l'editoriale di Nico

Nico Cereghini: “Quella spia rossa di Pedrosa”

- Si accende una lucina sul cruscotto della Honda RC213V 1000 e tutto si ferma prima di eventuali rotture. Che fortuna essere avvertiti in tempo, questa sì che è una bella notizia. Non come una volta… | N. Cereghini
Nico Cereghini: “Quella spia rossa di Pedrosa”


Ciao a tutti! Dei recenti test di Sepang, così positivi per Dovizioso e così tribolati per Valentino, preferisco non occuparmene; lascio volentieri le analisi a Zamagni, e intanto tocco ferro, convinto che Andrea continuerà a far bene e che Rossi troverà il bandolo della matassa. Un dettaglio mi ha colpito: quella spia rossa che si accende sul cruscotto della Honda di Pedrosa, che stoppa le moto della HRC per una giornata intera e alla fine le dirotta in Giappone per un controllo non programmato (leggi l'articolo); benché non siano andate così male, hanno stracciato tutti…

Che bella cosa quella spia che avverte prima della rottura. La Honda non sarà stata così contenta del clamore suscitato, ma io mi rallegro per i piloti di oggi e la loro salute. Le corse di moto hanno una componente di rischio molto alta, purtroppo c’è il terribile incidente di Supersic a ricordarcelo tutti i giorni, e mi compiaccio che i cedimenti meccanici possano essere anticipati dai computer di bordo. Una volta non era certo così, e troppi hanno pagato un prezzo altissimo.

Fino a tutti gli anni Ottanta, con i motori a due tempi, i grippaggi erano così frequenti che ogni pilota teneva

Con i motori a due tempi, i grippaggi erano così frequenti che ogni pilota teneva costantemente l’indice della mano sinistra appoggiato alla leva della frizione, pronto ad afferrarla al primo segnale di indurimento del pistone nel cilindro

costantemente l’indice della mano sinistra appoggiato alla leva della frizione, pronto ad afferrarla al primo segnale di indurimento del pistone nel cilindro; e prima di ogni staccata era opportuno ingrassare con il manettino dell’aria. Vita dura, Cadalora e Reggiani ne sanno qualcosa, e soltanto con l’ultima generazione delle 500, quelle dell’era Rossi, si è raggiunta una quasi totale affidabilità.

Ricordo bene la mia meravigliosa Suzuki RG 500 del ’76: non riuscii a concludere nemmeno una gara di mondiale…
Anche con i quattro tempi, almeno negli anni Settanta, c’era poco da star tranquilli. La prima serie della Guzzi V7 Sport aveva la spiacevole abitudine di rompere il cambio con repentino bloccaggio dell’albero cardanico. A me capitò in rettilineo sui 120 all’ora e riuscii a tenere il controllo, ma altri non ebbero altrettanta fortuna.

Laverda 750SFC del 1971
Laverda 750SFC del 1971


Sulla celebrata SFC 750 Laverda del ’72 si spezzavano le mollette di richiamo del freno anteriore Ceriani, specie in pista quando eri al limite. Le ganasce spingevano autonomamente sul tamburo, sentivi il motore che perdeva giri sul dritto, e se provavi a fare un altro giro rischiavi il bloccaggio della ruota davanti. E poi catene della primaria e della distribuzione che saltavano, le Ducati che erano famose perché andavano smontate e rimontate dal concessionario coscienzioso prima della consegna, per non aver sorprese. E tante altre rotture più o meno tipiche. Alcune di quelle moto hanno fatto la storia, e le rimpiango, ma è meglio ricordare anche la loro fragilità meccanica. E poi, ecco la mia amarezza, nessuna spia rossa che si accendesse sul cruscotto .
 

  • Caos03
    Caos03, Sedriano (MI)

    Aprilia Futura

    Io la prima moto che comprai fu una Aprilia Futura 125 del 1990,era una bomba andava come un missile.Non ho mai avuto tranne che con mio padre,e le forze dell'ordine perchè andavo come un pazzo.Ma ricordo che all epoca erano in commercio la Honda NSR 125,la Gilera SP 01 e SP 02, la Gagiva Freccia C12,tutte regolarmente demolite,non avevano speranza contro la mia Futura.Quando incontrai le Mito ne facevano anche una con 7 marce,era botte lo stesso,io avevo gia il Gamma 250.
  • Brandon Alan Lee
    Brandon Alan Lee, La Spezia (SP)

    @Motoagrume

    La mia RS era decisamente affidabile, necessitava di manutenzione ma grossi problemi non ne ho mai avuti, ogni tanto succedeva qualcosa ma di entità bassa, tipo il faretto posteriore che di rado rimaneva acceso anche con la moto spenta eppure nessun contatto, cavetto della frizione che durante una bella tirata veniva letteralmente mangiato dal calore (mai capito che fosse, forse il cavo scadente perchè in pista reggeva e ci mettevo quello racing) o a volte decideva di non volersi accendere (ma imparai il trucchetto), la molla del cavalletto era paragonabile a quella delle mollette per stendere, la valvola alcune volte decideva di non aprirsi, ogni tanto la terza mi scendeva in seconda, il minimo si doveva regolare in base all'umidità perchè c'erano giorni che non lo reggeva e altri che era alto, ma non ho mai grippato per la strada, se non c'erano tracce d'olio nello scarico o in faccia alle vsiere dei tuoi amici e si sentiva "la zanzarina" esser troppo metallica, era buona cosa darci di tirata d'aria per ingrassare con relativa risata dei tuoi amici per il rumore che faceva, io la chiamavo all'epoca "mucca impazzita"!! ;-D

    Una cosa che adoravo!? Bacchettare le Cagivo Mito preparate dalla ruota fino al codino e a moto invertite bacchettarli nuovamente ma con una voglia matta di scendere perchè "detestavo" la Mito e il tipico utente!! ;-D ;-D ;-D
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