MotoGP 2022. Quartararo (Yamaha): "Rossi leggenda, ma come guida più forte Marquez"
Alla vigilia del Gran Premio d'Argentina che si correrà a Termas de Rio Hondo questo fine settimana, Fabio Quartararo parla al Corriere della Sera con un'intervista breve ma interessante, nella quale il campione del mondo in carica si racconta a 360°, da qualche aspetto della vita privata fino all'ultima gara e alle prospettive iridate in questa stagione 2022. Con un pensiero per Marc Marquez, vittima ancora una volta della diplopia che lo costringerà a saltare almeno questa gara ("Gli ho mandato messaggi di incoraggiamento, posso solo provare a farlo sentire meglio") e che Fabio annovera fra i piloti da cui ha saputo trarre ispirazione.
"I miei idoli? Rossi, Stoner, Lorenzo; e poi Marquez. Troppi? No, non bisogna solo guardare un solo pilota, per imparare bisogna osservarne tanti. Rossi è stato il mio idolo d'infanzia, il mio primo ricordo della MotoGP è di Jerez 2005, dove vinse lui. Di Stoner ammiravo lo stile, di Lorenzo la grinta e di Marquez la velocità. Chi è il più forte di sempre? Valentino è stato e resterà una leggenda, ma se ci limitiamo alla guida dico Marquez."
Dallo sport alla carriera personale, che dopo anni di sofferenze lo ha portato con una progressione folgorante ai vertici della MotoGP, facendolo diventare una star globale. Tanto da far scattare una rincorsa alle sue origini italiane, che Fabio non rinnega pur professandosi regolarmente francese al 100%.
"Le mie radici italiane risalgono ai nonni, ma questa storia mi fa sempre ridere: in Italia vi siete accorti del mio cognome solo quando ho cominciato a vincere, prima, quando finivo in fondo alla classifica, non lo notava nessuno..."
La popolarità ha sicuramente i suoi pro e contro. Nella seconda colonna va sicuramente inserita la sua partecipazione a MotoGP Unlimited, la serie Prime Video che ha seguito la popolazione del paddock per un anno in ogni suo momento. "All'inizio è stata dura, perché devi stare sempre attento a quello che dici, poi diventa più naturale" commenta Fabio, che sottolinea (come del resto hanno fatto i nostri Zamagni e Cereghini nel podcast domenicale "A tutto gas") come uno dei grandi pregi della docuserie stia nel mostrare quanto sia duro lo sport motociclistico, in termini di allenamento e di recupero dagli infortuni.
Ma viene naturalmente il momento di parlare della stagione in corso, con Fabio che analizza la situazione dopo due gare - quella del Qatar e quella dell'Indonesia - dove la Yamaha ha offerto prestazioni a dire poco speculari: dopo il disastro di Lusail è arrivata la bella gara di Mandalika. Com'è la situazione Yamaha?
"Gli altri sono cresciuti più di noi. A Mandalika sull'asciutto avrei potuto vincere, ma va bene anche il secondo posto sul bagnato. Nelle prossime gare dobbiamo trovare qualcosa per fare la differenza. Alla Yamaha manca tanta velocità, e si vede..."
Ma è presto per trarre conclusioni. Una volta, negli anni 80 e 90, nel paddock si recitava l'adagio "Il mondiale inizia a Jerez", ovvero la prima prova europea. All'epoca, le tante e velocissime wild card locali dei GP di Giappone, Australia e Stati Uniti falsavano i risultati, anche perché nessuno dei regulars si prendeva mai troppi rischi. Adesso è più una questione di sviluppo: con test limitati e sempre più compressi, le prime gare rappresentano spesso una coda dei test invernali, in cui i valori non sono ancora chiarissimi. E Quartararo è il primo a voler attendere.
"In due gare abbiamo visto sei piloti diversi sul podio: servono almeno 3/4 gran premi per capire chi se la giocherà fino in fondo. Ducati era talmente forte nel 2021 che tornerà davanti anche con la 2022, e sia Suzuki che KTM, Honda e Aprilia sono migliorate. Bagnaia? Non ha iniziato bene, ma ha il tempo di recuperare. Nel 2021 era sempre fra i primi, sono sicuro che lotterà per il titolo..."
E' da sempre cosi',non e' che lui e' diverso dagli altri.
Quanto ai piloti che lo hanno ispirato...
Ha preso ad esempio ovviamente i piu' forti della storia recente della motogp,non poteva essere altrimenti.
Vedremo se fabietto si riconferma,la yamaha manca molto di motore nei rettilinei ma mi pare che in curva,come al solito,recuperi alla grande.
Lui ci mette del suo e ci mancherebbe,e' molto forte,non si diventa campioni del mondo contro una Ducati del genere,per caso.
Il vero problema e' se la yamaha riuscisse a dare qualche cv in piu' a quel motore,mantenendo la percorrenza curva che ha,allora si che non ci sarebbe storia su chi vince!