MotoGP, i test di Jerez. Francesco Bagnaia: "Ducati è riuscita a migliorare una moto quasi perfetta"
JEREZ - Francesco Bagnaia, a distanza di tre giorni dalla vittoria di Valencia, è tornato in sella alla DesmosediciGP sul circuito di Jerez, in vista della stagione 2022.
"Sono contento, abbiamo ancora tanto lavoro da fare, ma il feeling è buono", ha commentato il vicecampione del mondo 2021 nella giornata odierna.
"Ho appena parlato con Jack (Miller, n.d.r.) e abbiamo più o meno lo stesso feeling: Ducati è riuscita a migliorare una moto già quasi perfetta. Sono molto contento di questo".
Pecco, cosa avete provato finora qui in Spagna?
"In primis una carenatura nuova, molto differente dalla vecchia. Mi piace, anche se dobbiamo fare più giri. Non è ancora stato deciso se la useremo. Poi abbiamo provato un nuovo scarico. Il feeling è più o meno uguale a prima, ma studieremo i dati e cercheremo di capire se si può migliorare".
Si possono già avere dei riscontri a livello cronometrico?
"Il tempo fatto con gomme medie usate conferma il passo avanti. In queste condizioni è un ottimo tempo, è qualcosa di incredibile. A Sepang poi avremo altro materiale da provare, ma già la moto è cresciuta in generale. Ducati sta lavorando tantissimo, abbiamo sempre parecchio materiale da provare e lavoriamo bene".
In ingresso curva come si comporta la nuova Desmosedici?
"Va detto che questo non era uno dei circuiti peggiori per far girare la moto. Oggi poi c’è tanto vento, adesso è inutile rischiare, non si può capire più di tanto. Posso dire però che la carena nuova ci aiuta in ingresso, ma non va bene nell’impennata e in rettilineo. E’ un passo in avanti troppo grande, è totalmente diversa dalla precedente, non siamo ancora convinti. Aerodinamicamente può essere un rischio".
Mentre in rettilineo come vanno le cose?
"Il carattere del motore è completamente differente, va capito: è più o meno allo stesso livello del vecchio, ma siamo solo al secondo giorno. Ciò significa che c’è margine di sviluppo. Difficile entrare nel dettaglio sui vantaggi. C’è da fare in accelerazione, ma il feeling è positivo. Per il momento devo solo dire grazie a Ducati".
Come pilota quanto sei cresciuto in questa stagione?
"Il 2021 è l’anno durante il quale sono maturato di più di tutta la mia carriera. Adesso mi sento meglio in entrata, in percorrenza, in tanti aspetti. Vincere le gare ed essere più costante mi ha aiutato molto, ho più esperienza, ho fatto un bel passo in avanti rispetto al passato".
Che ne pensi degli altri ducatisti?
"Sono molto contento che ci siano Luca Marini e Marco Bezzecchi: abbiamo più storie da raccontarci… Sicuramente 8 moto da gestire non sarà facile per Ducati, ma sono sicuro che lo faranno al meglio. E con più dati, sarà ancora meglio per noi. Ho osservato in pista Bezzecchi e Di Giannantonio: mi piacciono, staccano entrambi molto forte. Purtroppo per loro c’è tanto vento, sembra quasi l'Australia di alcuni anni fa, quando avevano interrotto le prove. Anzi, oggi pomeriggio vorrei evitare di prendere rischi inutili, farò qualche giro".
Bastianini è passato dalla 2019 alla moto 2021.
"Anche io avevo iniziato con una moto vecchia, per la precisione un 'ibrido': una 2018 con qualche parte degli anni prima. La differenza tra la 2018 e la 2020 è stata tanta. Ma nel mio caso sono cambiato più io sulla moto, mentre Enea era già partito molto forte, sono sicuro che con la 2021 continuerà a crescere".
E invece gli altri avversari come li hai visti?
"Ai test è difficile capire chi può essere un pretendente per il titolo. Giri da solo, non sai cosa stanno provando gli altri. Guardando le ultime gare sono convinto che Marc Marquez se la giocherà, ci sarà Fabio Quartararo, ci sarà Jack Miller e ci sarà anche Morbidelli appena si riprenderà".
Si può dire che ora sei il pilota perfetto per questa moto?
"Mah, Ducati è la moto perfetta per me, questo sì. Non so per altri. Non ci sarà mai un Pecco perfetto, si può sempre crescere, c’è da migliorarsi".
Le vacanze possono spezzare il ritmo positivo che avevi preso in campionato?
"Spero di tornare dalla pausa non in bambola come lo ero stato nel 2018. Voglio preservare la sensazione di quest’anno. Mi diverto, sto molto bene".
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"Ha vinto il titolo costruttori, perché ha tante moto in pista"... quindi?
No, ma voglio davvero evidenziare la stranezza della logica a sostegno di questa obiezione: se Aprilia avesse 6 moto in pista, vincerebbe di certo il mondiale costruttori.
Davvero?
Allora se riuscissi a iscrivere 10 motorini Ciao, avrei delle possibilità?
La quantità, non la qualità del mezzo, determina il piazzamento di una moto davanti alle altre... buona questa.
"Ha vinto il titolo costruttori, ma la moto fa pena perché in percorrenza prende paga da Yamaha!... ah! Quindi non è il tempo sul giro a far fare pole e vittorie, ma esclusivamente il tempo in curva. Anche questa è bella.
Tra l'altro si sottolinea come il motore della M1 sia gravemente deficitario rispetto a quello Ducati, senza capire che è proprio la scelta dell'architettura del motore (e quindi dei vincoli sul telaio e delle cinematiche interne), a determinare sia il vantaggio, che lo svantaggio rappresentati. Vien da chiedersi se chi così commenti, sappia di ciò che scrive o semplicemente 'scriva'.
"Ha vinto il titolo costruttori, ma quello piloti l'hanno vinto gli altri"... ah, allora non vale niente!
Sarà ben una domanda che si dovranno porre i piloti, più che Ducati o no? Hai sotto al sedere la moto che si è costantemente piazzata meglio nei GP, ma nessuno dei piloti è stato capace di essere sempre lui il più bravo tra tutti i compagni di marchio... è un problema della moto?
Se su tutti i circuiti c'è sempre almeno un pilota che piazza la moto là davanti, non vuol forse dire che il potenziale della moto c'è, ma che piuttosto a non esserci è un pilota in grado di esprimerlo sempre e ovunque?
In Honda Marquez sempre primo o sporadicamente secondo, gli altri piloti invece, dalla settima posizione in giù. Hanno la moto migliore o il pilota migliore?