MotoGP 2018. Viñales - Forcada: volano gli stracci
BRNO – Il ragazzo ha perso la testa, non riesce più a controllare tensioni ed emozioni. Maverick Viñales, che aveva iniziato la sua avventura in Yamaha come un fenomeno, non sembra più in grado di gestire una situazione che a Brno è arrivata a un punto di non ritorno, tanto che Ramon Forcada ha dichiarato alla televisione spagnola: «Potrebbe anche essere il mio ultimo GP con Viñales».
E, forse, la separazione immediata, seppure inconcepibile sotto certi aspetti, potrebbe essere l’unica soluzione. Da tempo Viñales ripete più o meno chiaramente di non voler più lavorare con Forcada in futuro, tanto da aver raggiunto l’accordo con Esteban Garcia, attuale capo tecnico di Bradley Smith in Yamaha, l’uomo con il quale Maverick aveva conquistato il titolo della Moto3 nel 2013.
Una decisione che Forcada, uomo di grandissima esperienza e bravura, come certifica il suo curriculum, ha preso malissimo: «A me il pilota non mi ha ancora detto niente» ha risposto a specifica domanda sempre alla televisione spagnola, facendo capire che Maverick non aveva il coraggio di dirglielo in faccia. Inevitabilmente, la tensione tra i due è ai massimi livelli e, se è possibile, è addirittura aumentata al termine delle FP3, chiuse da Viñales all’11esimo posto, quindi fuori dai 10 che accedono direttamente in Q2. Rientrando ai box, Maverick ha sfogato tutta la sua rabbia applaudendo ironicamente il team, colpevole, pare, di averlo “obbligato” a usare una sola gomma nuova soffice al posteriore, invece delle due che avrebbe voluto usare lui. «Anche Rossi userà la nostra tattica», pare gli abbia risposto Forcada. Nel finale delle FP3, però, Rossi ha montato una seconda gomma soffice nuova, conquistando la prima posizione e mandando fuori dai dieci (involontariamente, ovviamente) il compagno di squadra. Per questo, Viñales, rientrando ai box avrebbe fatto quel gesto, rivolto, ovviamente, al suo capo tecnico.
LE COLPE DELLA YAMAHA
Nel tradizionale appuntamento del dopo qualifiche con la stampa, la Yamaha ha fatto sapere che Viñales avrebbe risposto soltanto a domande specifiche sulle prove, e non è quindi stato possibile chiedere a Maverick la sua versione dei fatti su quanto sta succedendo. Quanto fatto dalla Yamaha è comprensibile: anzi, avrebbe anche potuto annullare la conferenza stampa. Ma al di là di questo, la Casa giapponese ha delle colpe se si è arrivati a questa situazione? Difficilissimo rispondere. Il rapporto tra team manager e pilota è molto delicato: personalmente, sono della scuola che la Casa deve fare di tutto per assecondare il proprio campione, per metterlo a suo agio per esprimersi al meglio, anche masticando amaro di fronte a richieste eccessive. Ma ci deve essere un limite, non si possono assecondare tutti i capricci di un pilota. Solo Lin Jarvis, responsabile delle corse Yamaha, e Maio Meregalli, responsabile del progetto MotoGP, possono sapere cosa sia accaduto in questi mesi dentro al box, se Viñales si è comportato da professionista o da bambino viziato, e avranno agito di conseguenza. Da fuori è impossibile giudicare. Certo, però, che Forcada è un grandissimo tecnico, con una storia vincente. Peccato che non si sia capito col suo pilota, che, però, adesso deve dimostrare di aver fatto richieste sensate, e non i capricci.
in questa disputa credo sia piu' VINALES ad essere nel "torto" in quanto e' sparito troppo e manca di un qualsiasi acuto che un pilota,sopratutto lucido deve mettere in pista anche per avere "valore" decisionale....in ogni caso il mio personale punto di vista e' che MAVERIC sia un ottimo pilota ma non un campione per fare la piccola differenza di cui la YAMA a volte avrebbe bisogno oggi.
Vinales specialmente da quando è arrivato in Moto GP sembrava essere un predestinato a ottenere grandi successi.
Alla Suzuki tutto era "nuovo": moto, piloti, team, eppure lui ha cominciato prestissimo ad ottenere risultati di rilievo.
Molto probabilmente tutti hanno pensato che lui fosse un fenomeno che nonostante una moto almeno acerba se non mediocre riuscisse ad ottenere successi.
Come spesso succede la verità potrebbe stare in mezzo: molto probabilmente la Suzuki aveva indovinato da subito una buona moto e lui pur non essendo un fenomeno ma semplicemente uno buono, hanno ottenuto da subito buoni risultati.
La fame di fenomeni oggi in Moto GP è tanta come sempre e l'offerta della vita è arrivata subito.
La Yamaha allora era considerata la moto di riferimento con Lorenzo campione del mondo in partenza.
Un occasione troppo ghiotta per entrambi.
Purtroppo la realtà si è rivelata un po diversa anche perché in Moto GP le situazioni possono cambiare velocemente.
Le altre squadre anche grazie al cambio di alcuni regolamenti hanno lavorato bene e meglio della Yamaha tanto che
ora sembra essere lei ad essere in svantaggio tecnico.
In simili situazione penso ci sia una sola cosa da fare: mettersi a lavorare di brutto tutti assieme: fabbrica, team e piloti, molto probabilmente lo stanno facendo ma non sempre pur lavorando tanto si ottengono i risultati sperati.
Ovviamente noi non possiamo sapere cosa succede al loro interno, possiamo però avere delle sensazioni specialmente per quanto riguarda i piloti perché poi li vediamo esibirsi in pista.
La mia sensazione personale sui piloti è quella di un Rossi che grazie alla sua esperienza in senso lato del termine cerca di fare il possibile per ottenere dei risultati positivi quali essi siano.
Rossi guida ancora benissimo forse meglio di quando vinceva i mondiali ma ora per vincere penso abbia bisogno della moto migliore che non ha e che sembra essere lungi a venire ma come già detto li le situazioni possono capovolgersi in fretta: lui lavora, si lamenta ma non la fa tanto tragica…. spera forse in un nuovo capovolgimento dei valori.
Rimane In attesa insomma.
Vinales penso sia un pilota velocissimo se avesse a disposizione una moto all'altezza delle sue aspettative sarebbe la davanti a giocarsela come in effetti avvenne durante i primi test e le prime gare disputate con la Yamaha.
Ora la moto che desidera lui in Yamaha non c'è, l'unica cosa che può fare è mettersi a testa bassa e cercare di scoprire il perché, non ci sono altre strade.
Che sia difficile per lui è palese.
Ad un certo punto ha forse pensato che lasciare la Suzuki per la Yamaha ( pure per meno soldi ) fosse una buona mossa, gli è andata male, posso capire il suo disappunto ma non credo possa avercela con qualcuno che non sia lui stesso.
Gli auguro di trovare presto la serenità che gli serve.
Valentino Masini