Hub Rally-Raid - Africa Eco Race 2022

Africa Eco Race 22. D9. Gerini Cade nella sua Rete [VIDEO]

- Tentativo quasi disperato. Gerini si inventa di tutto, compreso di perdersi per trarre in inganno Svitko. Infine è lui stesso a sbagliare. Tappa a Flick, Svitko ora ha 45 minuti di vantaggio. Vettore infortunato
Africa Eco Race 22. D9. Gerini Cade nella sua Rete [VIDEO]

Ouad Naga, Mauritania, 27 Ottobre. Ha vinto Xavier flick, ha perso Maurizio Gerini. Stefan Svitko ha consolidato il primato. Bisogna iniziare da qui. Gerini ha provato in tutti i modi a disorientare l’avversario. L’ha fatto con una dose massiccia di creatività, inventandosi finti problemi meccanici, di andatura e, persino, di navigazione. In una di queste trovate, tuttavia, l’ex leader della Corsa è caduto nella propria trappola, finendo nella rete che lui stesso aveva teso per neutralizzare l’avversario. Come è successo? Il Pilota Solarys ha lasciato sfilare rapidamente una serie di note cancellate da una variazione di road book, ma nella fretta ne ha saltata anche una buona e si è perso in un fuori programma di una quarantina di chilometri, Tradotti in soldoni, sono quei 40 minuti di ritardo dalla testa della corsa che lui stesso aveva animato alla ricerca del colpaccio. In conclusione dal caos della 9a tappa esce vincitore Xavier Flick, KTM, l’eroe delle Malles Motul, che si impone per la seconda volta, questa su Svitko, KTM, e Tarres, Yamaha. La classifica generale non cambia ma solidifica un destino sempre più chiaro. Stefan Svitko si avvia a vincere la 14ma edizione di Africa Eco Race.

La storia di un paradosso. Il giorno inizia di notte. Anzi, per alcuni è ancora il giorno di ieri, e per altri non è mai iniziato. L’ottava tappa, l’anello di Akajoujt, diventa calvario e purgatorio per un terzo dei concorrenti, sorpresi dal buio quando ancora sono in pista. L’obiettivo diventa trovare una via d’uscita da una delle situazioni più critiche del Rally-Raid: la notte nel Deserto. La sensazione è che gli elementi si siano accaniti sul Rally, e che questo abbia finito per andare contro sé stesso, contro corrente. Per lo meno per quanto riguarda la successione cronologica degli eventi. Se, infatti, la tappa più dura fosse stata quella prima di Akjpujt, probabilmente ricompattare la carovana dispersa tra le dune sarebbe stata routine, e invece… Comunque, non si deve gridare allo scandalo, è un po’ quello che succede, o può succedere, quando si parla di grandi imprese. In Africa, nel Deserto come in Montagna o nell’Oceano, nel Sahara come in Nepal e in Atlantico. Le sfide di questo genere non sono mai vinte e restano costantemente aperte. Per questo esercitano un fascino irresistibile su chi preferisce vivere invece che lasciarsi vivere. In resto, credete, tuttalpiù è palestra.

Sono stati micidiali ottanta chilometri di fuoripista e di dune, la sabbia troppo molle per effetto del surriscaldamento, a dilatare le difficoltà e i tempi, e quando congelavamo il report a metà degli arrivati al traguardo del bivacco di Akjoujt, già immaginavamo che si sarebbe trattato di una giornata particolarmente lunga. Questo accade quando intervengono altri fattori a complicare la già non facile situazione. Non facile per Piloti e Equipaggi, prima di tutto, ma non meno per la macchina organizzativa e della logistica, che viene a trovarsi di fronte… un fronte imponente di mezzi trattenuti dal Deserto. Il caso di Botturi è solo il più, per così dire, clamoroso, ma nella dozzina di eroi del Deserto sono rimasti anche Giulio Verzeletti e Beppe Fortuna con il loro Unimog con la trasmissione rotta. Così i camion scopa, due data la difficoltà dell’occasione, hanno dapprima caricato le moto e i Piloti, e quindi si sono sobbarcati l’impegnativo extra di trainare insieme il Camion italiano.

In queste condizioni il progresso lascia intatta l’avventura ma ingigantisce la sicurezza. Una volta coloro che dormivano nel Deserto erano considerati “persi”, oggi corrispondono a un puntino sullo schermo del Posto di Controllo e a un consenso del sistema di tracciamento e di comunicazione. Così i dispersi possono essere riforniti e il recupero è una funzione del tempo imposto dalle condizioni e non lo stillicidio della paura. Per una specie di paradosso del Rally-Raid succede, oggi ma non è la prima volta nella Storia, che la nona tappa è finita e la ottava è ancora “in corso”. I camion scopa, usciti dalle dune, hanno depositato uomini e mezzi a Akjoujt e sono ripartiti sulla speciale verso Ouad Naga, e ora, al bivacco in prossimità del villaggio a Sud-Est di Nouakchott, si sta aspettando che arrivino, con i mezzi predisposti dall’Organizzazione, anche i “reduci”. Una tranquilla tappa di Rally da una quarantina di ore!

Fabio Vettore è caduto ed è rimasto infortunato. È stato soccorso dai medici di Africa Eco Race e quindi ricoverato in uno degli ospedali di Nouakchott. Rientrerà in Italia domani con un volo Speciale. Non si hanno notizie certe sulle sue condizioni, per cui non possiamo aggiornarvi, ma il fatto che rientri a casa in parte ci rassicura. In bocca al Lupo.

C’è ora un altro “anello”, adesso. È l’ultimo e sottintende la 10ma tappa Ouad Naga-Puad Naga, oltre 450 chilometri di prova speciale. Sulla carta è l’ultima veramente difficile di un Rally che si è rivelato difficilissimo, diremmo autenticamente originale. Probabilmente è anche l’ultima occasione di attacco per Maurizio Gerini. Avanti!

© Immagini Africa Eco Race – Alessio Corradini

  • quagliodromo
    quagliodromo, Telgate (BG)

    Alla fine si vince dando gas, non facendo i furbetti.
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