MotoGP 2023. Gino Borsoi, Pramac Ducati "Abbiamo tutto per provare a vincere il titolo"
Dopo 17 anni e 12 titoli mondiali con la squadra di Aspar Martinez, Gino Borsoi diventa team manager Pramac, la squadra satellite di riferimento di Ducati. Una nuova sfida per Gino, che dice: “Era ora di uscire dalla mia zona di comfort e provare qualcosa di inedito. Voglio vedere se riesco a portare la mia conoscenza anche in altre situazioni”.
Prima di parlare del presente, però, guardiamo un attimo al passato: Izan Guevara, campione del mondo Moto3, è uno fortissimo, uno di quelli che può fare la differenza? Gino ha pochi dubbi.
“Considero Guevara uno dei migliori piloti in assoluto, ha vinto in tutte le categorie nelle quali ha corso: nel 2022 ha dimostrato di essere il più veloce, il più costante e il più intelligente. Ha un grande talento, è uno dei piloti che potrebbe arrivare in MotoGP, ha un potenziale incredibile. Mi piacerebbe continuare a lavorare in futuro con lui”
Magari in Pramac nel 2024?
Sarebbe bello, ma non è ancora maturo per un salto del genere, deve dimostrare di essere uno dei migliori anche in Moto2. Poi, se ci dovessero essere le possibilità, qui trova una porta aperta, ma non dimentichiamo che fa parte di una grande famiglia (KTM, NDA): nel caso, ci sarà da lottare per portarlo in Ducati… Lo considero un pilota con una caratteristica speciale: impara subito.
Entriamo nello specifico della tua nuova avventura.
Intanto mi fa piacere lavorare con Zarco, un due volte campione del mondo Moto2: ha dimostrato di essere uno dei piloti più competitivi della MotoGP. E’ sempre partito molto forte, gli è mancato solamente di mantenere la prestazione da metà stagione in poi. Ne abbiamo già discusso durante l’inverno, abbiamo delle idee molto precise su come migliorare. Ci stiamo lavorando già dall’anno scorso, abbiamo iniziato con lui e con Martin un progetto speciale per coprire le esigenze dei piloti a 360°, non solo quando sono in pista, ma anche a casa. E’ qualcosa che mi porto dalla mia esperienza precedente dal team Aspar, iniziata con i piloti giovani.
Parli dal punto di vista mentale?
Non voglio entrare nel dettaglio, ma credo ci sia spazio per lavorare su qualcosa di differente e trovare quel decimo per stare davanti: ormai la MotoGP è come la Moto3, l’equilibrio è incredibile.
Ma Zarco farà il collaudatore per Dall’Igna anche nel 2023 come è successo nel 2022?
Faccio fatica a rispondere a questa domanda perché l’anno scorso non ero in questo box, non so quale fosse la situazione. Sicuramente Zarco è un pilota che può dare informazioni molto precise, è molto chiaro. Probabilmente Ducati ha sfruttato le sue capacità perché è uno piuttosto concreto e può essere di aiuto per tutti, ma nel 2023 l’obiettivo non è quello di fargli provare del materiale nuovo: ha la velocità per arrivare a ottimi risultati.
Perché non è ancora riuscito a vincere una gara in MotoGP?
Non lo so. Ne abbiamo parlato, insieme abbiamo visto in che direzione dobbiamo migliorare: adesso portiamo avanti questo progetto e vediamo se funziona.
Martin: è arrabbiato per non essere stato scelto per la squadra ufficiale?
Jorge sa che deve pensare a questa situazione come a un’opportunità: ritengo Jorge uno dei migliori piloti in assoluto della MotoGP. E’ veloce in qualifica, gli è mancata la costanza in gara, probabilmente non solo per colpa sua: dobbiamo lavorare su questo aspetto, la squadra lo deve aiutare a provare a trovare quello che gli manca. Ho molta fiducia in lui.
Credi che nel 2022, Jorge abbia perso un po’ di serenità?
Probabilmente sì, ci può stare che la situazione contrattuale l’abbia reso più nervoso del normale. A quel punto entri in una spirale dalla quale fatichi a uscirne: provi a stra-fare per arrivare al risultato, invece arriva l’errore.
Adesso com’è?
A detta di tutti gli uomini della squadra, adesso è un Jorge completamente differente, con grande voglia: ha lavorato tantissimo, si è allenato bene. E’ molto preparato, il suo livello, così come quello di Zarco, è molto alto: i dati sono molto buoni.
Tutti i rivali indicano Martin come uno dei grandi favoriti per la SprintRace: sei d’accordo?
Abbiamo parlato di questo con lui: è vero che lui in qualifica va sempre piuttosto forte e potrebbe avere le caratteristiche giuste per la SprintRace, ma entrano in gioco anche altri fattori: devi avere una moto a posto per sfruttare al meglio la gomma più morbida al posteriore, considerando i pochi giri da fare. Però sì, potrebbe essere uno di quelli che vanno forte. Nessuno adesso sa come affrontare la SprintRace, è una gara molto diversa da quella tradizionale: bisogna essere bravi in partenza, non devi metterti in una posizione difficile nelle prime curve. Considero la SprintRace qualcosa di interessante, ma anche “pericolosa”, con qualche pilota che non ha niente da perdere che potrebbe rischiare qualcosa in più del dovuto.
Che ambiente hai trovato in Ducati?
Lo conoscevo già, ho un rapporto speciale con Dall’Igna fin dai tempi di Aprilia, quando io facevo il collaudatore. Ho litigato moltissimo con Gigi… (naturalmente sorride, nda), so quindi anche gestire determinate situazioni: c’è stima e fiducia reciproca. E’ un ambiente che mi piace e non è completamente nuovo per me”
Cosa ti chiede il team Pramac, cosa devi portare alla squadra?
E’ più quello che mi chiedo da solo… Entro in una squadra già di altissimo livello: non a caso, negli ultimi anni è sempre stato il miglio team indipendente. Migliorare non è facile, ma abbiamo due grandi piloti che sono convinto possano fare di più di quanto fatto negli ultimi anni. L’obiettivo è fare qualcosa in più e creare un ambiente dove tutti stiano bene, come era nel team Aspar.
Ricordaci il contratto dei piloti?
Entrambi hanno il contratto direttamente con Ducati: Zarco fino al 2023, Martin fino al 2024.
Ti aspetti un Marc Marquez (e una Honda) di un altro livello rispetto al 2022?
Sì. E’ il primo inverno dopo il grande infortunio che ha potuto allenarsi bene, la grinta non gli manca: è uno dei migliori piloti in pista, si giocherà il mondiale. Non credo, però, che Honda possa arrivare a livello della Ducati.
Un team satellite può vincere il titolo della MotoGP?
Adesso sì: abbiamo due moto ufficiali, due piloti di altissimo livello. Non è facile, ma adesso ci sono tutti gli ingredienti. Direi che tecnicamente non ci manca nulla, abbiamo una squadra di grandissima esperienza: se non ci riusciamo è solo colpa nostra. Prima di arrivare in Pramac, ho discusso con Ducati: è chiaro che loro vogliono vincere con la loro squadra, ma non ci faranno mai mancare il loro appoggio. Ripeto: è difficilissimo, ma lavorando bene, la possibilità c’è.