Javier Alonso, SBK: "Ridurre i costi, aumentare i team e mantenere incertezza e spettacolo"
A Phillip Island abbiamo incontrato Javier Alonso, Direttore della Superbike, viene considerato da molti il braccio destro di Ezpeleta. Assieme a Daniel Carrera, WSBK Championship Director, Gregorio Lavilla (ex pilota Superbike ritiratosi dalle competizioni nel 2009 e vincitore del BSB nel 2005) WSBK Sporting Director e Marc Saurina, WSBK Commercial e Marketing Director, fa parte dello staff che si occuperà dell’organizzazione del campionato mondiale eni FIM Superbike.
E’ stato un incontro interessante, e Alonso è stato molto disponibile. Un incontro con il nuovo gestore del mondiale Superbike che è servito a chiarire aspetti che nei mesi scorsi avevano gettato molte ombre sul futuro dei campionati delle derivate dalla serie. Javier Alonso ha negato che Dorna abbia mai affermato di voler far scomparire le classi Stock ed ha fermamente dichiarato che al momento la società spagnola non è in grado di decidere e di cambiare le regole. Serve più tempo. Però l’urgenza, la “condicio sine qua non” per garantire un futuro alla Superbike è quella di ridurre i costi, aumentare team e piloti e mantenere quell’incertezza e quello spettacolo che hanno da sempre caratterizzato questo campionato. Per farlo Dorna ha chiesto il parere e l’intervento dei team e delle case ed ha riportato in Superbike la MSMA (Motorcycle Sports Manufacturers Association) l’associazione che cura gli interessi delle case costruttrici che partecipano alle competizioni. Un evento storico per la Superbike: la MSMA se n'era andata nel lontano 2002, con le case giapponesi in completo disaccordo con Flammini.
A Phillip Island si è tenuta la prima riunione tra MSMA e Dorna ed è stato subito affrontato il problema della riduzione dei costi. Come era logico attendersi, sembra che le case si siano dichiarate contrarie ad una trasformazione della Superbike in Stock, mentre alcune di esse si sono dimostrare favorevoli ad una riduzione dei costi delle moto, che per Dorna dovranno avere un tetto massimo di 250.000 euro. Il giorno prima della riunione con i costruttori si era tenuto anche un incontro tra Dorna ed i team. Incontro interlocutorio, con le due parti che si incontreranno nuovamente ad Aragon in occasione del secondo round del mondiale
La volontà di Dorna, come afferma Alonso nella nostra intervista, è quella di preparare al più presto un nuovo regolamento tecnico che riduca i costi, ma che tenga conto delle necessità dei team e dei costruttori. Un obiettivo importante, ma anche un compito decisamente difficile.
Sono ormai alcuni mesi che Dorna gestisce la Superbike. Cosa proporrete di nuovo ai team e alle case?
«Abbiamo bisogno di più tempo. Noi siamo arrivati da poco e dobbiamo imparare ancora molte cose, per noi è un campionato nuovo. Logicamente abbiamo una grande esperienza nella gestione dei campionati motociclistici, che ci deriva principalmente dalla GP, però ogni campionato fa storia a se. Ad esempio noi siamo gli organizzatori anche del CEV Spagnolo, ma lo facciamo in modo diverso rispetto alla GP. E la Superbike è un campionato totalmente diverso da tutti gli altri. Stiamo guardando ed ascoltando, solo successivamente apporteremo delle modifiche. Ma lo faremo assieme ai team ed ai costruttori»
Siamo d’accordo con lei, ma quello che ci sta dicendo non coincide con le dichiarazioni rilasciate da Ezpeleta, che ha parlato invece di riduzione del numero dei motori e successivamente di cancellare le classi Superstock.
«Non abbiamo mai detto che cancelleremo le classi Stock 600 e 1000. Quello che stiamo facendo è ascoltare i nostri interlocutori, in questo caso team e Case costruttrici. E’ chiaro che in questo momento di crisi economica mondiale dobbiamo trovare una formula che aiuti le squadre dal punto di vista economico e che faciliti l’ingresso di nuovi team e piloti. Attualmente non è così, tanto che abbiamo fatto molta fatica a schierare 19 piloti al via in questa stagione 2013. Se non cambiamo la tendenza e non apportiamo modifiche probabilmente il prossimo anno i piloti al via potrebbero essere ancora meno e questo non è ammissibile per un campionato di moto derivate dalla serie. Noi stiamo lavorando per ridurre i costi ed al momento stiamo pensando a moto che non costino più di 250.000 euro. In questo modo le squadre spenderebbero molto meno. Sia chiaro: è solo una proposta. Proprio qui a Phillip Island avremo degli incontri con i team e con le case costruttrici e ci sarà un incontro con la MSMA, cosa che in Superbike non accadeva dal 2002. Pensiamo che sia molto importante riprendere un discorso con le Case: questo è il mondiale delle moto derivate dalla produzione ed è indispensabile quindi che vi partecipino i produttori. Non appena abbiamo iniziato a gestire il mondiale Superbike abbiamo chiesto alla FMI ed alle Case di entrare con noi nella gestione di questo campionato. Se in queste riunioni usciranno delle proposte noi saremo disponibili a valutarle: se i costruttori ad esempio vorranno organizzare una classe di moto da 250 cc, perché in questo momento di crisi il mercato richiede questa cilindrata valuteremo questa proposta assieme alle case ed ai team. Siamo completamente aperti al dialogo, a condizione che i nostri interlocutori siano in sintonia con noi al fine di migliorare le attuali regole, per il bene dei mondiali delle derivate dalla serie»
Cosa c’è di vero nel fatto che le Superbike in futuro possano essere più vicine alle Stock?
«Il nostro obiettivo è solo quello di ridurre i costi perché attualmente nessuno ha la possibilità di investire nelle competizioni. Se per farlo bisognerà avvicinare le Superbike alle Stock lo faremo. La FIM però ha fatto una proposta diversa, che prevede che i regolamenti Superbike si avvicinino invece maggiormente a quelli del mondiale Endurance. Ci sono varie proposte e noi siamo qui per ascoltarle e valutarle, ma lo faremo assieme ai costruttori ed alle squadre, nelle riunioni e negli incontri che si svolgeranno ad iniziare da questo primo round australiano»
E’ giusto portare il costo delle moto a 250.000 euro, ma cosa pensate di fare per ridurre i costi dei componenti? Potrebbe essere inutile abbassare il costo delle moto se poi ad esempio le forcelle continuassero a costare decine di migliaia di euro tra materiali ed assistenza.
«Siamo a conoscenza di questo problema e pensiamo di affrontarlo con l’esperienza che abbiamo maturato a tal proposito in GP. Ad esempio in GP, per quanto riguarda i freni, Brembo ha diverse proposte con diversi costi e noi stiamo collaborando con l’azienda italiana per arrivare ad una sola offerta, ad un kit uguale per tutti. Non ha senso che chi ha una maggiore possibilità economica possa acquistare componenti decisamente migliori che gli permettano di primeggiare su team che invece hanno meno soldi a disposizione. Stiamo quindi cercando di livellare anche i componenti, studiando con i fornitori una o al massimo due soluzioni»
Il mondiale Superbike è iniziato, ma non esiste ancora un calendario definitivo.
«Per quanto riguarda il calendario abbiamo ereditato una situazione difficile e complicata. Stiamo lavorando sul breve termine e sulla media/lunga scadenza. Andremo sicuramente in India in quanto abbiamo risolto i problemi che ci hanno costretto a spostare la data del round di Delhi.
Inoltre stiamo cercando di risolvere altre due situazioni alquanto complicate e che prevediamo di riuscire a risolvere nell’arco di due o tre settimane. Posso assicurarvi che non andremo a Zeltweg, come parte dei media avevano invece sostenuto, e che esistono dei grossi problemi che riguardano Silverstone, per il quale stiamo cercando di trovare un’alternativa. Ed un’alternativa potrebbe anche essere la Turchia, ne stiamo parlando. Vi voglio rassicurare anche per quanto riguarda l’appuntamento di Portimao che è definitivamente confermato.
Per quanto riguarda invece il medio/lungo termine posso dire che dobbiamo trovare un equilibrio tra le gare europee e quelle extraeuropee per non danneggiare le squadre dal punto di vista economico. Sono stato ultimamente in Malesia per la GP e posso dire che c’è molto interesse in quella nazione per ospitare una gara della Superbike. Però aumenteremo le gare extraeuropee solo se saremo in grado di aiutare i team ad affrontare le spese che ne deriverebbero. Inoltre se abbiamo squadre europee con sponsor che operano principalmente in Europa non avrebbe senso organizzare molte gare al di fuori dell’Europa. Penso che in un futuro a medio/lungo termine dovremo incrementare il numero di gare in calendario, perché esistono le possibilità per farlo. Però lo faremo se questo porterà dei benefici alle squadre ed ai costruttori»
In GP la Dorna aiuta concretamente le squadre, che ricevono dei compensi economici per ogni gara alla quale partecipano. Pensate di far lo stesso in Superbike?
«In questo momento è impossibile. Quello che possiamo fare ora non è altro che ridurre i costi delle squadre. Per quanto riguarda il futuro vedremo cosa potremo fare: se ad esempio tra qualche anno ci fosse la possibilità di correre in un circuito disposto a pagare cifre importanti per ospitare la Superbike, o televisioni disposte ad investire su questo campionato è chiaro che sarebbe un bene per tutti noi, team compresi. Al momento però questa possibilità sembra essere remota, quindi possiamo lavorare solo ad una riduzione dei costi»
Ora che la state gestendo e che l’avete conosciuta dal suo interno, cosa pensate della Superbike?
«Noi della Dorna facciamo questo lavoro perché siamo appassionati di moto e di corse. Io stesso ho avuto un passato come pilota nei motorally - potrei dire che non ho avuto successo perché non ho trovato gli sponsor giusti, ma forse la verità è che non davo abbastanza gas. Ancora adesso quando la sera sono davanti alla televisione guardo tutto ciò che riguarda le moto e le gare. Siamo mossi dalla passione e sappiamo che è stata la passione a creare e a sviluppare la Superbike. Penso che non si possa giudicare il lavoro di chi ci ha preceduto perché ogni cosa ha una propria realtà ed una propria filosofia, magari diversa dalla nostra. Ognuno di noi lavora in modo diverso: non abbiamo trovato nulla di negativo e posso dire che di Infront abbiamo apprezzato molto la gestione finanziaria. Abbiamo trovato un campionato Superbike spettacolare ed incerto e faremo tutto quanto è possibile per mantenerlo tale: l’incertezza del risultato è alla base dello spettacolo e cercheremo di creare regole che permettano anche a chi attualmente è meno competitivo di esserlo maggiormente in futuro. Questo è il nostro compito più importante, legato a filo doppio alla riduzione dei costi»
A quali altri aspetti della Superbike intendete lavorare?
«Dobbiamo trovare per la Superbike piloti appartenenti a tutte le nazioni nelle quali andremo a correre. E’ molto importante per aumentare l’interesse del pubblico e delle televisioni. Continueremo con la formula del forniture unico di pneumatici e lavoreremo molto assieme a Pirelli affinché loro siano contenti di proseguire in Superbike e le gomme siano sempre performanti e sicure»
Come sono i rapporti tra Dorna e Honda?
«I rapporti con Honda sono ottimi. Spesso i media raccontano le cose a modo loro, ma la realtà è che esiste un dialogo aperto e franco tra Dorna e Honda. Esisteva in GP ed esisterà anche in Superbike, tanto che qui in Australia nella riunione della MSMA sarà presente Shuhei Nakamoto, Vicepresidente di HRC: un vero evento epocale per la Superbike. La cosa importante è che Honda, pur essendo la più grande casa produttrice al mondo, ha capito l’importanza di regole che permettano a tutti i produttori di essere competitivi. Honda vuole vincere, ma è indispensabile avere competitors validi altrimenti cadrebbero i presupposti per correre e per cercare la vittoria. Honda non chiede regole che la favoriscano rispetto alle altre case e vuole che tutti possano essere ugualmente competitivi»
Da più parti è stato espresso il timore che Dorna possa cambiare quello che è lo spirito tipico della Superbike. Intendete farlo?
«Assolutamente no. Noi abbiamo una grande esperienza in GP, ma come ho detto in precedenza, la Superbike è un altro campionato. La Superbike è completamente diversa. La gente che segue il mondiale Superbike è diversa da quella che segue la GP. Qui esiste la possibilità di aprire il paddock al pubblico, una cosa che in GP non è possibile a causa del numero degli spettatori. Noi vogliamo mantenere invariato lo spirito che ha sempre contraddistinto la Superbike e quindi continueremo ad organizzare il Paddock Show e a mantenere il contatto esistente tra i piloti ed il pubblico»
Secondo lei come mai siamo arrivati ad avere un gestore unico per tutti e due i maggiori campionati motociclistici mondiali?
«Posso dire che abbiamo provato in tutti i modi a trovare una collaborazione con Infront, ma non è stato possibile. Ci abbiamo provato molte volte, in varie occasioni, ma non ci siamo mai riusciti. E per questo un giorno Bridgepoint ha detto basta. E lo ha fatto perché non aveva senso che due realtà all’interno della stessa azienda si combattessero e continuassero a litigare»
bravissimi
Come nei video giochi
Ogni casa potrebbe poi allestire una super moto da consegnare ai migliori piloti per una superfinale show, fuori dal campionato con un evento unico con premio in denaro a parte: la super moto andrebbe poi come capitale aggiuntivo per il team.
Capisco che per i più a datati sia difficile da comprendere,ma i giovani sono più a abituati a questi meccanismi.