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MotoGP 2022. Michele Zasa: “Ecco cosa si fa dopo un trauma cranico”

- La 55esima puntata di #atuttogas, online da domenica 20 febbraio, è dedicata ai protocolli medici della MotoGP, patendo da quanto accaduto a Raul Fernandez durante i test in Indonesia. Il dottore responsabile della Clinica Mobile ci spiega cosa è successo e come si agisce in questi casi. E dice come stanno Marquez e Morbidelli
MotoGP 2022. Michele Zasa: “Ecco cosa si fa dopo un trauma cranico”

Durante i test a Mandalika, è emerso il caso di Raul Fernandez, caduto sabato e poi nuovamente domenica per le conseguenze del colpo preso alla testa il giorno precedente. Una situazione preoccupante. Gestita male? Il dottore Michele Zasa, responsabile della Clinica Mobile, ci aiuta a fare chiarezza: la persona più adatta per chiarire ogni dubbio, anche perché il dottor Zasa era sul posto. A differenza di tanti che hanno criticato stando a casa, lui era sul posto.

“Fernandez è caduto a bassa velocità. Non ha mai perso conoscenza, il quadro neurologico era assolutamente nella norma: è stato valutato e si è ritenuto fosse a posto. Raul poi ha smesso di girare e gli è stato dato appuntamento per la domenica mattina per verificare nuovamente le sue condizioni. Sono state date indicazioni al suo team a suo padre nel caso fosse cambiato qualcosa durante la notte. Fernandez non ha più avuto problemi. Tutti gli accertamenti vengono fatti al centro medico del circuito ed è il medico del circuito che dichiara “fit”, idoneo, o “unfit”, non idoneo a correre, un pilota: questo vale sia per i test sia per i GP. Non decide la Clinica Mobile: decide il direttore sanitario del circuito. Adesso Raul è tornato in Spagna, sta bene, si sta allenando, è tutto a posto”.

Nel podcast, il dottor Zasa spiega nel dettaglio qual è il protocollo che si segue dopo un trauma cranico: “Negli ultimi cinque, sei anni abbiamo messa molta attenzione su questo aspetto, non viene mai sottovalutato: chi dice che bisogna cambiare i protocolli, non credo sia un medico e non credo sappia quali sono le procedute che vengono seguite nel motomondiale. La concussione cerebrale ha una serie di sintomi ben identificabili, tipici di questo trauma. Si utilizza un test riconosciuto dalle organizzazioni mediche sportive: non è uno strumento infallibile, ma in questo momento è il meglio che c’è a disposizione. E’ chiaro che sarebbe utile trovare nuovi strumenti, per arrivare a una valutazione oggettiva, ma al momento il test è il meglio che c’è. Ribadisco: c’è grande attenzione sul trauma cranico”.

Il dottor Zasa parla anche delle condizioni fisiche di Franco Morbidelli e di Marc Marquez. Per poi fare un paragone tra l’impresa di Sofia Goggia, medaglia d’argento in discesa libera in Cina, 23 giorni dopo l’infortunio a un ginocchio, e quelle di tanti piloti.

L’episodio completo, numero 55, di #atuttogas, il podcast di Moto.it, si potrà ascoltare da domenica prossima, 13 febbraio 2022, su Moto.it e sulle principali piattaforme podcast.

  • AlbertoGallo14
    AlbertoGallo14, Novara (NO)

    Non occorre leggere l'articolo o stimare il Dr Zasa e i suoi colleghi per inorridire all'idea che chiunque (team, dorna, circuito) abbia lasciato salire in moto un pilota che aveva evidenti lividi sul capo nonostante il casco. Le conseguenze le hanno viste tutti e potevano essere tragiche, non solo tristi.
  • gdn1963
    gdn1963, Casale Monferrato (AL)

    Il dottor spreca fiato.
    Non lo sa che in itaglia siamo tutti commissari tecnici quando gioca la nazionale ed esperti medici specialisti quando qualcuno si fa male?
    Inoltre esperti di leggi, di meccanica, di elettronica, di dinamica dei fluidi...tutto.
    Tutti professoroni laureati con lode e master su wikipedia.
    😂😂😂😂
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