Test MotoGP Misano: tempi, analisi e commenti
Quattro Yamaha ai primi sei posti, con un tempone di Fabio Quartararo (1’31”639) a un decimo dalla pole position di Jorge Lorenzo durante il Gran Premio dello scorso anno. Un verdetto che potrebbe sembrare una conferma dei progressi fatti da Yamaha nelle ultime gare, ma che naturalmente va interpretato nell’ottica, appunto, di una sessione di test.
Non è forse un caso se i migliori riferimenti sulla M1 siano stati staccati da Quartararo e Franco Morbidelli, che hanno naturalmente lavorato alla preparazione della gara, mentre i due ufficiali (Valentino Rossi ha chiuso quarto, Maverick Viñales sesto) hanno lavorato forse più sulla valutazione delle (tante) componenti portate da Yamaha, che ha mostrato qui a Misano una determinazione davvero notevole, anche al di là dei risultati ottenuti.
Solo Danilo Petrucci e Jack Miller, rispettivamente sul finale dei test e nella mattina di venerdì, sono stati capaci di infilarsi nel quartetto di M1. Anche per Ducati si sono viste novità, almeno dall’esterno, soprattutto sul profilo aerodinamico - con qualche exploit anche da parte di Bagnaia - anche per l’utilizzo della gomma extrasoft di Michelin che ha un po’ sparigliato le carte: con un mossa un po’ a sorpresa, Michelin ha infatti portato uno pneumatico morbidissimo, che però non verrà utilizzato in gara. Una gomma-laboratorio che servirà ai tecnici di Clermont-Ferrand per studiare evidentemente nuove mescole, anche se viene il dubbio che si stia meditando di reinserire la gomma da qualifica, da sempre specialità della Casa Francese, per introdurre un ulteriore elemento di strategia e incertezza nelle prove, come del resto avviene già in Superbike.
Grande riserbo, invece, sulle novità di Honda, che ha portato una moto laboratorio provata sia dal collaudatore titolare Bradl che da Márquez. Bene anche KTM, con Pedrosa ed Espargaró, così come Suzuki, che ha visto il rientro di Joan Mir dopo il brutto incidente dei test di Brno.
Sotto la classifica combinata dei tempi, vediamo Casa per Casa le novità e i giudizi dei piloti.
Yamaha: tante novità, forse già dal GP
Iniziamo la nostra analisi da Yamaha, sia per la prestazione che per l’impegno tecnico. La Casa di Iwata ha infatti portato diverse importanti novità qui a Misano, dopo aver iniziato il lavoro in ottica 2020 in occasione dell’appuntamento di Brno. Evoluzioni tutte più o meno promosse dai piloti, entrambi soddisfatti - più Rossi, nonostante le due cadute senza conseguenze di cui è stato protagonista, mentre Viñales è stato meno positivo.
Iniziamo naturalmente dal forcellone in carbonio, immediatamente promosso da entrambi i piloti. La componente dovrebbe permettere una gestione più precisa della flessibilità laterale, e quindi migliorare quella trazione in uscita di curva che costituisce il tallone d’Achille della M1. Offrendo infatti il giusto livello di flessibilità a moto molto piegata, dove la sospensione giocoforza può lavorare fino a un certo punto, il forcellone in fibra di carbonio dovrebbe garantire una miglior aderenza alla gomma posteriore. Stando alle dichiarazioni dei piloti, potremmo vederlo già nel GP qui a Misano.
Yamaha ha portato anche una nuova specifica di motore, sulla quale però Valentino è stato più tiepido: è un passo avanti, ma ancora insufficiente a colmare il gap verso gli avversari. Nel pomeriggio ha però debuttato un nuovo scarico Akrapovič a doppia uscita, che ha migliorato il bilancio. A differenza del forcellone, però, difficilmente rivedremo motore e scarico sulla M1 prima di fine anno.
Chiudiamo con la protezione aerodinamica in zona ruota anteriore: una copertura per il disco freno con presa d'aria per raffreddarlo. E' apparsa sulla Yamaha di Rossi.
Nessuna novità tecnica, ovviamente, sulle due moto del team Petronas: i due piloti si sono concentrati sulla messa a punto in ottica gara.
Valentino Rossi: "Prima abbiamo provato il prototipo 2020, poi ci siamo concentrati su alcuni particolari nuovi che potremo usare anche nella parte finale della stagione. Il test, in generale, non è andato così male, perché siamo riusciti a migliorare il grip sul posteriore e l'accelerazione. Ho un buon feeling, siamo competitivi."
Maverick Viñales: "Abbiamo cercato di lavorare molto in ottica gara - per lo più sull'assetto, soprattutto per cercare di migliorare nei primi giri. Oggi è andata un po' meglio del primo giorno, quindi sono abbastanza soddisfatto, anche perché abbiamo migliorato abbastanza in condizioni di caldo. Ho guidato molto con il caldo, cercando di fare una simulazione di gara, e ho trovato un buon passo, quindi sono abbastanza soddisfatto."
Ducati: sviluppo aerodinamico
Ancora sviluppi aerodinamici per Ducati, che ha portato sulla moto di Michele Pirro una carenatura nettamente diversa nell'andamento laterale e nelle appendici arodinamiche rispetto a quella utilizzata da Andrea Dovizioso e Danilo Petrucci. Si nota infatti un cupolino molto più spostato in avanti, con appendici aerodinamiche che si raccordano sulla punta, ma anche una parte inferiore della carenatura che va a formare una "V", quasi a fare spazio per una componente sotto il motore.
Molto bene, naturalmente, Danilo Petrucci, mentre Andrea Dovizioso è stato giocoforza limitato dai postumi della terribile caduta di domenica scorsa. Bene anche i due piloti del team Pramac, che hanno ovviamente lavorato in vista della gara.
Andrea Dovizioso: “Fortunatamente sono riuscito a fare un giorno e mezzo di test e fisicamente sto bene. Nei giorni scorsi siamo riusciti a fare un bel lavoro a casa: ho recuperato abbastanza bene la forma fisica e sono riuscito a girare, anche se sono ancora un po’ acciaccato. E’ stato molto importante girare, anche perché abbiamo trovato una pista abbastanza diversa rispetto all’anno scorso, con meno grip e perché c’erano anche tutti gli altri piloti, e abbiamo potuto fare delle prove interessanti in ottica gara, sia di materiali che di set up. Non sono ancora completamente soddisfatto della nostra velocità però era importante riuscire a scendere in pista in questo test: ce l’abbiamo fatta, e adesso ci prepareremo bene per essere pronti nel weekend di gara."
Danilo Petrucci: “Sono stati due giorni molto importanti perché poter provare sulla stessa pista su cui correremo fra due settimane, considerando le condizioni diverse dell’asfalto con meno grip, ci ha consentito di capire tante cose in ottica gara. Abbiamo fatto molte prove interessanti e sono soddisfatto del lavoro che abbiamo fatto anche se sicuramente dovremo ancora migliorare nel weekend di gara. In ogni caso sono contento del mio passo e fiducioso per il prossimo GP."
Michele Pirro: “In questi due giorni siamo riusciti a lavorare su diversi aspetti, sia di ciclistica che relativi agli nuovi pneumatici portati da Michelin, soprattutto in ottica gara visto il cambiamento di grip dell’asfalto. Abbiamo diverse idee e speriamo che fra due settimane la temperatura sia un po’ meno alta, perché sicuramente un po’ più di fresco ci potrebbe avvantaggiare.”
Honda: lavoro sul GP e con la "laboratorio"
Test insolito per Honda: per una volta, Marquez si è visto poco nelle prime posizioni, chiudendo in un'atipica decima posizione nella classifica dei tempi. Jorge Lorenzo si è (giustamente) arreso al dolore dopo 31 giri, preferendo risparmiarsi per la gara, e tutta l'attività è stata svolta dal campione del mondo e da Stefan Bradl.
I 168 giri totali di Marquez si sono divisi fra la RC-V 2019, su cui correrà il GP fra due settimane, e la moto laboratorio che ha diviso con Bradl e Cal Crutchlow. Come al solito davvero incredibile la cura che Honda riserva ai suoi prototipi - anche le moto laboratorio sembrano moto di serie, come si può ben vedere dalla foto qui sotto.
Naturalmente, bocche sigillate sulle novità della moto laboratorio. Crutchlow, dolorante, è apparso meno tranquillo del solito, lamentandosi delle condizioni della pista. Il fatto che a Silverstone abbia parlato di ritiro non sembra un caso.
Marc Márquez: "Un test piuttosto impegnativo, perché stiamo già lavorando in ottica 2020. Abbiamo iniziato con un po' di lavoro sulla moto 2019, per essere sicuri di finire la stagione nel migliore dei modi. Poi siamo passati a provare qualche componente per il 2020 - in generale, un buon test, in cui abbiamo sfruttato nel modo migliore il tempo a disposizione. Io mi sono trovato bene, e alla fine possiamo dire di aver capito molte cose."
Cal Crutchlow: "Abbiamo steso un programma molto completo di test per migliorare il mio feeling con la moto qui a Misano: dovevamo provare un sacco di cose, oltre a trovare un buon assetto di base da usare fra un paio di settimane. E poi c'erano un sacco di cose da provare per HRC e Michelin, il che significa che non abbiamo cercato il giro veloce. Abbiamo lavorato duro per migliorare, ma credo che abbiamo margine di miglioramento. Non sono troppo preoccupato del tempo sul giro - peraltro spesso succede che qualcuno faccia un gran giro che poi non riesce a ripetere nel weekend di gara, spero che per me succeda il contrario, visto che di solito nel weekend vado più forte. Vedremo come andrà, l'anno scorso Misano era stata una bella gara, spero di potermi ripetere."
KTM: la cura Pedrosa dà i primi risultati
In casa KTM è stato bello rivedere in sella Dani Pedrosa, a cui è stato affidato lo sviluppo della moto 2020, che almeno ufficiosamente sembra essere molto più performante dell’attuale, se non addirittura della Honda RC-V, almeno a parità di pilota.
Al di là delle boutades da social, Pedrosa (che gode della stima incondizionata di Honda, tanto da aver ricevuto una proposta per sostituire l’uscente Johann Zarco) sembra davvero aver svolto un ottimo lavoro: al di là del cronologico (per la cronaca, Dani è stato il più veloce in sella alla KTM...) la RC16 2020 è stata promossa senza riserve da Pol Espargaró, sottolineando come costituisca un netto passo avanti in termini di precisione, velocità in percorrenza e comunicativa in uscita, dove offre una maggior sfruttabilità nel momento in cui inizia il sovrasterzo.
Aprilia: nuova organizzazione
In casa Aprilia ha debuttato la nuova organizzazione del team, con Fabrizio Cecchini promosso al ruolo di coordinatore tecnico per tutto il team. L’ex capotecnico di Andrea Iannone ora avrà il controllo di tutta la squadra: il suo ruolo verrà preso da Pietro Caprara, che fino ad oggi aveva seguito Bradley Smith nel test team, mentre Aleix Espargaró continuerà a lavorare con Antonio Jimenez.
Purtroppo, dal punto di vista tecnico non si è visto nulla di nuovo sulla RS-GP, che secondo il pilota spagnolo continua a soffrire di mancanza di trazione. Un problema mascherato dalla gomma extrasoft che gli ha permesso di staccare un bel nono tempo, ma che però - come abbiamo già detto - non verrà portata in gara. Più positivo Iannone, che ha preso confidenza con il suo nuovo capotecnico e ha provato soluzioni in vista della gara.
Suzuki: rientra Mir
Poco da segnalare in casa Suzuki, se non ovviamente il rientro di Joan Mir dopo il brutto incidente ai test di Brno. Entrambi i piloti hanno lavorato su diversi telai, il tutto naturalmente in prospettiva 2020, senza brillare troppo - nemmeno Alex Rins, pur reduce dal auccesso del GP di Silverstone.
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gianca7565, Salsomaggiore Terme (PR)Caro Marci se mi dici dove fanno il corso di monopattino lo faccio volentieri è in sei mesi imparerò qualcosa di nuovo. Grande. Mi dispiace invece per te per qui da me corsi per te non ne fanno. 👍👍
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stevie812, Bologna (BO)Andrea.Turconi premesso che nessuno di noi può sapere la verità, mi sembra piuttosto plausibile considerare che in yamaha la coperta sia molto corta. Mettere a posto la moto per le qualifiche significa distruggere le gomme in gara, e cercare un setting che consenta di arrivare decentemente a fine gara di norma (non sempre) pregiudica le qualifiche. Per questioni di temperatura differente per lo più. Ora, dati alla mano, spesso capita che Quartararo e Vinales in qualifica siano dei missili e in gara affondino, e che Rossi in qualifica faccia schifo ma in gara sia davanti alle altre yamaha. Quindi si, yamaha può essere molto competitiva sul giro singolo, ma quel setup non è efficiente per la gara. Quartararo non ha esperienza per gestire una situazione del genere, quindi fa la cosa più ovvia, ovvero mettere a posto la moto per le qualifiche, dimostrare di essere fortissimo, e in gara prendere quel che viene. Rossi, notoriamente non a suo agio con il giro secco e questo format di qualifiche, invece punta alla gara. Questo credo spieghi abbastanza plausibilmente le differenze tra team ufficiale e satellite. Su Vinales invece concordo.