Borile Multiuso
La bella campagnola
La prova della Borile Multiuso
Vò Euganeo è un paesino ai piedi degli omonimi colli in provincia di Padova, conosciuto soprattutto per gli ottimi vini, ma negli ultimi anni anche perché sede della Borile. Abbiamo avuto modo di apprezzare le splendide moto create da Umberto (Borile), uomo schietto e diretto, con una manualità al di sopra della media, ma soprattutto con una genialità tecnica che fa della semplicità una caratteristica imprescindibile.
Siamo andati a trovarlo nel suo negozio/officina nel centro della cittadina padovana perché ci voleva mostrare la sua nuova creatura, una “motoretta” come la definisce scherzosamente, la Multiuso.
Il nome spiega già tutto, la monocilindrica realizzata da Umberto Borile è una moto con cui si può e si deve poter fare di tutto. Nata nella sua mente come semplice mezzo da lavoro e svago, una volta realizzata ha trovato immediatamente una serie di estimatori, primi tra tutti gli amici dello stesso Umberto, e poi tra la gente comune. Ci racconta Borile che una volta realizzato il primo modello definitivo, lo ha portato da un amico che possiede una boutique in centro a Padova e, lasciatolo parcheggiato per pochi minuti davanti alla vetrina del negozio, ha attirato tanta e tale attenzione che è scoccata la scintilla e ha deciso di produrlo in serie.
Supportato dai nuovi soci, la famiglia Bassi di Milano, e in particolar modo dal giovane Alberto Bassi, Umberto ha sviluppato questa piccola tuttofare, semplice e razionale come del resto tutte le moto della Borile. E a guardarla questa Multiuso, non si può certo affermare che non sia un mix di genio e razionalità. Premettiamo che qui di plastica non se ne vede, e che tutto è realizzato plasmando leghe e metallo, con il fine ultimo di contenere il peso ai massimi termini. Vi bastano 84 kg in ordine di marcia? Praticamente il peso di un vecchio “tubone” da 50 cc.
Adesso è arrivato il momento di andare per vigne e sterrati. In piedi sulle pedane della Multiuso tutto appare semplice e a portata di mano. Il motore non sarà ricco di cavalli, ma ha una erogazione che permette di fare tutto e di farlo facilmente. Un filo di gas e la Boriletta si arrampica come uno scoiattolo, mentre se qualche cosa non va per il verso giusto, i danni in caso di caduta sono, se non addirittura nulli, molto limitati. I freni, che su strada hanno dimostrato di essere discretamente potenti e perfettamente modulabili, sullo sterrato strappano un giudizio lusinghiero e consentono di gestire la Multiuso anche in condizioni critiche.
Cambio e frizione si comportano bene, il primo è preciso e non particolarmente lungo negli innesti dei rapporti, mentre la frizione sembra robusta e esente da affaticamenti. Il comando appare moderatamente pesante, ma mi riferiscono che è già pronta la modifica per le versioni di serie (quella che sto guidando è una pre serie).
Fatte le foto, si dovrebbe rientrare, ma la voglia di scorazzare ancora un po' in sella alla Multiuso è davvero tanta. Ci si trova a fare gli scemi su e giù per gli sterrati e i terrapieni, con un impegno fisico e mentale pari quasi allo zero, con il conosciutissimo “sorrisetto ebete” ben stampato sul volto, con la certezza che anche in città la Boriletta si troverebbe a suo agio, magari senza l'argano!
Pregi
Dimensioni e peso |Costi di gestione | “Unicità” | Multiuso di nome e di fatto
Difetti
Prezzo (ma quasi quasi lo metto tra i pregi visto che è fatta a mano con materiali di pregio)
Perplessità
Suggerirei un motore "Europeo" Giapponese" e ricarichi meno esosi.
Comunque mi è MOLTO simpatica.