MotoGP 2018. Rossi: "Vado costantemente...piano"
BRNO – C’è tensione nel box Yamaha: tra Maverick Viñales e il suo capo tecnico Ramon Forcada stanno volando gli “stracci”, il clima è teso, e la M1 è competitiva, ma non vince da ben 19 gare, cioè dal GP d’Olanda 2017. Per fortuna, però, c’è Valentino Rossi, che a 39 anni continua a essere il punto di riferimento della Yamaha, il polo positivo in tanta negatività. Un giorno felice per la “famiglia” Rossi, con il fratello Luca Marini che conquista la sua prima pole iridata proprio a Brno, dove ci riuscì anche Valentino nel 1996: anche per lui si trattava della prima in carriera…
«Luca è anche in linea con i tempi, può fare una bella carriera: sono molto contento per me, ma soprattutto per la sua pole, anche perché credo che questa gara per lui sia molto importante. Ha fatto un percorso di miglioramento, al Sachsenring ha conquistato il primo podio ed è molto importante riconfermarsi alla gara successiva, così gli altri non pensano che sia stato un caso. Sta guidando molto bene, sta lavorando nel modo giusto, sta meglio con la spalla: dovrebbe essere competitivo per fare il podio. Diciamo che, purtroppo per me, è messo meglio lui di me… Fra i due è lui quello più competitivo, se guardiamo i passi di gara. Noi siamo un po’ in difficoltà sul passo: se la gara fosse oggi, sarebbe dura. Sapevo, però, che potevo essere veloce con le gomme nuove: sono in una buona posizione, perché sono in mezzo a Márquez e a Dovi, che sono quelli con il passo migliore. Sarebbe importante stare con loro nei primi giri, ma nel passo andiamo veramente piano: c’è il rischio di dover fare una gara tutta in difesa, perché dopo qualche giro si scivola un sacco dietro. E’ vero che avevo la dura all’anteriore, che a me non piace, e per questo non ero troppo a posto: ma la dura al posteriore l’ho usata sia al mattino sia al pomeriggio, e non vado. Diciamo che vado costantemente… piano. E non è il massimo. Ma domani è un altro giorno: le previsioni dicono che il tempo cambierà, potrebbe essere più fresco, e in base alla temperatura bisognerà fare la scelta della gomma. Bisogna lavorare, perché come passo gara non siamo a livello della Honda con Márquez e della Ducati con Dovi. Ma la Ducati va molto forte anche con Lorenzo e Petrucci, anche come passo».
Da qui a domani, cosa succederà? Si rivolta la moto, o cosa?
«Ribaltare la moto adesso ha senso solo se sei messo veramente male, ma, con la mia esperienza, anche se la ribalti, non cambia tanto. Bisogna mettere a posto i dettagli, studiare tutti i dati, curva per curva, sistemare bene la potenza e l’elettronica, scegliere il setting di base, decidere se fare due prove differenti nel warm up. E, soprattutto, cercare di capire assieme al team come fare la scelta giusta: è veramente un punto interrogativo».
Soffrirai di più a vedere la gara di Luca o a fare la tua?
«E’ una sofferenza diversa. Vedere le altre gare è diverso, e con Luca ancora di più perché è mio fratello. Si soffre di più a vedere gli altri, che a correre la tua gara: sopra la moto non ci pensi».
C’è un po’ di tensione, invece, dall’altra parte del box.
«Non so niente, mi è stato detto qualcosa. Non so molto, ma è normale che quando si sa che ci si separa alla fine della stagione è un po’ difficile creare un’atmosfera buona. Ma sia Viñales che Forcada, che è in questo ambiente da 30 anni, sono dei professionisti, entrambi daranno il massimo fino alla fine della stagione, poi entrambi andranno per la loro strada».