MotoGP: Suzuki, Yamaha e Ducati faranno gioco di squadra?
Suzuki: Joan Mir, 1° in classifica, 121 punti; Alex Rins, 7°, 85 punti. Yamaha (satellite): Fabio Quartararò, 2°, 115 punti; Franco Morbidelli, 6°, 87 punti. Yamaha (ufficiale): Maverick Viñales, 3°, 109 punti; Valentino Rossi, 14°, 58 punti. Ducati: Andrea Dovizioso, 4°, 106 punti; Danilo Petrucci, 13°, 65 punti. Quattro piloti, tre Case, quattro gare al termine, 100 punti da assegnare: è giusto iniziare a pensare a giochi di squadra? Io credo di sì, ma sono anche convinto che non sarebbe facile gestire questa situazione. Vediamo caso per caso, dando un giudizio sulla difficoltà nel dare, eventualmente, l’ordine al pilota più staccato in classifica di rallentare.
Suzuki: molto complicato
Joan Mir lo ha detto chiaramente ieri, alla vigilia di Aragon2: “Finché Rins è matematicamente in lotta per il titolo, non credo che la Suzuki possa chiedergli nulla. Poi sono sicuro che Davide Brivio gestirà al meglio la situazione”. Rins è reduce da una grande vittoria, è finalmente in forma fisicamente, dopo mesi difficili: come si fa a fermarlo? Molto difficile. Il box Suzuki è sicuramente uno di quelli gestiti meglio di tutto il motomondiale, ma è anche la prima volta che si trova in una situazione del genere: è vero che Brivio era team manager nel box Yamaha ai tempi di Rossi e Lorenzo, ma la situazione è un po’ differente. Mir e Rins non sono amici, ognuno si sente superiore all’altro, ma è anche vero che Alex, caratterialmente, potrebbe essere disposto ad accettare eventuali consegne da parte di Brivio. Sicuramente, però, non da questo GP.
Yamaha satellite: non troppo difficile
Qui la situazione anomala è che il pilota che può vincere il mondiale, nel 2021 sarà in un’altra squadra, mentre chi è più indietro in classifica sarà ancora in questo team nella prossima stagione. Ma il team è pronto ad appoggiare in tutto e per tutto Fabio Quartararò e non dimentichiamo che questa è una squadra che ha radici nella F.1, dove il gioco di squadra è all’ordine del giorno. Il vantaggio, in questo caso, è anche che Franco Morbidelli è una persona molto intelligente, pronto anche a “piegarsi” alle volontà della squadra. Magari anche per ottenere la moto ufficiale 2021…
Yamaha ufficiale: non gestibile
Al momento, in questo caso, il problema non si pone: Valentino Rossi non è in pista. Inoltre, Rossi è molto staccato in classifica, con nessuna possibilità di conquistare il titolo: teoricamente, quindi, dovrebbe essere piuttosto semplice gestire questa situazione. Altro aspetto: fino a oggi, Valentino è stato complessivamente meno veloce di Maverick, quindi il problema potrebbe non porsi del tutto. Ma se Rossi dovesse essere davanti a Viñales, magari sulla pioggia, come si comporteranno il direttore sportivo Maio Meregalli e il responsabile corse Lin Jarvis? Io credo che nessuno darà ordini a Valentino, che nella sua carriera non si è mai trovato nella situazione di dover, eventualmente, aiutare il compagno di squadra. Se accadrà, sarà per una decisione dello stesso Rossi. Perlomeno questa è la mia opinione.
Ducati: (teoricamente) facilissimo
Apparentemente, la gestione più facile è quella del box Ducati, perché la differenza in classifica tra Andrea Dovizioso e Danilo Petrucci è grande e, soprattutto, per il rapporto che c’è tra i due compagni di squadra. Ma dopo quanto accaduto sabato scorso e dopo le dichiarazioni di ieri - Petrucci: “Eravamo troppo stanchi per parlarne”; Dovizioso: “Non devo chiarire nulla, ognuno si comporta come meglio crede” - la situazione sembra molto differente.
Ma al di là delle parole non dette tra di loro, io sono fermamente convinto che Petrucci, se si presentasse l’occasione, non esiterebbe ad “aiutare” Dovizioso. Non solo: la Ducati, a differenza delle altre Case, ha la possibilità teorica di gestire altri piloti, perché Jack Miller, Pecco Bagnaia e Johan Zarco sono sotto contratto e gli uomini di Borgo Panigale hanno la possibilità di fare delle richieste. E in passato, diciamo la verità, si è provato a fare gioco di squadra: Jorge Lorenzo fece finta di niente, ma questo è un altro discorso. Non solo, sappiamo anche quanto sia tesa l’atmosfera dentro al box. Insomma, anche in questo caso non sarà così semplice, anche se sul piano teorico lo dovrebbe essere.
il limite più grande è la mancanza della radio, ma se il pilota finge di non vedere la segnalazione dei box la volta dopo gli si dà una moto che non va e lui capisce subito chi comanda.
A meno che una squadra non decida prima del campionato chi dei 2 piloti deve arrivare davanti sempre e comunque, fin dalle prime gare intendo, a campionato inoltrato dare degli ordini, specie se entrambi i piloti sono ancora teoricamente in lotta diventa veramente difficile.
Per la piega che ha preso il campionato, la casa che potrebbe trarne vantaggio più di altri è la Suzuki.
I motivi per cui penso questo sono determinati dal fatto che vi sia una sola squadra in campo (2 piloti), un solo capo (bravo) una vera squadra, i piloti potranno pure non essere amici, (i piloti non sono mai amici) anzi meglio che non lo siano proprio in queste circostanze.
I piloti Suzuki teoricamente sono in grado di vincere tutte le restanti gare, anche quelli Yamaha ma loro sono 4 e appartengono a squadre diverse, sulle piste a loro favorevoli rischiano di portarsi via punti a vicenda e parlare con 4 piloti di 2 squadre diverse è complicato: chi lo farebbe poi e a che titolo?
La vedo difficile che un dirigente Yamaha indica una riunione con i 4 piloti per comunicargli di aiutare "Caio", specialmente in un campionato dove un giorno va forte uno e il giorno dopo un altro: non si può fare.
Per Suzuki è diverso, se uno dei 2 all'ultima gara fosse matematicamente fuori Brivio penso che non avrebbe troppe difficoltà a parlargli… con successo.
Suzuki quindi: sia perché i loro piloti possono trovarsi più facilmente nelle condizioni di poterlo fare e anche perché la squadra è la più idonea per poterlo mettere in atto.
Valentino Masini