MotoGP 2019. Petrucci: "Per arrivare nei primi tre darei un mignolo"
SCARPERIA - Il bel podio conquistato in Francia, gli ha dato fiducia e serenità: Danilo Petrucci arriva piuttosto carico all’appuntamento con il GP d’Italia. Quando gli si fa notare che la Ducati ha vinto nel 2017 con Dovizioso (leggi la sua intervista) e nel 2018 con Lorenzo, Petrucci sorride.
“Manco io… E’ chiaro che arriviamo in una pista dove siamo sempre andati molto forte. C’è da dire che nei due anni precedenti, il Mugello è stato favorevole alla Ducati e sfavorevole a Marquez, ma non so se sarà così in questa stagione. E’ vero che qui la nostra moto va bene e vogliamo sempre fare qualcosa in più: veniamo da un GP dove Dovizioso ha fatto secondo, ma ha perso dei punti da Marquez e io ho fatto una buona gara. Siamo in forma, ma bisognerà costruire il GP come abbiamo fatto a Le Mans. Ce la possiamo giocare: non so se sarà possibile vincere, ma voglio lottare per il podio”.
Sogni la vittoria ogni notte?
“No. Stranamente no. La vittoria è come quelle cose che cerchi dentro casa e sei convinto di averle perse. Poi, quando non le cerchi più, le trovi… All’inizio della stagione aveva fatto degli ottimi test, poi le prime tre gare non sono state troppo positive. Mi ero messo pressione da solo per ottenere risultati che non arrivavano. Quando ho cominciato a fregarmene di questo, a pensare solo a divertirmi, ho fatto meglio. Ho pensato al 2018, quando avrei dato un mignolo per essere in un team ufficiale, mentre dopo Austin avrei voluto essere su Marte, non nel team ufficiale… Così, da Jerez in poi ho iniziato a fare bene: la vittoria manca, ma non sono ossessionato. E’ chiaro che bisogna essere costantemente in lotta per il podio, prima di pensare alla vittoria: se ci riesci, poi può arrivare anche il successo”.
Si comincia a parlare di “mercato” 2020, di chiacchiere fatte con Alzamora per portare Alex Marquez in Ducati, con tutto quello che può seguire; tu hai il contratto per un solo anno, come vivi questa situazione?
“E’ chiaro che io non ho il contratto per l’anno prossimo: sto cercando di meritarmi la conferma, facendo il massimo serenamente. Io vorrei stare in questo team per molti anni, ma se non sarà possibile, serenamente ne dovrò prendere atto, dire che non sono adatto per stare qui. Magari mi metterò a fare altro, anche perché alternative non ce ne sono, fisicamente non ci sono posti in MotoGP… Io voglio fare il massimo, se poi Ducati mi dirà no, starò sereno: non è che se non ho fatto bene con questa moto, potrò fare bene con altre”.
Intanto, firmeresti per due podi, uno qui e uno a Barcellona?
“Sicuro, firmerei sempre per il podio: darei un mignolo per il podio, tanto per guidare la moto non serve… Ma si può fare podio anche senza dare un mignolo, sia qui sia a Barcellona, anche se a Montmelò sarà più difficile. Intanto pensiamo qui: è chiaro che sono gare cruciali, così come Assen, dove sono sempre andato piuttosto bene”.
Che effetto ti farà passare sotto la tribuna Ducati?
“E’ spaventoso che arrivi a una curva, sollevi una mano per salutare i tifosi e si alzano in 20.000 a salutarti. Ti dà una carica incredibile. Poi, forse, quando guidi non te ne accorgi, anche se ho sempre pensato che l’inconscio ti fa guidare la moto e tutto questo te lo porti dietro”.
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