Stoner, escluso il rientro in sostituzione di Pedrosa
Stoner ha sicuramente lasciato un grande vuoto fra gli appassionati, abbandonando la MotoGP davvero molto in anticipo rispetto ai tempi solitamente ritenuti normali. Non ha lasciato da vincitore, soprattutto a causa dell’infortunio che gli fece saltare buona parte della stagione 2012, ma sicuramente il suo ritiro è avvenuto quando l’australiano aveva ancora molto da dire.
Non avendo mai veramente smesso di andare in moto – ha continuato la sua attività di collaudatore per Honda, e correrà per loro la 8 ore di Suzuka – nel momento in cui Pedrosa si è dovuto fermare per operarsi al braccio ha voluto proporsi come sostituto, causando però il grande rifiuto da parte di Honda. Un rifiuto che sembra avere un po’ appannato i rapporti fra Stoner e la Casa dell’ala dorata, ma senza particolari ripercussioni.
Il rifiuto è stato motivato con la necessità di preparazione da parte di Stoner per partecipare alla MotoGP: una gara nella massima specialità non si improvvisa, e per quanto a Casey potesse far piacere godersi una “gita premio” fra i vecchi amici, il suo rientro avrebbe avuto ripercussioni troppo pesanti per tantissimi motivi sul team, su Marquez ma anche su sé stesso. Perché nonostante quello che ritengono i tifosi più incalliti, al momento attuale Stoner non ha il passo necessario per competere in MotoGP, né lo avrebbe recuperato nel giro di quattro turni di prova.
Un suo ritorno difficilmente avrebbe dato risultati molto diversi rispetto a quello di Troy Bayliss in Superbike. Contrariamente al connazionale, però, Stoner sarebbe invece ancora abbastanza giovane per tornare a correre in pianta stabile, ed ecco il perché Shuhei Nakamoto, nella conferenza stampa di stamattina, ha parlato di una possibilità 2016.
A prescindere da travisazioni motivate dalla voglia di rivedere in pista Stoner, l’affermazione del boss di HRC non ha altro significato se non l’apertura a schierare Casey se quest’ultimo avesse voglia di tornare decidendo in anticipo un programma di allenamento, test – insomma, lavoro – necessario a rientrare da pilota competitivo. Sostanzialmente, se avesse voglia di tornare a girare per il mondo per tutto l’anno, di lavorare su sé stesso e sulla moto per puntare a vincere un titolo mondiale. Ovvero, sostanzialmente, se avesse voglia di tornare a fare tutte quelle cose per cui ha invece deciso di ritirarsi con grande anticipo rispetto alla sua condizione agonistica, che gli avrebbe facilmente permesso di continuare a lottare per il titolo iridato per molti anni a venire.
Ecco perché, a voler guardare la realtà delle cose senza le lenti rosa del Wishful Thinking, come lo chiamano gli anglofoni, il rientro di Stoner non si concretizzerà. A meno che il ritiro dorato del due volte iridato non sia poi così dorato, e che il richiamo della velocità non fosse più forte di quanto lo stesso Stoner non voglia ammettere. Poche volte come in questo caso saremmo felici di sbagliare un pronostico.
In Hrc lo sanno benissimo.
Molto meglio (se ci sara' la possibilita') una wild card a Philip Island, li la pista potrebbe compensare l'inattivita' prolungata di Stoner. A quei livelli un rientro improvviso e senza alcuna preparazione sarebbe deleterio soprattutto per il pilota (anche se si chiama Stoner).
Probabilmente Stoner ha voglia di tornare e in Hrc non intendono bruciarlo. Conoscendo l'imprevedibilita' di Stoner probabilmente in Honda stanno sondando la sua reale voglia di rimettersi in discussione al 100% nel 2016.
Attualmente potrebbe ben figurare in prova (4°/5°) ma in gara avrebbe enormi problemi di tenuta, oltretutto si troverebbe in difficolta'nelle varie situazioni di gara avendo perso gli automatismi necessari a quei livelli dovuti proprio all'inattivita'.
Ovviamente i tifosi si chiedono :" pero' sarebbe meglio del giapponese" sicuramente sarebbe meglio, ma Stoner non e' sacrificabile mentre il giapponese lo e',oltretutto si verificherebbe una situazione di tensione e di pressione in un momento difficile per Hrc tutta presa in questo momento a riportare Marquez in testa alla classifica.
Sulle prestazioni di Stoner prenderei per buona la dichiarazione che diede il suo ex capo meccanico Bruno Leoni proprio all'intervista con Zam quando disse che pur guidando poche ore all'anno durante i test di passo girava circa 1 secondo più piano dei migliori senza mai vederlo intraversare la moto e quindi senza andare al limite... Tanto per fare un paragone sarebbe stato tra il 4 e il 6 in classifica....
Ma a questo punto la domanda che mi sorge spontanea è: "possibile che uno orgoglioso come Stoner si sarebbe "accontentato" di un piazzamento oppure lui sa di avere nel polso quel secondo per stare con i primi...?" Bah.... purtroppo temo che non lo scopriremo mai....