MotoGP 2019. Andrea Dovizioso: "Che bello giocarsela con Rossi"
SEPANG - In qualifica è spesso criticabile, ma in gara fa (quasi) sempre tutto bene. E’ la forza di Andrea Dovizioso: un ingegnere ha la certezza che il risultato te lo porta sempre a casa. L’ottavo podio della stagione arriva su una pista che, in passato, aveva creato tanti problemi alla Ducati sull’asciutto, al di là delle due vittorie consecutive di Andrea sul bagnato.
"La partenza mi ha dato la possibilità di giocarmi il podio. Purtroppo ho perso un po’ di tempo con Miller, che usa sempre una tattica un po’ troppo aggressiva, pur non avendo la velocità, ma non sarebbe cambiato niente.
Dopo le prove, ero convinto di potermela giocare con Marquez, invece lui ne aveva di più. Comunque, su una pista per noi complicata come questa, ho avuto la possibilità di provarci: è bello tornare sul podio dopo le brutte qualifiche di ieri".
E’ stata una gara intensa.
"Sì, bella, fino alla fine. Stando sempre davanti, non sapevo se Rossi stesse preparando la fregatura, come mi era successo in Argentina, o se era al limite e quindi era giusto stare davanti e impostare la gara nel modo migliore per me. Non lo potevo sapere, ma ho provato a stare davanti, anche per controllare meglio le temperature. Poi, quando mi ha passato, ho visto che anche lui era in difficoltà, che era al limite e ho pensato che se avessi mantenuto il mio passo costante, avrebbe fatto fatica a passarmi. Ho guidato morbido, ho usato poca potenza, ho usato per tutta la gara le mappe più soffici perché la gomma non ce la faceva. E’ calata veramente tanto, ma è normale, qui in Malesia succede così".
Sei arrivato sul podio e il distacco è abbastanza contenuto.
"Sì, questo è l’aspetto positivo. E’ stata una vera gara con il caldo malese, condizione che noi in passato abbiamo sempre sofferto. Sinceramente, dopo la buona partenza che ho fatto, speravo in qualcosa di più, perché come passo c’ero. Sapevo che forse Vinales ne avrebbe avuto di più, ma ero convinto di potermela giocare con Marquez. Invece non ce l’ho fatta: sono andato due volte lungo ed è finito il discorso. I due lunghi li ho fatti perché ho provato a fare qualcosa di più, ma non era possibile".
Com’è stata la sfida con Rossi?
"E’ sempre dura con lui, perché sai che non molla mai, che ci prova fino alla fine. Ma allo stesso tempo è bello giocarsela con Valentino, perché sai che non fa il 'pazzo', che è uno tosto, ma corretto, intelligente. Una bella sfida".
Si può dire che oggi sia stato un confronto tra due moto con filosofie opposte?
"E’ così da quando sono in Ducati. La differenza è che quest’anno la Yamaha ha il gap più grande di motore che abbia mai avuto da quando io sono qui. Di conseguenza, quando sei in rettilineo, in quinta e sesta marcia, c’è una grossa differenza. Nelle altre curve, accelerano meno, ma escono più forte per l’entrata e la percorrenza che hanno. Nonostante questa differenza di motore, fa pensare quanto ci danno in prova: significa che vanno molto più forte in curva. Questa è una situazione nuova, ma le caratteristiche sono quelle classiche".
Se Rossi fosse riuscito a passarti nella prima parte della pista, secondo te ne aveva di più per andare via?
"Secondo me no, con la velocità che ha dimostrato di avere, direi di no. Adesso posso dire che avevo le carte per giocarmela, anche se mi avesse passato, perché credo che anche lui avesse problemi di grip".
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