Valentino Rossi: "Ecco come è successo"
Intervistato a Tavullia da Guido Meda per Sky, giovedì, Valentino Rossi è apparso abbastanza sereno, la frattura è meno grave di quella del 2010, sotto il gesso leggero la gamba comincia a sgonfiarsi. Ma certamente lo aspettano giorni difficili per il recupero e la riabilitazione.
Come è successo?
«Era un giro di enduro con gli amici e i ragazzi dell'Academy, un percorso che faccio da quando avevo diciotto anni. Sarà stata la centesima volta che passavo di lì... e in discesa, in piedi sulle pedane con la seconda... forse un sasso, la ruota si è girata a sinistra, ho messo giù il piede destro, c'era uno scalino, sono andato giù con la moto sulla gamba».
«Mancavano quattrocento metri e il giro era finito. Gli amici hanno cercato aiuto, senza dire che il ferito era Valentino Rossi, e un signore è stato veramente bravo, è riuscito ad arrivare con una piccola jeep Suzuki fino a cinque metri da me. Lì è stato il momento peggiore, con le buche, dentro il bagagliaio, e la frattura che ballava, il dolore è stato forte».
Una stupidata, con il senno di poi?
«Per un pilota di moto la cosa migliore è allenarsi con la moto. Certo, è già la seconda volta che mi faccio male quest'anno... ma l'enduro -ha aggiunto Valentino ridendo - non era neanche nella black list! E non posso mica allenarmi con la play station...».
Rientro? A Motegi?
«Vorrei rientrare a Motegi, ma dipende dalla gamba e adesso non si può dire. Nel 2010 sono tornato a correre dopo 41 giorni, per Aragon sembra troppo difficile, ma vediamo. Io mi darò da fare, mi alleno il mattino e faccio la fisioterapia nel pomeriggio. Non guideró la moto e però tutte le rotture me le devo prendere. La gara? La vedrò qui a casa con gli amici. Soffrirò, mi dispiace tantissimo di non esserci anche perché dopo la pausa estiva stavo andando bene. Ma sarà una bella domenica, c'è il Dovi e ci sono tanti italiani che possono farcela in Moto2 e Moto3. Da tifoso, a Misano - conclude Rossi - andrei uguale, e non credo che ci saranno defezioni».
Qui da me c'è una strada in salita che entra in una galleria, saranno 4 km ma sembra una pista, sulla parete rocciosa di una montagna in questo percorso c'è scritto: ANDATE AL MUGELLO CAATE sapeste voi quanti invece di andare li andrebbero in pista ma non possono..tutto questo per dire che visto che lui ha le possibilità di fare il suo sport in posti più idonei e con meno rischi, si può permettere di allenarsi in posti incredibili, senza poi dover oltretutto salire sulla macchina di turno che lo carica tipo bestia ferita e lo porta in ospedale...grande campione, fenomeno che ha dato tanto a questo sport, che si allena tanto per essere al top, ma dove sta il confine tra allenamento e rischio lo può sapere solo lui, per il resto le mie sono chiacchiere da bar, come è giusto che sia, seguire questo sport è un semplice passatempo non un lavoro.