Borile Multiuso 125
C’era una volta la Multiuso 230 (potete leggere qui la nostra prova); ve ne abbiamo parlato non poco un paio d’anni fa, quando ha fatto il suo debutto sul mercato lasciando tutti a bocca aperta e soprattutto spaccando in due i pareri del pubblico. Eh sì, perché la Multiuso o la ami o la odi. A noi la prima versione era piaciuta parecchio e ci siamo quindi avvicinati con tanta curiosità alla prova della nuova versione da 125 cc, creata principalmente vista la grande richiesta del pubblico straniero, come ci raccontano in Borile, e proposta al prezzo di 3.750 Euro (contro i 4.490 della 230 cc).
La breve presa di contatto ci ha dato modo di rimanere ancora una volta colpiti dalla passione e dall’intraprendenza del tanto amato Umberto, che in quel di Vò Euganeo non smette di immaginare, creare e stupire con le sue motociclette.
Com’è fatta e cosa cambia
Il concetto è sempre lo stesso, la Multiuso è e deve essere una moto in grado di fare qualsiasi cosa: portarvi ogni giorno in ufficio, garantire autonomia anche per brevi tragitti fuoriporta, far divertire tra sterrati e fuoristrada. E anche la versione da 125 cc si conferma una tuttofare mica male, forte della sua leggerezza e facilità di guida.
La bilancia segna 78 kg in ordine di marcia (10 in meno rispetto alla 230), e anche per questa nuova nata il telaio in alluminio funge altresì da serbatoio del carburante da 5 litri (i consumi passano dai 30 km/l della 230 agli oltre 35 della 125) e da cassa filtro; anche lo scarico (riuscite a vederlo?) è inglobato alla struttura del telaio e dotato di due camere di compensazione con catalizzatore.
La sospensione anteriore si avvale di una forcella regolabile Marzocchi, con steli dal diametro di 40 mm; al posteriore troviamo un forcellone oscillante in lega leggera con due ammortizzatori regolabili nel precarico molla e compressione. Anche l’impianto frenante non cambia: a fermare la Multi ci pensano due dischi Braking creati su misura per lei (flottante da 220 mm all’anteriore e da 200 mm al posteriore), entrambi a doppio pistoncino. Rimane anche la doppia scelta per quanto riguarda gomme e cerchi: per la configurazione stradale Borile propone un anteriore da 19” e un posteriore da 17” con pneumatici di tipo dual; per la versione motoalpinismo l’anteriore sale a 21” e il posteriore a 18”, con coperture da trial o dual.
Fin qui, dunque, abbiamo avuto modo di appurare che quasi nulla è cambiato rispetto alla 230. Anche la linea rimane la stessa: sottile come una sigaretta e con quei due spropositati occhioni luminosi che la contraddistinguono. Arriviamo quindi al vero protagonista della prova, la novità che ci ha portato di nuovo in sella alla Multiuso: il nuovo monocilindrico a 4 tempi da 124 cc raffreddato ad aria che eroga una potenza di 9 cavalli a 7.500 giri. Siamo curiosi di vedere come si comporta nel portare a spasso la piccola e leggerissima Multiuso.
Come va?
In sella, inutile ribadirlo, si sta come in bicicletta, ma ben più comodi - a dispetto dell’apparenza - ed è possibile ospitare senza problemi un passeggero, che può contare su una bella porzione della lunga sella e sulle comode pedane ripiegabili dedicate. Mettiamo in moto e il borbottio del monocilindrico si fa subito sentire, nulla a che vedere col bel sound cupo del 230, ma il piccolo propulsore ci fa capire che anche lui ha qualcosa da dire.
Ci accingiamo quindi a percorrere qualche chilometro di puro divertimento: i rapporti del cambio sono molto corti, la prima marcia rimane innestata per pochi secondi, le altre scorrono via più fluide e tranquille grazie a un cambio preciso e silenzioso, comandato da una morbida frizione che non affatica nemmeno nei frequenti cambi di marcia in città. Ci destreggiamo nel traffico davvero come fossimo in bici, l‘angolo di sterzo e il manubrio bello alto permettono manovre impensabili con qualsiasi altro tipo di moto, la leggerezza e la ciclistica azzeccata della Multi, che non si intimorisce nemmeno se si azzardano delle belle pieghe, fanno il resto.
Anche i freni, creati appositamente per Borile da Braking, contribuiscono ad infondere la giusta sicurezza in sella: pronti e modulabili ma mai troppo decisi. Le sospensioni, come già sottolineato nella prova della 230, si comportano alla grande sulle sconnessioni urbane e sui pavé, accusando soltanto le buche più secche dove la forcella soffre un po’. Siamo davvero curiosi di portare la piccola 125 anche in fuoristrada (come nel nostro test della 230), dove siamo certi darebbe il meglio di sé.
La Multiuso è una moto pensata da Umberto principalmente per chi lavora nei campi, tra le vigne dei suoi colli euganei, ma che si è dimostrata perfetta anche per chi, in città, vuole muoversi agevolmente e… con tutti gli occhi puntati addosso! Sì perché la piccola Borile gli sguardi li attira eccome, che siano di curiosità, ammirazione e perché no, anche di disappunto. Del resto, l’importante è che se ne parli, no?
Ma quindi, questa Multiuso, qualche difetto ce l’ha? Sì. Le vibrazioni del motore si fanno sentire parecchio su manubrio, sella e pedane, penalizzando il comfort nei tragitti più lunghi e nei rettilinei dove si spalanca il gas. E poi, a nostro modestissimo parere, quel godurioso motore da 230 cc (che rimane comunque a listino) è perfetto per la Multi e il piacere di guida che offre è ovviamente lontano dalle più tranquille prestazioni del piccolo 125 e dei suoi 9 cavalli. Un 125 che era giusto però introdurre in gamma, in primis per le richieste dei clienti e anche per avvicinare i più giovani al Marchio artigianale più famoso d’Italia, come ci spiega Alberto Bassi nell’intervista che abbiamo pubblicato qualche giorno fa.
W Borile cmq vada
ps
c'è chi ha messo in causa Bimota (quei "pazzi" in senso buono sono di un altro pianeta)