MotoGP 2021. GP delle Americhe a Austin. Francesco Bagnaia: "È la pista più pericolosa del mondiale"
La situazione è davvero critica, Francesco Bagnaia ha bisogno di correre, per provare a recuperare i 48 punti che lo dividono da Fabio Quartararo, ma ha anche mille, leciti dubbi, sull’opportunità di scendere in pista in una condizione così pericolosa.
“Oggi - spiega - il lavoro principale è stato capire come fare a essere intelligenti per guidare sulle buche. Tutti i piloti hanno la stessa opinione, ma siamo qui per correre: dobbiamo cercare di avere una moto più facile per riuscire a copiare le buche.
Siamo molto arrabbiati per la situazione, credo che la Safety Commission sarà piuttosto animata… Solitamente, quando l’asfalto è nuovo, la situazione migliora, qui invece è peggiorata.
E’ molto difficile fare due passaggi consecutivi senza fare errori: in ogni giro ti succede qualcosa, bisogna stare molto attenti alla curva 10, ma è davvero complicato.
Però bisogna correre, dobbiamo provare a fare una moto più facile: ho visto i dati di Miller, lui è molto efficace nel T1, dove io invece fatico di più”.
Qualche pilota chiederà di non correre?
“Forse nella posizione di Quartararo è più facile dire che non bisogna correre, ma nella mia è molto più complicato. Ma è chiaro che è pericoloso e anche sul bagnato c’è una grande differenza di grip tra i vari tipi di asfalto. Credo che se non si possa riasfaltare tutto il circuito, sarebbe meglio non venire, ma sono anche sicuro che Uncini farà un buon lavoro. Purtroppo, se non giri in moto è difficile capire se ci sono le buche”.
Credi però che ci sia la possibilità di non correre?
“Non credo, ormai siamo qui… E’ chiaro che ne parleremo in SC, sicuramente è una situazione strana, non si può spingere al limite. Qui non puoi guidare pensando di essere il più veloce possibile, ma devi pensare a tenere stretta la moto perché non si muova più di tanto. Ma alla 10 ha oscillato così tanto che ho temuto di cadere e se vai per terra in quel punto rimani in mezzo alla pista: se succede in gara è molto pericoloso. Non sono l’unico che dice questo, più della metà dei piloti è d’accordo con me: anzi, solo due piloti non sono d’accordo. E’ affascinante venire a correre in America, ma così non ha senso”.
Dici: ormai siamo qui, bisogna correre. Ma sentendo quello che hai detto, per la sicurezza di tutti bisognerebbe non disputare il GP.
“E’ chiaro che io ci perderei a non correre, ma è anche vero che quando non sei sicuro è più facile commettere degli errori. In Moto3 non hanno grossi problemi, ma già in Moto2, oltretutto senza controlli elettronici, la situazione diventa veramente critica. Dirò la mia in SC, vediamo che decisione verrà presa: sicuramente non siamo obbligati a correre, ma se due o tre decideranno di farlo, a quel punto è come se tu fossi obbligato”.
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Vecchio Yuma!, Cascina (PI)Come al solito, tra piloti non c'è mai una visione unica, nemmeno quando si tratta di salvaguardare la pellaccia. Certo, se i primi 4 o 5 della classifica decidessero di non disputare il gp, penso che altri si accoderebbero. E quei pochi che vorrebbero correre, sarebbero ininfluenti ai fini della classifica.