MotoGP 2017. Una Yamaha totalmente nuova
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Mamma mia che differenza! Un anno fa, di questi tempi, la Yamaha si presentava (a Barcellona) dopo un 2015 di grandissimi successi, con il primo e il secondo posto nel mondiale piloti, il titolo costruttori, il titolo dei team. In altre parole: impossibile fare meglio. Eppure alla presentazione della stagione 2016, i toni erano mesti, i volti preoccupati, la tensione tra i due piloti evidente, il clima quasi surreale per una squadra che, per l’appunto, era reduce da un anno trionfale. Colpa, ovviamente, del finale del 2015, delle polemiche per quanto era accaduto tra Rossi e Márquez, con l’aggiunta, tutt’altro secondaria, delle dichiarazioni di Lorenzo nei confronti del compagno di box.
Un anno dopo, la Yamaha torna sul palco di Madrid dopo una stagione sportivamente difficile, battuta da Márquez e dalla Honda nonostante fosse considerata la moto migliore, e quindi la favorita: sembrava impossibile che la M1, che Rossi e Lorenzo potessero perdere il mondiale, invece già a metà 2016 si pensava solo al secondo posto in classifica, poi ottenuto (per il terzo anno consecutivo) da Valentino. Ma il 2017 inizia con altre prospettive, con umori completamente differenti, con obiettivi ambiziosi, ben sintetizzati dal «siamo ottimisti» del Team Principal Maio Meregalli.
Un cambio positivo
Insomma, si può dire che il cambio Lorenzo/Viñales - improponibile a livello di “curriculum”, perché Jorge ha già vinto tutto (con la Yamaha) e Maverick ancora nulla, o quasi, in MotoGP - sia stato più che positivo per la Casa giapponese. Una scelta, per la verità, arrivata dopo la decisione di Lorenzo di passare in Ducati, ma che al momento si sta rivelando più che azzeccata per la Yamaha. «Sapevamo che andava forte, non ci aspettavamo così tanto» ha ripetuto ancora una volta Meregalli, confermando tutte le qualità di Viñales e sottolineando anche come sarà più facile lavorare dentro al box.
Ed è questa la novità più importante della stagione 2017: ci sarà serenità, come non c’è mai stata in passato. Sia chiaro: Rossi e Viñales non saranno amici, Valentino sa perfettamente che Maverick è un avversario durissimo, vicino, molto vicino a Lorenzo, sportivamente parlando: ma la relazione fuori dalla pista sarà senz’altro più facile, a tutto vantaggio della Yamaha.
Una famiglia: Yamaha punta su questo
Come da tradizione, a Iwata non hanno rivoluzionato la M1 del 2016, ma l’hanno “semplicemente” evoluta, cercando di migliorarne i punti deboli emersi nella passata stagione. «I test in Malesia di novembre sono stati molto positivi, adesso dobbiamo confermare i progressi» ha detto sorridendo Valentino Rossi, alla sua 22esima stagione iridata, 18esima in MotoGP, 16esima con la Yamaha.
«Il livello ogni anno si alza, ma Valentino è sempre lì: come fa?» si chiede stupito Viñales, in un pensiero condiviso da tutti quelli che frequentano il paddock. Come fa a essere ancora lì? Merito della sua passione – ineguagliabile -, della sua dedizione, della sua voglia di mettersi continuamente in discussione, del gruppo che ha creato attorno a sé.
«Lavoriamo con Valentino da 17 anni» hanno detto in un video alcuni meccanici a fianco di Rossi fin dal debutto in 500, nel 2000. Ed è su questo clima che punta la Yamaha, che, non a caso, ha accolto Viñales sul palco con un video messaggio registrato di tutti i suoi nuovi meccanici.
Nel 2016, si diceva che uno dei punti di forza della Suzuki fosse quello di far sentire Maverick in un ambiente molto familiare, facendolo stare a proprio agio senza fargli pesare l’inevitabile pressione e tensione di uno sport così difficile e stressante. Ecco, a mio parere la Yamaha sta provando a ricostruire attorno a Viñales quell’ambiente, lo sta coccolando, lo vuole far sentire alla pari di Rossi. Poi, in pista, che vinca il migliore.
E la nuova coppia di piloti sarà all'altezza della situazione? Chi dei 2 riuscirà a prevalere sull'altro?
Rossi dopo 20 anni ad alto livello nel moto mondiale non credo che in pochi mesi possa subire una flessione tale da tagliarlo fuori dalla lotta per la conquista del titolo.
Se non altro perché nelle ultime 3 stagioni ha fatto sempre 2°.
Naturalmente non dovrebbe farsi battere dal proprio compagno di squadra specie sulle piste favorevoli alla loro moto dove potrebbe pure spuntarla su tutti.
Non dovrebbe ripetere gli errori del 2016, finire sempre le gare più avanti possibile.
La moto dovrebbe essere inoltre veloce sul dritto come le altre perché recuperare e sorpassare in curva non è mai facile, per nessuno, non dovrebbe rompersi come invece è successo anno scorso quando hanno cercato le prestazioni.
Dovrebbe sperare che a Marquez non gli vada sempre bene e che lasci pure lui qualche gara per strada.
Alla fine si tireranno le somme e se nonostante tutto non riuscirà a vincere penso che sarà comunque la in vetta.
Vinales è uno forte ma non sappiamo ancora quanto, per avere speranze a lottare per il titolo dovrebbe da subito battere costantemente Rossi, stare davanti a lui vorrebbe dire lottare con Marquez.
Marquez appunto, favorito d'obbligo, se non altro perché in 4 anni di militanza nel moto mondiale ha vinto 3 titoli e ha deciso lui chi doveva vincere il 4°.
La Honda credo che possa avere risolto definitivamente i problemi che aveva avuto all'inizio di anno scorso.
Il pilota che può battere Maquez sembra potere essere lui stesso.
Non credo possa essere Pedrosa con tutto il rispetto.
Lorenzo per vincere il mondiale dovrebbe dimostrare che in pochi mesi si è saputo "rivoluzionare" (tutto è possibile ) dovrebbe dimostrare che sa andare fortissimo sempre, non solo quando le condizioni di gara sono quelle ideali.
Inoltre con la Ducati non avrà più i propri riferimenti sulle piste.
Con la Yamaha arrivava, metteva le regolazioni prememorizzate e al terzo giro faceva tempi per gli altri impossibili.
Con la Ducati dovrà ripartire ogni volta da zero o quasi, Dovizioso ha uno stile di guida molto diverso dal suo con riferimenti che potrebbero non andargli bene.
Sarà un problema in più per lui specie la prima parte della stagione, poi se tutto gira bene verso la fine potrebbe essere lui un problema per tutti ma non credo possa lottare per il titolo.
Dovizioso anche per il ruolo a cui è stato destinato credo che non potrà avere nessuna possibilità come Pedrosa insomma.
Iannone penso che ci farà vedere delle belle gare, penso che la Suzuki si addica più della Ducati al suo stile di guida ma non avrà lo stesso spunto vincente.
Non vincerà delle gare insomma, potrebbe lottare costantemente per il 4° posto.
Spero per lui di sbagliarmi ma al momento la penso così.
Valentino Masini