MotoGP. Honda ha sfruttato le gomme al 60%
Vi abbiamo già raccontato dell’interessante intervista realizzata dal giornalista giapponese Akira Nishimura ai massimi dirigenti di HRC. Ora, da Motorsport.com, le voci Honda si allargano, con altre dichiarazioni dei due manager Tetsuhiro Kuwata, che è capo del dipartimento gestione MotoGP, e Takehiro Koyasu responsabile dello sviluppo della RC213V.
Al centro dei discorsi ancora la stagione 2020, una delle peggiori vissute dalla Honda nella massima categoria, soprattutto per la forzata assenza del pilota di punta che l’aveva portata a trionfare quasi ininterrottamente dal 2013. Nemmeno una gara vinta, l’anno scorso, e con l’onestà che è spesso ostentata dai vertici del colosso nipponico, ora emerge l’autocritica: la moto non ha potuto esprimere tutto il potenziale perché aveva dei punti deboli.
“Abbiamo perso molto della nostra competitività l’anno scorso - ha dichiarato Kuwata - e allora abbiamo esaminato a fondo le cause e capito di cosa avevamo bisogno. Non si perde mai per caso, ma piuttosto perché non si è in grado di sfruttare tutto il proprio potenziale. Con umiltà, abbiamo cercato di capire cosa potevamo ancora imparare e quindi come migliorare per tornare alla vittoria”.
L’approccio è tipicamente giapponese. Quali sono le analisi e le soluzioni?
“Michelin ha introdotto un nuovo pneumatico posteriore nel 2020 e noi non ne abbiamo sfruttato i vantaggi. L’anno scorso abbiamo sofferto, abbiamo capito che sfruttavamo circa il sessanta per cento delle nuove gomme e gradualmente imparato che il metodo da usare sembra lontano dalle nostre teorie e dalle nostre abitudini. Non possiamo procedere in modo convenzionale”.
Il responsabile dello sviluppo spiega i passi che HRC ha fatto per correggere il tiro.
“Mentre stavamo procedendo per tentativi - ha detto Koyasu - facendo degli errori e andando avanti per tentativi, a un certo punto ci siamo concentrati sul movimento della sospensione posteriore e abbiamo trovato la risposta. Non voglio entrare nei dettagli, ma credo che la crescita di Nakagami e di Alex Marquez sia stata favorita da questa intuizione e dalla successiva evoluzione. In ogni caso, sono consapevole che non abbiamo ancora raggiunto lo sfruttamento completo dei pneumatici. C’è ancora da lavorare”.
Gli ingegneri di HRC concordano su un aspetto: la Yamaha, in alcune condizioni, ha sfruttato molto meglio il potenziale delle Michelin.
“Esaminando i risultati delle qualifiche, si deve ammettere che la velocità della Yamaha è stata incredibile. Posso supporre dunque - ha concluso Koyasu - che la M1 Yamaha sia la moto che sfrutta meglio le gomme in qualifica. Forse la metà di quel 40 per 100 che ancora ci manca è lì, ci deve essere qualcosa che ci è sfuggito. Si sicuro abbiamo ancora un ampio margine per migliorare”.
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TripleD21, Roma (RM)Si vabbè. Come dire che l'assenza di MM non è il vero problema. Quindi quando Marquez torna e batte tutti di nuovo ci raccontano che hanno capito la gomma?
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desmovitto, Torino (TO)A costo di sembrare ripetitivo: il vero problema di Honda nel 2020 è stata la mancanza di Marquez, il "dipendente" modello in grado di incarnare il ruolo di tester, sviluppatore e pilota di punta. Gli scenari che i giapponesi si potrebbero aspettare per il 2021 sono sostanzialmente 2: il miracolo della piena e pronta guarigione di Marc (a patto che avvenga entro un numero ristretto di GP in calendario, 3-4 massimo) con conseguente rientro nella schiera dei pretendenti per l'iride mondiale, oppure un secondo anno consecutivo di naufragio sportivo nel caso in cui MM dovesse tornare in condizioni fisiche precarie o peggio ancora non tornare affatto. Salutato Crutchlow, lo schieramento dei vari Espargaro, Bradl, Nakagami, Alex Marquez mi sembra il contrario di una convincente pretesa di lotta al titolo in MotoGP...