Superbike. Cambia il calendario, annullato il round di Mosca
Come se non bastassero le incertezze che ancora caratterizzano il calendario del mondiale Superbike 2014, a complicare ulteriormente le cose ci si è messa anche la situazione politica che coinvolge la Russia (crisi Ucraina e Crimea) e che ha portato all’annullamento di quello che era un punto fermo della Superbike, vale a dire il round di Mosca, considerando che l’autodromo situato a 110 chilometri dalla capitale russa ha un contratto con il mondiale delle derivate dalla serie che scadrà nel 2021. Ieri pomeriggio con un comunicato stampa, Dorna ha reso noto che “l’attuale situazione politica impedisce ad alcuni partner essenziali per lo svolgimento delle attività, di partecipare alla preparazione dell’evento”.
Al di là del “politichese” utilizzato dal promoter spagnolo, i motivi che hanno portato all’annullamento della tappa russa sono più che altro di natura economica e riguardano le sanzioni che hanno colpito la Russia, e che rendono difficili gli interscambi commerciali con l’occidente.
Niente Russia quindi e per il momento non si intravede nemmeno la possibilità di sostituire il Moscow Raceway con qualche altro autodromo. A meno che Dorna non estragga dal cilindro un tracciato spagnolo (Barcellona? Valencia?).
Va anche evidenziato come, dopo la pausa di un mese e mezzo che c’è già stata tra Phillip Island e Aragon, ve ne sarà un'altra ancora più lunga di quasi due mesi, dal 13 Luglio (Laguna Seca) al 7 Settembre (Jerez) e a seguire un’ulteriore pausa di un mese tra Jerez e Magny Cours (5 Ottobre). In pratica la Superbike quest’anno andrà spesso in letargo per poi risvegliarsi, e cercare di risvegliare i propri tifosi e l’interesse dei media, dopo lunghe soste.
Dulcis in fundo siamo nell’anno dei mondiali d calcio e ben tre gare (Misano, Portimao e Laguna Seca) si disputeranno in concomitanza con le partite in Brasile e proprio il giorno della finale del massimo evento sportivo mondiale, la Superbike correrà negli U.S.A.
Nulla di nuovo invece per quanto riguarda i round in Sud Africa e in Qatar. Il Phakisa Freeway (una volta chiamato Welkom) deve ancora essere omologato, mentre l’ultima tappa in Qatar deve essere confermata.
Molto perplesso
Al di là della situazione specifica di cui dirò dopo tante cose mi fanno pensare che gli spagnoli stiano cercando di tutelare al max la MotoGP dagli attacchi di una categoria da sempre più interessante ed equilibrata. Peccato non ci riusciranno perchè, allo stato delle cose attuale, in MotoGP dominano Honda e Marquez. Senza appello.
Dico questo perchè se si crede in un campionato:
1. non si fa un calendario groviera con 2 stop da 7 settimane ed uno da 1 mese. Iniziare a febbraio non ha senso; se l’organizzatore australiano vuole quella data lì si tratta, si organizza almeno una tappa intermedia a metà marzo, si inizia davvero prima e si finisce ad ottobre oppure, semplicemente, gli si dice di no.
2. non si arriva a fine aprile senza un calendario sicuro
3. non si mischiano categorie diverse solo per fare numero (che poi a cosa serva avere 20 moto-fantasma su 26-28 partecipanti sarebbe ora che qualcuno ce lo spiegasse…)
4. non si cambia categoria senza scrivere le regole. L’anno prossimo solo Evo. Ma le Evo come saranno?
5. non si fa partecipare chi non ne ha ancora i titoli.
6. non si fanno correre le gare al sorgere del sole con temperature improbabili che falsano tutto, piloti mezzi-rinco per lo share (che poi 318.000 spettatori sarebbero un successo? Per carità, solo Italia, ma direi indicativo…)
Al di là di questo l’annullamento del round russo a mio avviso è ingiusto. Io non sono una di quelle anime belle che predica lo sport avulso dalla vita (anche politica). Ad es. in Bahrain la F1 non ci doveva e dovrebbe correre. Invece ci và lo stesso fregandosene altamente del fatto che lì ci sia una dittatura bella e buona. Io non ho molta stima della “nuova” Russia, ma la situazione con l’Ucraina è tutto fuorchè chiara. Non andare a correrci significa prendere le parti “dell’Occidente”. Per carità, legittimo. Ma per quanto mi riguarda l’ennesima scelta sbagliata di Dorna.
Perdonate la lunghezza.
La sport non si deve impicciare di politica.