MotoGP. Andrea Dovizioso ha detto basta: addio alla Ducati
Alla fine, a prendere la decisione è stato Andrea Dovizioso. D’accordo, la Ducati aveva ormai valutato da tempo di farlo fuori - qualcuno nel box di Borgo Panigale si arrabbia a sentire dire questa cosa, ma è così -, ma Dovi ha anticipato tutti e ha detto: “Grazie, è stato bello, ma così non ha senso continuare”. Lo ha detto al suo manager Simone Battistella, che l’ha comunicato alla Ducati: gli ulteriori incontri sono serviti per trovare l’accordo su come diffondere la notizia. Senza polemiche, come è nello stile di Dovizioso, che in questi mesi - anzi, in questi anni - ha subìto ogni tipo di affronto: altri avrebbero perso la pazienza più volte, lui ha sempre ingoiato con grande professionalità. Ma adesso non ce l’ha più fatta, quello che è successo tra il 2019 e il 2020 è stato troppo anche per lui: da agosto dell’anno scorso, Ducati ha cercato tutti i piloti liberi, ha fatto offerte a destra e a sinistra, ha sistemato i contratti di Jack Miller e Pecco Bagnaia, “dimenticandosi” completamente del pilota che ha conquistato i migliori risultati con la DesmosediciGP.
Con una serie di scuse irritanti: prima si è parlato di mancato accordo economico, ma non era ancora stata fatta un’offerta concreta al suo manager; poi si è detto che si sarebbero aspettate un paio di gare per capire se c’erano ancora le motivazioni, riversando così le colpe sul pilota; poi è stato sottolineato come Dovizioso avesse cercato durante l’inverno la KTM, come se la Ducati avesse il diritto di contattare qualsiasi pilota e Andrea non quello di cercarsi un’alternativa; infine si è deciso di aspettare dopo i due GP di Zeltweg in un ultimato che suonava più o meno così: “La decisione l’abbiamo già presa, ma se Andrea dovesse vincere due GP ci metterebbe in difficoltà, non possiamo licenziarlo da vincente, come avevamo fatto con Lorenzo”. Così, Dovizioso ha deciso di decidere e ha detto basta. “Il mio futuro è in mano a Gigi Dall’Igna” aveva detto ieri timidamente, in una dichiarazione che adesso suona molto differente, una sorta dì: “Decido io il mio futuro, non mi interessa quello che pensano loro”.
SCONTRO CONTINUO CON DALL’IGNA
Finisce così una storia iniziata nel 2013, con Andrea Dovizioso arrivato in Ducati come sostituto di Valentino Rossi. “Ho la fortuna che lui ha fatto così male, che io non potrò fare peggio” aveva scherzato il Dovi durante la presentazione a Madonna di Campiglio. Il primo anno è stato durissimo, poi, l’arrivo dell’ingegnere Gigi Dall’Igna ha cambiato radicalmente la situazione. All’inizio, la sintonia era totale: “Gigi ha portato ordine e un metodo di lavoro”. Poi, però, il rapporto si è deteriorato e alla vigilia del GP d’Italia del 2017, Andrea aveva deciso di smettere. Lo aveva detto ai suoi amici a cena, poi si è convinto ad andare avanti. E pochi giorni più tardi, al Mugello ha vinto la gara, per poi arrivare a giocarsi il mondiale fino all’ultimo GP con Marc Marquez. Al suo fianco nel box c’era Jorge Lorenzo, pagato 25 milioni di euro in due anni, contro il milione e mezzo (a stagione) percepito da Andrea: mentre il Dovi vinceva, Lorenzo arrancava nelle retrovie.
Se non fosse stato per il pilota italiano, la moto sarebbe stata un disastro, ma Dall’Igna non ha mostrato, per quello che si sa, riconoscenza verso Andrea, che, di fatto, gli aveva salvato il posto di lavoro, perché guardando i risultati di Jorge il fallimento era stato totale. A fine 2018, il rinnovo del contratto è stato ancora una volta faticoso e nel 2019, Dovizioso, proprio in Austria, ha dovuto ingoiare l’ennesimo boccone amaro, scoprendo che la Ducati stava facendo di tutto per riprendere Jorge Lorenzo al posto di Jack Miller, dopo però aver tentato di metterlo proprio al posto di Dovizioso. Nel 2020 l’ultimo, definitivo sgarro. Ma Dovizioso, a differenza della Ducati, ha avuto il coraggio di prendere una decisione, anche a costo di mettere a rischio la sua carriera. Da oggi, Dovi pensa solo a questo campionato, sereno e senza più distrazioni contrattuali: chiudere con il titolo sarebbe veramente qualcosa di pazzesco. Comunque vada, Andrea esce vincente da una brutta situazione, mentre in Ducati dovrebbero fare un po’ di autocritica sulla gestione dei piloti. Ma non succederà mai.
(Senza MM)