Stoner: "Sono al 50%, ma volevo tornare"
MOTEGI – Mentre Jorge Lorenzo e Dani Pedrosa ripetono più o meno le stesse frasi di Aragon – Lorenzo: «L’obiettivo è sempre lo stesso: provare a conquistare la pole e la vittoria. Ma se non ci dovessi riuscire va bene anche il podio»; Pedrosa: «Inutile pensare al campionato o alle tre gare consecutive: adesso siamo in Giappone e bisogna fare bene qui e divertirsi», Casey Stoner assapora di nuovo il gusto del motomondiale, delle gare dopo l’operazione alla caviglia destra.
«I medici mi hanno detto che ho fatto benissimo a farmi operare, era l’unica soluzione. L’intervento è servito per pulire la caviglia e sistemare i legamenti, anche se non sono stati “ricuciti”: per farlo ci vorrà un’altra operazione. Non cammino più con le stampelle, ma, sinceramente, speravo di aver recuperato il 70-80% della mobilità, invece sono solo al 50%, ma i medici dicono che è normale che sia così. Piuttosto, dovrò stare molto
attento, perché un altro incidente sulla stessa caviglia potrebbe avere conseguenze pericolose».
Ma la voglia di tornare era superiore al rischio.
«Non ne potevo più di stare a casa quasi immobile sul divano o sulla poltrona, costretto a fare fisioterapia mentre gli altri correvano. Avrei voluto finire in maniera differente la mia carriera, anche perché ho perso GP a noi teoricamente favorevoli. Vediamo domani come reagirò sulla moto: a preoccuparmi sono soprattutto i cambi di direzione, in una pista molto stressante per il fisico».
Come era prevedibile, Stoner non vuole sentire parlare di giochi di squadra, di aiuti a Pedrosa.
«Nessuno della Honda me lo ha chiesto e spero proprio che non me lo chiedano: il motociclismo è uno sport individuale, il titolo te lo devi meritare».
Rolling Stoner...
ivan.r