Spunti, considerazioni, domande dopo le libere del GP di San Marino
MISANO – Spunti, considerazioni, domande dopo le libere del GP di San Marino e della Riviera di Rimini.
Come hanno giudicato Jorge Lorenzo e Valentino Rossi il nuovo cambio seamless?
In termini molto positivi. Lorenzo: “Sono molto contento: non è un miglioramento grandissimo, ma rappresenta sicuramente un passo in avanti. Se lo avessimo avuto a Indianapolis e a Brno avremmo potuto vincere”. Più o meno sulla stessa lunghezza d’onda il compagno di squadra.
Con il cambio seamless bisogna intervenire in qualche modo sull’assetto?
Risponde Rossi: “No per quanto riguarda ciclistica e sospensioni, mentre cambiano i controlli elettronici, perché la moto si impenna di meno in accelerazione”.
E’ stata una giornata con tante cadute – 26 in totale, come al venerdì del 2012, quando le condizioni climatiche erano decisamente peggiori -: perché?
Risponde Marquez: “Il grip dell’asfalto non è perfetto e soprattutto ci sono tante buche che creano parecchi problemi”. Una tesi condivisa da tutti gli altri piloti.
A metà delle FP2, Marquez ha perso il controllo dell’anteriore a forte velocità, perdendo anche il piede dalla pedana destra: come ha fatto a non cadere?
Risponde Marquez: “Sinceramente non lo so: ho allargato il gomito istintivamente (come ha fatto tante volte in Moto2, NDA), ho chiuso gli occhi e quando li ho riaperti ero ancora in sella…”. Come al solito, lo dice con un sorriso grande così.
Chi ha tenuto il passo migliore nelle FP2?
Marquez (11 giri in 1’34” basso), Pedrosa e Rossi sullo stesso piano, quindi Lorenzo.
Come mai Cal Crutchlow è solo decimo a 1”008 da Marquez?
Risponde Daniele Romagnoli, capo tecnico di Crutchlow: “Siamo in difficoltà: Cal ha poca fiducia con l’anteriore, ha sempre paura di perdere il controllo della M1 in frenata. Abbiamo fatto tanti cambiamenti di bilanciamento dei pesi ma, per il momento, è servito a poco”.
Il primo posto tra i “ducatisti” di Michele Pirro è una sorpresa?
Sì per certi versi, ma non più di tanto: su questo tracciato, Michele ha girato più di ogni altro rivale e compagno di squadra. “E poi io sono ancora un pilota”! sottolinea con orgoglio Michele, che conferma anche come la Ducati, comunque, sia riuscita a fare dei miglioramenti rispetto a inizio anno.