MotoGP 2019 Australia. Pecco Bagnaia: "Più forte in percorrenza"
Che gara: bravo Pecco Bagnaia. Iniziato il 2019 con il titolo di campione del mondo Moto2 e, quindi, con l’obiettivo di diventare il 'rookie', il debuttante dell’anno, Bagnaia ha vissuto una stagione difficilissima, una di quelle che ti possono piegare le gambe.
La forza di Pecco e del team Pramac è stata quella di continuare a crederci e a Phillip Island, è arrivato un quarto posto da applausi a 55 millesimi dal compagno di squadra e dal podio.
"Ci ho provato, ce l’ho messa tutta, non ero fortissimo alla 10 (il tornantino in discesa, n.d.r.), Miller mi ha fregato lì. Mi dà fastidio aver perso il podio per pochi centesimi, ma è stata una gran gara. E’ stato difficile gestire le gomme, ma ce l’ho fatta: sono molto soddisfatto".
E’ un risultato dovuto alla pista, o a cosa?
"La differenza più grande che facevo sugli altri piloti, tutti, non solo quelli Ducati, era in percorrenza. Riuscivo a girare forte e stretto, ho potuto sfruttare meglio il mio stile, sono stato molto competitivo per questo".
Invece continui a faticare nelle curve strette.
"Lì bisogna staccare forte, faccio ancora fatica, non riesco a sfruttare le qualità di questa moto in frenata. Ma ci stiamo provando, miglioriamo anche in quell’aspetto".
Può essere la svolta?
"Siamo partiti dalle libere subito con buone sensazioni: qui, a parte nel 2018, sono sempre stato molto veloce: sicuramente questo risultato ci dà una spinta per le prossime gare".
Quanto è stata difficile questa stagione?
"Quando sei sempre stato un pilota veloce e abituato a stare davanti, non è semplice gestire una situazione così complicata. Sapevo che la Ducati avrebbe richiesto un adattamento un po’ difficile: oggi, però, abbiamo fatto un bel passo in avanti".
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Morale: il buon Pecco potrebbe far meglio su di una Suzuki, o Yamaha ma certamente non una Ducati. Né quella di quest'anno e neppure quella dell'anno prossimo, perchè se non l'ha capito adesso come guidarla, difficilmente lo farà in futuro. Il suo compagno ha 141 punti, lui poco più di un terzo: avrebbe potuto fare un pò meglio. O no?
Sul battere o far meglio di Quartararo, ci andrei cauto: citofonate "Morbidelli", un altro pilota molto valido, ma non certo quello dipinto da certa stampa nella disperata ricerca di un erede italiano, anzi Dell'Erede.
Al di là di tutto, penso che il giorno in cui la Suzuki farà il suo team satellite ci sarà una corsa senza esclusione di colpi per accapparrarsi una sella...