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MotoGP: Carlo Canzano: “I piloti USA hanno insegnato molto agli europei”

- Nel 35esimo episodio di #atuttogas, il podcast domenicale di Moto.it, il riferimento dei giornalisti motociclistici, racconta l’arrivo dei piloti statunitensi in Europa, il loro ciclo, come cambiarono il modo di correre. Oggi, purtroppo, quella scuola lì non c’è più: nel motomondiale solo due piloti USA nelle tre categorie
MotoGP: Carlo Canzano: “I piloti USA hanno insegnato molto agli europei”

Nel 35esimo podcast di Zam a tutto gas online domenica alle 9.00, Carlo Canzano racconta l'epoca d'oro del motociclismo americano. “I piloti statunitensi vennero in Europa grazie a due manifestazioni: il Transatlantic Trophy, sfida tra piloti statunitensi e britannici; la 200 Miglia di Imola, ideata da Checco Costa, papà del Dottor Claudio Costa, con la prima edizione disputata nel 1972. Arrivarono così i primi piloti americani: il primo fu Kenny Roberts nel 1974 ad Assen con la 250: pole in prova e terzo posto in gara. Il primo a impegnarsi con costanza nel mondiale fu però Pat Hennen, nativo dell’Arizona, californiano di scuola motociclistica, debuttando nel 1976 al Mugello, vincendo in Finlandia con la Suzuki 500: Hennen è stato il primo pilota USA a salire sul gradino più alto del podio in una gara mondiale”.

Ma chi ha cambiato il modo di fare le corse è stato senza dubbio Kenny Roberts: Carlo Canzano ha mille aneddoti su di lui. “E’ stato veramente importante, non solo perché ha vinto tre titoli mondiali, ma perché ha esportato in Europa un modo di concepire le corse molto differente, non solo nello stile di guida. Kenny era estremamente professionale, precisissimo, innovativo: inventò quello che adesso fanno tutti, la conferenza stampa alla fine di prove e gara. E fu proprio Roberts a segnalare l’arrivo di un certo Freddie Spencer”.

Poi aneddoti su Rainey, Lawson, Mamola e altri ancora. Secondo Canzano sarà molto difficile che torni un ciclo di piloti americani vincenti. 

 

 

  • Ivan Cutic (Lodi)
    Ivan Cutic (Lodi), Castiraga Vidardo (LO)

    Pensavo di essere vecchio,ma Lei e un dinosauro!
    Concordo con Lei,non e facile esprimerle una valutazione globale nelle poche righe.
    Ci vorrebbe una discussione al canto di cammino e buon bourbon.
    Grazie,e sempre piacere leggere Suoi interventi,buon tutto.
  • Valentino.Masini
    Valentino.Masini, Cesena (FC)

    Si potrebbe scrivere tantissimo su questo argomento.
    Due modi diversi di concepire le competizioni fra europei e statunitensi.
    Il campionato del mondo piloti Moto GP (prototipi) su strada è stato concepito e si è svolto principalmente in Europa: Inghilterra, Francia, Germania, Italia..... negli Stati Uniti non ci andavano praticamente, più in America Latina, Argentina....più tardi in Giappone.
    Negli Stati Uniti avevano altri regolamenti,le moto non erano prototipi ma derivate dalla serie, la gara più famosa su strada: la 200 miglia di Daytona sempre con moto derivate dalla serie alla quale cominciarono a partecipare anche le case europee, inglesi in particolare, raramente i piloti del motomondiale.
    Il loro "campinato nazionale" (AMA) si disputava sia su piste asfaltate che su piste in terra battuta con prevalenza per queste ultime, tutto un altro mondo insomma.
    Verso la fine degli anni 60, primi 70 le apparizioni dei piloti e delle case europee alla 200 miglia di Daytona in particolare si intensificarono, pure le case giapponesi cominciarono a prendervi parte sempre più massicciamente.
    Prima vittoria di una moto giapponese, la Honda nel 1969 con lo statunitense Dick Mann, nel 1972 furono 3 Yamaha 350 private ad ocupare l'intero podio con Don Emde vincitore ma ormai delle moto derivate dalla serie non c'era più nulla, 1973 Saarinen Yamaha 350 ufficiale.
    1974 Giacomo Agostini, Yamaha ufficiale, fu cosi che cominciò il vero confronto fra i migliori piloti dei 2 mondi, Hailwood era andato in precedenza ma non ha mai avuto fortuna.
    Ricordo quando Agostini si presentò a Daytona che non aveva mai visto, fu snobbato dall'emergente campione USA Kenny Roberts che non volle riconoscerlo campione del mondo, non fu molto diplomatico insomma.
    Entrambi piloti ufficiali Yamaha, per Agostini in qualla occasione era tutto nuovo: Moto, circuito, tipo di gara.... al contrario del giovane rivale che giocava sul proprio terreno, forse Roberts pensava di vincere facile.
    A fala breve alla fine della fiera vinse Agostini e come se non bastasse si ripetè nella successiva "rivincita" a Imola.
    Tutto questo discorso per dire che all'allepoca gli statunitensi non erano sicuramente superiori agli europei.
    Più avanti le moto da corsa vincenti le hanno fatte solo i giapponesi che per motivi di interesse commerciale le davano agli statinitensi.
    Vincevano loro, con il loro stile di guida naturalmente, le case li hanno seguiti e tutto si è evoluto.
    Quando le moto buone sono arrivate anche ai piloti europei: Lucchinelli, Uncini... per citare 2 campioni del mondo, hanno vinto anche loro, forse con molte meno risorse a disposizione, parere personale.
    Ora i giapponesi le moto buone le danno solo ai piloti rienuti i migliori del mondo e di statunitensi vincenti se ne sono svisti pochissimi, Ultimo Kenny Roberts Junior 20 anni fa.

    Valentino Masini
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