossessionati dall’obiettivo della vittoria, ma stare concentrati per rimanere più vicino agli altri».
Da parte sua Andrea Dovizioso spera di rifarsi «dopo gli ultimi risultati negativi», convinto che «la base della GP15 è buona, bisogna solo lavorare sulla messa a punto, capire le sfumature per avvicinarci ulteriormente. Non si sa bene cosa sia successo ultimamente, ma né gli ingegneri né i piloti sono troppo preoccupati, anche se il distacco è stato piuttosto consistente».
ELETTRONICA CONGELATA: NON CAMBIA NULLA
Da questo GP le Case non possono più sviluppare il proprio software, ma tutti sono d’accordo: non cambia nulla. Come ha spiegato anche molto bene a “Storie di MotoGP" Marco Rigamonti, capo tecnico di Andrea Iannone.
ESCE UN ITALIANO, NE ENTRA UN ALTRO
Per un italiano, Marco Melandri, che forzatamente esce dalla MotoGP («Torno padrone della mia vita» ha twittato l’ormai ex pilota dell’Aprilia»), eccone uno che entra, Claudio Corti, che in questo GP sostituirà l’infortunato Stefan Bradl sulla Yamaha Open del team Forward: in bocca al lupo a entrambi.
reale: Rossi Marquez Lorenzo, poi Rossi retrocesso di una posizione = Marquez Rossi Lorenzo, poi Marquez penalizzato di 30"= Rossi Lorenzo Marquez, definitiva. Se no d'ora in poi si autorizza sempre chi è attaccato in frenata a chiudere su chi entra e poi a tagliare la curva successiva, diranno tutti la stessa cosa: mi è entrato, era lungo (anche se non sarà vero...) io ero in traiettoria, ho dovuto rialzare la moto e tagliare la chicane, cosa dovevo fare, e visto che c'ero ho fatto anche una impennatina per evitare di affondare nella sabbia. C'è il precedente Di Assen, si fa ricorso e si vince. Fine dello sport, le righe che delimitano la pista non nervono più. Nella noiosa F1 queste cose le fanno applicare alla lettera da anni, tutti zitti e via andare. Mi spetto d'ora in poi tanta gente che in staccata, se attaccati, anziche mollare e farsi superare chiuderanno lo stesso per poi andare dritti.