MotoGP 2023. Brad Binder: “I tecnici italiani hanno portato ordine nello sviluppo”
Brad Binder è un personaggio simpatico, molto tranquillo, abbastanza diverso rispetto ai piloti latini (e non solo). Per uno come Brad, la pressione mediatica è molto limitata: questo gli permette di fare la sua vita di pilota senza doversi preoccupare più di tanto di tutto il resto. Non è uno che parla molto, ma è sicuramente uno piacevole da ascoltare. Ecco le cose principali che ha detto durante la conferenza stampa di presentazione del team KTM ufficiale.
Quale può essere il contributo di Miller alla KTM?
“Jack conosce molto bene la migliore moto, quella che al momento è il punto di riferimento della categoria: può aiutarci a trovare la direzione da seguire per migliorare le nostre prestazioni”
Dici che Ducati è il punto di riferimento della categoria: in cosa dovete migliorare rispetto a loro?
“Sicuramente in frenata: lì non siamo così tanto forti. Fermare meglio la moto significa girare più velocemente in mezzo alla curva e, di conseguenza, sfruttare prima la potenza che abbiamo a disposizione. Nelle passate stagioni si è visto come il nostro tallone d’Achille siano stati i tempi sul giro: dobbiamo riuscire a sfruttare al meglio il potenziale delle gomme nuove. Fino adesso, quando andavamo a fare il “time attack”, l’attacco al tempo, avevamo problemi in inserimento, specie con la gomma anteriore: la moto tendeva ad andare dritta in curva. I tecnici sanno che dobbiamo migliorare questo aspetto e sono fiducioso al 100% che ci riusciranno”
42 gare: la MotoGP potrebbe diventare una sorta di campionato endurance?
“Per quanto mi riguarda, sono contento che ci siano più gare: io sono uno che rende molto di più durante la competizione piuttosto che in prova. Inoltre, non sono mai stato un amante delle FP4: insomma, vedo solo aspetti positivi con la Sprint Race”
Insomma, reputi la Sprint Race una bella novità?
“Al momento si fanno molte chiacchiere su questo, ci sono molte opinioni, ma non credo che ci saranno tante sorprese. In ogni caso, aspettiamo Portimao per capire qualcosa di più”
Sono arrivati un po’ di tecnici italiani: come è cambiato il lavoro?
“Hanno avuto una chiara influenza positiva: quando viene sviluppato un nuovo componente, non c’è casualità, ma un ragionamento preciso, tutto quello che arriva viene sviluppato con un chiaro motivo. Questo può rallentare un po’ l’arrivo di materiale inedito, ma sappiamo che quando viene portato qualcosa di nuovo, va sicuramente nella giusta direzione. Direi che adesso c’è più stabilità, un sistema che funziona meglio”