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Nico e Zam: i piloti della MotoGP si divertono davvero?

- Quattro chiacchiere in diretta con i nostri lettori. Lo spunto per partire è: Motogp e divertimento. C’è chi dice di divertirsi solo quando vince, Dovi che si diverte con il cross, Valentino che finché si diverte…

Andremo anche oltre: dal calendario che tra poco più di un mese prende il via ufficialmente con i test in Qatar, alle ultime news, alle condizioni di Marc Marquez e di Fausto Gresini che tengono gli appassionati con il fiato sospeso. Ma stasera partiremo dalla guida: tutti noi ci divertiamo, con la moto, guidando in strada, o nell’off road, o da amatori in pista. E loro?

La spinta a correre, fin da bambini, è legata per tutti al divertimento. Questo è certo. Ma la competizione genera stress, e mentre il pilota sale di livello l’impegno aumenta e la professionalità deve crescere per forza. Quanto spazio resta, davvero, per quel divertimento originale? Nella MotoGP di oggi ci si diverte ancora a guidare? O è soprattutto lavoro? Stasera alle 18, preparate le vostre domande!

  • gra61
    gra61, San Giovanni in Marignano (RN)

    NICOe ZAM complimenti per ciò che state facendo!
    Per cortesia trattate un po di tecnica relativa ai propulsori moderni ed in particolare elettronica,mi sembra che x noi utenti sia molto ma molto + interessante!
    Saluti,Grazie!
  • David.verdi
    David.verdi, Fidenza (PR)

    Io rovescerei il problema. Chi ha avuto l’idea di trasformare un divertimento, in un lavoro ?
    Difficile forse dirlo, ma tant’è. Credo che a questi livelli, il divertimento venga seriamente penalizzato dalle preparazione fisica, dieta, impegni promozionali, vita privata penalizzata, lunghi periodi senza poter deconcentrarti, lontano dai tuoi piccoli grandi affetti, rischio altissimo ad ogni fine settimana di gara, contrasti col compagno di squadra, gli sponsor ecc. fattori che ti frullano le palle oltre che la testa. Solo i campioni più navigati forse, riescono a trovare il tempo di divertirsi in tutto questo. I fidati che girano loro intorno, creano una cortina protettiva tutta intorno al pilota che lo isola da tutto ciò che è fonte di stress. Gli emergenti, al contrario, credo siano troppo concentrati a dimostrare di essere i migliori, di meritare interesse da parte delle squadre ufficiali. Alla fine credo, che questi cow-boy metropolitani, si riescono a divertire solo quando riescono ad uscire dal frullatore mediatico, che li tiene loro malgrado, con i riflettori sempre puntati addosso e questo accade quando non hai più nulla da dimostrare e corri solo per te stesso.
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