MotoGP. Valentino Rossi: "Devo lavorare molto su me stesso"
Quarantun anni, che saranno quarantadue quando prenderà il via del prossimo Mondiale - il ventiseiesimo corso a tempo pieno - e centonovantanove podi: Valentino Rossi lo si potrà amare oppure odiare, ma difficilmente si può pensare che non sappia cosa sta dicendo quando parla della sua situazione. Per la prima volta fuori da un team ufficiale dall'anno dell'esordio in classe regina, Valentino ha davanti a sé un anno cruciale. Anche solo per riscattare una stagione partita benino ma finita così male come non gli era mai successo.
In un'intervista alla tedesca Speedweek, Rossi analizza con lucidità i suoi punti deboli.
"Devo lavorare molto su me stesso. Dobbiamo migliorare in qualifica, perché sono diventate fondamentali. Ma bisognerà fare pressione anche su Yamaha perché ci sono problemi da risolvere, cercando di lavorare bene d'inverno per migliorare. Manca velocità massima, ma soprattutto grip sul posteriore, cosa che determina anche l'altro problema. Se non riusciamo a far lavorare come si deve il posteriore la moto diventa molto difficile da guidare, è il punto fondamentale: dopo, certo, c'è anche da migliorare nel motore e nell'aerodinamica."
"Negli ultimi anni siamo partiti bene a inizio anno, ma abbiamo sofferto nella seconda metà. Il problema è che tutti gli altri progredivano, sviluppavano le loro moto, e noi invece non riuscivamo ad andare avanti. Gli ultimi finali di stagione sono stati piuttosto duri, con Yamaha."
Nulla di nuovo: le difficoltà della moto e quelle del pilota sono le stesse da diverse stagioni. E Valentino identifica con precisione il momento della svolta, della perdita di competitività.
"Il momento cruciale è stato fra il 2016 e il 2017, abbiamo iniziato a soffrire da lì. Fino al 2016 la M1 era molto competitiva, si poteva pensare di vincere le gare e i mondiali. Da lì in avanti abbiamo iniziato ad essere davvero in difficoltà. Ma ad essere sincero non so quanto sia dipeso da Yamaha e quanto invece dagli sforzi compiuti dagli altri costruttori: per come la vedo io, il fatto è che gli altri sono migliorati molto più di noi. Per ritrovare competitività dobbiamo riuscire a lavorare sullo sviluppo nel corso dell'anno come hanno fatto loro."
La MotoGP è un mondo di business e non è un ente pubblico, no-profit o caritatevole...
Cosa significa lasciare spazio ai giovani????!! Non siamo di fronte ad un posto di lavoro pubblico...
...E poi ci sono altri ambiti nei quali vengono lasciati i posti ai giovani?? Dove??? In politica?? Nelle aziende?? Negli enti pubblici??? Dove in F1? Il giovane Stroll corre in F1 per meriti propri? Per bravura??!!
Si può essere tifosi o meno di Rossi, ma ha tutto il diritto di continuare a correre e divertirsi se trova qualcuno che gli continua a dare una moto ufficiale...
Per molti sarà un'umiliazione che un campione come lui non riesca più a vincere, ma sono comunque affari suoi...
Come peraltro sono affari della Yamaha se vuole continuare a fornirgli una moto...
Possono far correre anche un novantenne se vogliono... E' il loro business!!