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Rossi: "La pazienza è finita nel 2011, ci vuole una moto competitiva"

- La situazione è a dir poco esplosiva: Valentino Rossi non ne può più e l’ha fatto sapere a tutti alla sua maniera, senza mezzi termini | G. Zamagni, Losail
Rossi: La pazienza è finita nel 2011, ci vuole una moto competitiva

 LOSAIL – La situazione è a dir poco esplosiva: Valentino Rossi non ne può più e l’ha fatto sapere a tutti alla sua maniera, senza mezzi termini. “La pazienza è finita nel 2011, ci vuole una moto competitiva. Io ho indicato quali erano i problemi, ma non sono un ingegnere, non so cosa bisogna fare per risolverli”. Dico la verità: ero convinto che Valentino avrebbe sbottato dopo la terza gara, ma ero stato ottimista…


SEPANG2: L’INIZIO DELLA FINE

Perché la situazione è precipitata? Intanto è importante premettere che, già nella passata stagione, Valentino non ne poteva più e soltanto la mancanza di alternative aveva evitato che il matrimonio motociclistico più sognato degli ultimi anni finisse con un divorzio prematuro. Negli scorsi mesi, in Ducati non si sono risparmiati, producendo uno sforzo che, personalmente, non avevo mai visto da quando seguo il motomondiale, rivoluzionando la Desmosedici proprio nel tentativo di accontentare Rossi. Ecco quindi il telaio perimetrale in alluminio, scelta rischiosa perché totalmente nuova per la Ducati, mentre i colossi giapponesi ci lavorano da trent’anni. Il debutto a Sepang, a fine gennaio era stato positivo. “Questa moto mi piace, finalmente sento l’anteriore” aveva dichiarato il campione di Tavullia, finalmente nuovamente sorridente. Ma l’ottimismo è durato poco ed è bastato tornare in Malesia a fine febbraio per il test successivo, per capire che qualcosa si era rotto nel rapporto Rossi-Ducati. “Non riesco più a guidarla” aveva detto un delusissimo Valentino alla fine della tre giorni di test. Poi, in quelli successivi di Jerez, aveva tuonato: “Tra Sepang1 e Sepang 2 ci sono state delle grandi idee rivoluzionarie che però ci hanno portato a fare schifo (non aveva detto esattamente così, NDA) nel secondo test: invece bisogna stare tranquilli e cercare di migliorare passo dopo passo. I miracoli non esistono, non si può trovare un secondo così, bisogna farlo piano piano”.
Il rapporto era ormai incrinato.


FRATTURA TRA TEAM E DUCATI

A complicare la situazione, c’è la mancanza di fiducia tra Jeremy Burgess e gli ingegneri Ducati: ciascuno non condivide il metodo di lavoro dell’altro. In Qatar, dopo le libere di venerdì, Rossi era moderatamente soddisfatto (“L’obiettivo è la seconda fila”), ma in qualifica la situazione è di nuovo precipitata (“E’ bastata una piccolissima modifica per non riuscire più a guidare la moto”), con alcune scelte che lasciano perplessi: se la moto non era così male, perché decidere di cambiarle entrambe per l’ora cronometrata? La logica dice che, in questi casi, una delle due moto rimane così com’è ed, eventualmente, si interviene sull’altra per poi fare decidere al pilota quale è meglio. Invece è stata seguita una strategia differente, che ha portato a un disastroso 12esimo posto, ultimo tra i piloti Ducati.

Rossi è un grandissimo campione, la Ducati una grandissima Casa, ma insieme non vanno d’accordo: bisogna farsene una ragione


QUALE FUTURO?

Così, Valentino ha perso ogni motivazione, come ha ben sintetizzato domenica sera. “Gli altri piloti Ducati vanno più forte di me? Barbera viene alle gare solo con l’obiettivo di arrivarmi davanti: se lui fa nono e io decimo è contento. Per quanto riguarda Nicky Hayden, dà la vita ed è contento se fa sesto a 28” dal primo. Ma io sono Valentino Rossi, sono abituato a ben altri risultati”.
La domanda è: come si fa andare avanti così per altri 17 GP? Non si può, ma, naturalmente, non c’è alternativa, a causa di contratti milionari che non si possono rompere a stagione iniziata. Ma se nel 2011 Valentino, in qualche modo, aveva tenuto botta per tutta la stagione, adesso veramente non ne può più e il rischio che faccia come Marco Melandri nel 2008 è altissimo. Rossi è un grandissimo campione, la Ducati una grandissima casa, ma insieme non vanno d’accordo: bisogna farsene una ragione.

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Commenti

  • Lucipher
    Lucipher, Sassuolo (MO)

    dampyr7289

    Scusami per il quesito ma potresti dirmi quanti anni hai e che esperienze di vita, dovendo rapportandoti con il prossimo per capirne il reale significato di una, particolarmente in lingue differenti dalla tua, esternazione, hai accumulate ?. Se non hai la dovuta familiarità con tutto cio tiu consiglierei molta cautela, spesso è molto più importante saper cogliere il tono del conoscere il significato dei termini utilizzati per comporre un discorso. Tu, come tanti altri, mi sempri un tantinello frettoloso nel trarre conclusione, ed altrettanto carente dell'esperienza necessaria al comprendere cosa voglia realmente esporimere colui che stai ascoltando.

    A me è spesso accaduto, a causa del mio lavoro, di dover comprendere cosa esattamente volessero esprimere persone che parlavano in una lingua che non è la loro. Non immagineresti mai quante "sorprese" potrebbe riservarti un simile esercizio. Questo tipo di esercizio sviluppa una grande sensibilità ai toni ed alla mimica facciale, sensibilità che spesso offre il modo di comprendere gli altri, molto più a fondo di quanto tantissimi possano immaginare.
  • dampyr7289
    dampyr7289, Milano (MI)

    Ok, mi sta bene......

    Ma se uno mi sorpassa per colpa del mio mezzo dico:

    "Purtroppo nei primi giri, a serbatoio pieno, la moto durante l'inserimento in curva non era ottimale, tant'è che anche Barbera è riuscito ad infilarmi"

    In questo modo avrebbe sottolineato l'inferiorità di Barbera, e avrebbe dato la colpa alla moto....

    Ritorno a dire, Valentino ha pesato e pesa le parole da sempre e se ha detto:

    "Ad un certo punto, dopo pochi giri, Barberà mi ha spinto fuori"

    voleva dire semplicemente:

    "Quel CO....NE di Barbera pur di passarmi sarebbe capace di sbattermi a terra rischiando di farmi rompere l'osso del collo..... brutto test di c....o come si è permesso..."

    Inoltre non capisco per continuare a difendere, non parlo di te, l'indifendibile.... Ha fatto una MI......TA con le sue dichiarazioni dopo gara, punto e basta............ Mi dispiace che purtroppo la Ducati non sia in condizione di prenderlo a pedate, ma penso che in molti lo avrebbero voluto fare, perché è quello che si meritava (poi a messo una pezza con le dichiarazioni a Stafelli, ma la frittata era ormai fatta)........ Nonostante sia (o sia stato) un grande campione.

    Lo ripeto, l'esperienza Ducati potrebbe mettere a rischio anche l'immagine di Valentino........ e ciò si vede dal cambio di atteggiamento dei MEDIA nei suoi confronti.


    Ciao ;-)
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