MotoGP 2018. Rossi-Yamaha peggio di Rossi-Ducati?
ALCANIZ – La situazione è critica, per certi versi peggiore di quando correva in Ducati: a differenza di allora, per Valentino Rossi non c’è la prospettiva di un cambio imminente. Nel 2012, dopo due anni durissimi con la “Rossa”, Valentino sapeva che nel 2013 sarebbe tornato in Yamaha, su una moto competitiva e a lui congeniale. Oggi è diverso: Rossi, che ancora non ha vinto un GP e difficilmente ci riuscirà da qui alla fine dell’anno («a parte un miracolo, non credo che nel 2018 salirò sul gradino più alto del podio» conferma chiaramente), ha come prospettiva quella di correre altri due stagioni con la M1, una moto che, in questo momento, mostra limiti evidenti rispetto a Honda e Ducati, con un futuro a dir poco incerto, perché le rivali hanno già provato e messo in pista i primi prototipi per la prossima stagione, mentre la Yamaha non sembra capire quale direzione seguire. Così, è dura anche mantenere le motivazioni.
«Non mi aspettavo chissà quale risultato: questa è una pista dove storicamente soffriamo di più rispetto a Misano. E’ una situazione difficile, i risultati non sono quelli che ci aspettavamo io, Vinales e la Yamaha: dobbiamo impegnarci ancora di più, per ottenere riscontri ben al di sotto di quelli del passato. Bisogna mantenere la calma, sperare in un futuro migliore» spiega Rossi, mantenendo i nervi saldi, ma inevitabilmente un po’ demoralizzato. Anche perché questa crisi tecnica va avanti da oltre un anno. «Nel 2014, 2015 e 2016 la Yamaha era competitiva e ci siamo divertiti, ma il 2018 è simile al 2017: l’anno scorso, è vero, avevo vinto una gara, ma era stata comunque una stagione complicata. Questa uguale: tecnicamente, continuiamo a soffrire» sottolinea in un misto di rassegnazione e preoccupazione.
LO SVANTAGGIO DELL’ETA’
Per tutto questo si può dire che la situazione è perfino peggiore di quella in Ducati, anche perché l’età, inevitabilmente, gioca a suo sfavore: allora c’era l’opportunità di un cambiamento, oggi no, quella possibilità non c’è più. La forza di Valentino è che, in ogni caso, rimane il primo pilota Yamaha in classifica generale e come risultati (cinque podi contro i tre del compagno di squadra): fino a prova contraria, nessuno può fare meglio con questa moto. Rossi, come al solito, non si risparmia, si impegna in tutti i modi, trascorre ore dentro al box a cercare una soluzione che, purtroppo, non si può trovare solo con la messa a punto: ci vorrebbe un intervento radicale che Yamaha non riesce o non può fare. Così i risultati sono ben al di sotto delle aspettative: non è pensabile per un campionissimo come lui andare avanti così per altri due anni.
Yamaha vince 3 delle prime 4 gare? "la moto non va', cambiare tutto"
Ducati, che con quel cancello almeno qualche vittoria la faceva, due mesi dopo girava a due secondi dai primi e in due anni hanno fatto cosi' tanti telai che la potevano fare di serie la desmosedici.
Come nasca la leggenda di Rossi "progettista" ancora non me lo spiego ... o forse si ... dai noti giornalai
È successo quando Yamaha vinceva,in un passato tutto sommato abbastanza recente, dove la Honda arrancava mettendo in crisi la ciclistica e dove addirittura Ducati sprofondava nelle retrovie perché inguidabile(tranne che da Stoner...).
Per recuperare, poi, terreno, ci vogliono investimenti e azzardi che non sempre si rivelano vincenti, ma anche qualora si riesca a trovare la giusta ricetta, passa del tempo, prima che si riveli vincente.
Il caso Yamaha, però, lo vedo un po' diverso, perché a livello ciclistico la moto è la migliore del lotto, senza dubbio. Da un paio d'anni gli ingegneri cercano di tirare fuori più Potenza e più accelerazione da un 4 in linea che per sua natura soffre, rispetto ad un V4, di carenza di potenza e di una erogazione più appuntita e scorbutica. Il tutto accompagnato poi da una gestione della centralina elettronica in netto ritardo rispetto alle concorrenti.
Arrivando al punto : passare, come da qualcuno paventato, ad un V4, la vedo impresa ed investimento titanico, senza avere nulla a breve termine a livello di competitività. Vedo più possibile riaddolcire un po' il motore e contemporaneamente sviluppare meglio l'elettronica, col vantaggio che nel 2019 la piattaforma inerziale sarà la stessa per tutti. Concludendo, penso che per Yamaha il prossimo anno possano tornare competitivi, se non altro, per lo spettacolo...