MotoGP 2018. Ducati: quante occasioni perse
BRNO – Fino adesso, è stata la stagione delle occasioni perse. Per Andrea Dovizioso, prima di tutti, che per colpe altrui – Jerez: centrato da Lorenzo e Pedrosa, con il podio ampiamente alla sua portata – e proprie – Le Mans: caduto quando era al comando; Montmelò: scivolato mentre era terzo – è costretto a rincorrere in classifica a 77 punti di distacco, nonostante un potenziale del pilota e della moto molto elevato. Ma lo è anche per Jorge Lorenzo, arrivato troppo tardi a essere competitivo con la Ducati: ci fosse riuscito prima, nel 2019 sarebbe rimasto a Borgo Panigale. Anche lui, come Andrea, può recriminare su errori commessi e occasioni perse: bisogna rifarsi in questa seconda parte di stagione.
NOVITA’ IN ARRIVO
La Ducati continua a spingere sull’acceleratore per rendere ancora più competitiva una moto che, in più di un GP, è parsa come la più equilibrata, anche se continua a soffrire troppo in alcuni tracciati, come quello del Sachsenring. «Avremo delle novità da provare, forse fin da venerdì, non solo nei test di lunedì» fanno sapere, senza entrare nei dettagli, Dovizioso e Lorenzo. Solo domani scopriremo di cosa si tratta: si parla di una evoluzione di carenatura, la seconda (e ultima) omologabile in questa stagione. Qualunque cosa sia, l’aspetto importante è che a Borgo Panigale continuano a lavorare duro, cercando di mettere i proprio piloti nella migliore condizione possibile.
DOVIZIOSO: “LA VELOCITA’ C’E’”
Adesso i piloti devono provare a sfruttare al meglio quanto a loro disposizione: entrambi sembrano tranquilli, ma molto determinati. Fra i due le punzecchiature sono continue, anche se mai troppo esasperate, la rivalità è forse ai massimi livelli, la voglia di predominare sul compagno di squadra è forse più grande di quella di provare a battere Marquez. Andrea, in particolare, sembra aver subito la pressione imposta dalla nuova competitività di Jorge e deve essere bravo a rintuzzare gli attacchi – sportivi, in questo caso – dello spagnolo. «Mi aspetto di essere molto veloce su questa pista, alla quale bisogna dare del “lei”, perché è tosta, lunga e larga e con questo caldo sarà ancora più complicata da affrontare. Bisogna lavorare sui dettagli, essere pronti per la gara» spiega Dovi. Lorenzo è convinto che qui si possa anche provare a vincere: «Perché no? Ci sono tante accelerazioni, rettilinei lunghi: si può fare bene. Perlomeno teoricamente: si sa che in MotoGP la pratica è molto differente. Ma dopo un paio di GP più complicati delle aspettative, si può tornare a essere veloci».
Nella prima parte della stagione, la Ducati ha conquistato tre vittorie: non male. Ma nella seconda si può fare meglio.
Per un motivo o per un altro è andata così.
Onestamente non posso dire di essere sorpreso più di tanto in quanto gli ingredienti perche si potesse verificare una situazione simile ci sono tutti.
1° La Ducati oggi dispone di una buona moto ma non sicuramente la più perforante in assoluto e su tutte le tipologie di circuiti.
2° Dispone di ottimi piloti ma non del top in assoluto.
3° Di loro si può dire tutto il bene del mondo ma non che sia una squadra che non ha fatto errori anche grossolani a tutti i livelli.
4° La Ducati è una piccola realtà industriale che per correre è costretta a usare risorse non sue e prima di agire deve rendere conto a chi i soldi li mette.
Sembra nulla ma alla fine questa condizione potrebbe portare a spendere moltissimo, più delle altre squadre per ottenere di meno.
5° Un top driver dificilmente si accorda con una squadra come la Ducati perché preferisce una grande realtà industriale che gli offre più garanzie e continuità tecnica ad altissimo livello.
Infatti pur avendo una moto altamente competitiva il prossimo anno devono correre con 2 piloti bravi ma non come quei 2o3 che lo sono ancora di più.
Ora a dire la verità uno di quelli bravi lo hanno in squadra ma qui bisognerebbe fare tutto un discorso già fatto più volte per quanto mi riguarda… troppo lungo ripeterlo ancora, riassumendo: un pilota come Lorenzo bisogna saperlo gestire e sopratutto non si prende se si intuisce che lui accetta principalmente perché super retribuito, con questi presupposti non si può andare da nessuna parte e infatti…. altro discorso sarebbe stato se Lorenzo avesse ciecamente creduto nel progetto Ducati e fosse stato disposto a collaborare con loro aldilà della retribuzione economica.
6° La Ducati come tutte le altre squadre che non si chiamano Honda oggi per vincere dovrebbe essere in grado di mettere in pista una moto nettamente superiore ( non è facile ) perché se è uguale vince Marquez con la Honda….. appunto.
Valentino Masini