Superbike. Le pagelle del GP di Imola
Oscurato da un’elettronica completamente sbagliata e da un grave infortunio al Nurburgring che gli ha fatto saltare le ultime cinque gare, l’anno scorso Rea ha vissuto una stagione difficile e forse qualcuno si era dimenticato che Johnny è uno dei talenti più cristallini del motociclismo dei nostri tempi. Ora che la sua Honda lo assiste, pur non essendo la moto migliore del lotto, Rea ha dato un tremendo scossone al mondiale Superbike, vincendo le ultime tre gare e portandosi in testa ad una classifica che sembrava ancora destinata ad un secondo duello tra Sykes e Guintoli.
Che sarebbe stato un campionato combattuto lo si poteva prevedere, ma sino ad ora l’incertezza regna sovrana ed è anche dovuta al fatto che i piloti non riescono ad essere costanti. In Australia era stato Laverty a stupire in gara uno e Guintoli a confermare la forza dell’Aprilia in gara due. Poi però il deserto di Aragon si era tinto di verde con la doppietta di Sykes, mentre nella grigia e piovosa Assen si erano imposti il soldatino Guintoli ed il padrone di casa Rea, che si è poi clamorosamente ripetuto a Imola. Sembra che questo campionato non riesca a trovare il suo padrone ed all’appello mancano ancora i piloti Ducati, spesso nelle prime posizioni ed in attesa di trovare la giornata e la pista giusta per imporsi, ma soprattutto Marco Melandri.
Il pilota di Ravenna non riesce a trovare il bandolo della matassa o forse è semplicemente schiacciato dalla responsabilità di dover vincere a tutti i costi. Da Noale sono spesso arrivati proclami forti. “In Superbike dobbiamo vincere”. Certo, però le corse motociclistiche non sono come la matematica e non basta mettere un campione su di una moto vincente. Spesso in pista 1 + 1 non fa 2, ma può fare zero. Ma il team Aprilia non si discute e la moto nemmeno. Quindi diamo ancora fiducia a Melandri, al quale servirebbe una vittoria per spazzare via dubbi, incertezze e mezze crisi. Quando tutti si aspettano che tu vinca le cose si complicano maledettamente e ne sa qualcosa Davide Giugliano, che a Imola non ha vissuto il suo miglior weekend, forse proprio perché aveva troppa pressione addosso. Non tanto da parte del suo team, bensì da parte del pubblico e dal dovere morale di tenere alto il vessillo di Borgo Panigale nelle gare di casa. Pressione che non ha gravato sulle spalle dell’inglese “Ice” Davies, bravo a raccogliere la bandiera Ducati caduta a Davide ed a portarla sul podio.
Imola ci ha anche ricordato che questa Superbike 2014 è divisa in due. Sino al decimo posto ci sono le Superbike e dal decimo in giù ecco le EVO. Due battaglie in un’unica gara e, come citava quella pubblicità “due gusti is meglio che one” ed si fa avvincente la lotta tra Camier, Canepa e Salom, nella quale si inseriscono sempre più spesso Scassa ed i fantasmi del team Alstare Bimota. Fantasmi perché spariscono immancabilmente dalla classifica non appena termina la gara, dopo che invece in pista si sono fatti vedere, eccome. Speriamo che questa benedetta omologazione arrivi presto.
Imola è stata come sempre una festa per il motociclismo, anche grazie ad un clima estivo che ha invitato il pubblico ad accorrere in circuito per popolare le tribune e le colline che circondano la pista del Santerno. Sono stati oltre 52.000 gli spettatori che si sono goduti dal vivo lo spettacolo della Superbike, la vittoria di Zanetti in Supersport ed una sempre più avvincente Stock 1000. Sarebbe un vero peccato se, come sembra, la Dorna la togliesse dal calendario il prossimo anno.
Le pagelle
Jonathan Rea – Gioco, partita, incontro. Rea ad Imola si è aggiudicato il grande slam con prestazioni da grande campione. Il suo talento è noto e ora che la sua Honda ha un elettronica degna di questo nome, ecco che Johnny balza in testa alla classifica e diventa il più agguerrito avversario di Sykes. E la prossima si gioca a casa sua. Voto 10 e lode
Chaz Davies – Prima di Imola sembrava in crisi, ma chi lo conosce bene chiedeva solo tempo, perché Chaz ha un metodo di lavoro forse un poco lento, ma certamente molto proficuo. Il suo affiatamento con la Panigale sembra ormai a buon punto e “Ice” Davies a Imola ha mostrato una grinta quasi rabbiosa, con la quale ha voluto mettersi alle spalle non solo i suoi avversari, ma anche un inizio di campionato alquanto difficile. Ora però dovrà confermarsi. Voto 8,5
Tom Sykes – Per la prima volta lo abbiamo visto scontento e anche un poco nervoso. Non riesce a ripetere le prestazioni di Aragon perché la sua moto anche a Imola non era a punto e mancava di trazione. Sembrava un problema circoscritto alla Superpole e invece anche in gara la sua Ninja gli ha creato qualche problema. Limita i danni con un podio in gara uno, ma l’aver perso la testa della classifica a favore del suo connazionale Rea sarà di certo un grande stimolo per Tom nelle prossime gare di Donington. Voto 7
Loris Baz – Due quarti posti in un circuito dove la Kawasaki non si esprime al massimo non sono male. Il suo sorpasso a Sykes in gara due dimostra che Loris pensa al campionato e guida senza timori reverenziali. E’ quarto anche nella classifica piloti e per i santoni della Superbike sarà duro scrollarsi di dosso questo irriverente francesino. Voto 7,5
Sylvain Guintoli – L’Aprilia si aggrappa a lui per non perdere le proprie certezze. Secondo in Superpole, fa fatica in gara uno, ma sale sul podio nella seconda manche. Perde terreno nei confronti di Sykes e Rea, ma sul treno dei migliori lui ci sale sempre. Voto 7
Davide Giugliano – Poteva essere la sua giornata, la sua definitiva consacrazione a idolo dei tifosi Ducati, ma è andata male. Incidente di percorso forse dovuto alla troppa pressione. Paga a caro prezzo una brutta partenza ed un piccolo errore in gara uno, mentre nella seconda la sua Panigale non è a posto e lui deve mordere il freno ed accontentarsi del sesto posto. Troppo poco. Voto 6
Marco Melandri – Nessuno vuol parlare di crisi ed il team Aprilia giustamente fa muro davanti a Marco per proteggerlo e dargli la serenità indispensabile per riprendersi. E tutto troppo brutto per essere vero, ma per Marco l’incubo di ripetere l’annata Ducati GP è sempre più reale. Servirebbe una vittoria o un risultato che possa dargli morale. Non vogliamo infierire, ma (per ora) non merita più di 4
Eugene Laverty – Bisogna che le Suzuki che sono state lasciate nel box di Phillip Island vengano rispedite al più presto al team Voltom Crescent, per permettere a Laverty di tornare ad essere il brillante pilota visto lo scorso anno e per non vederlo più vivacchiare tra il settimo ed il nono posto. Voto 4,5
Toni Elias – La grinta e l’impegno non gli mancano di certo. Toni sembra sempre più vicino a quel feeling con la RSV4 che va cercando da inizio campionato, ma manca ancora quel qualcosa che gli faccia fare il salto di qualità. Voto 6,5
Leon Haslam – Il paragone con Rea è impietoso, ma per ora Leon non se ne cura e continua a lavorare con la sua squadra per migliorarsi. Però ottavo e decimo non sono i risultati che ci aspettiamo da lui. Voto 5
Leon Camier – Ormai la BMW gli calza a pennello e gli permettersi di esprimersi al massimo. Ci è piaciuto in gara due quando per due volte è dovuto uscire di pista a causa di errori altrui e per due volte ha recuperato con tanta determinazione. Ancora non si sa cosa sarà di lui quando Barrier tornerà a correre e nel frattempo il team BMW Motorrad Italia si gode questi risultati. Voto 7,5
Niccolò Canepa – Tre caselle vuote dopo otto gare sono un vero campanello d’allarme per il pilota genovese, che però non demorde, anche perché nella classifica delle EVO è ancora secondo a soli sei punti dal leader Salom. Primo in Superpole, avrebbe probabilmente vinto gara due. Voto 7
Ayrton Badovini – Fatica in prova e deve tornare prematuramente al box in gara uno, ma poi si rifà con gli interessi nella seconda manche, concludendo al primo posto delle EVO. Ormai non si può più parlare di sorpresa ed è un vero peccato che i suoi risultati non vengano registrati. Voto 7,5
laverty Melandri
@cinghia02