KOVE alla Dakar, bilancio a metà gara
Questa azienda cinese, che tanto scalpore ha fatto a Eicma, alla Dakar 2023 è andata con le idee chiare: mostrare le proprie credenziali sul palcoscenico più difficile al mondo.
Al salone di Milano la 800X ha fatto discutere. Potente, equipaggiata di tutto punto. Eppure leggerissima. Sarà una bufala? Di lei vi abbiamo parlato anche insieme all'esperto Song Yang sul nostro canale YouTube, date un'occhiata.
La risposta non ce l'abbiamo, ma non vediamo l'ora di provarla...
Ma qui siamo su un altro fronte e con un'altra moto. Una racing 450 ufficiale made in China contro l'esercito di marchi blasonati. KTM/Gasgas/Husqvarna, Honda HRC e Honda RS, Fantic, Rieju, Hero. E con loro fior di piloti e ingegneri.
Tutti impegnati su percorsi e distanze al limite della sopportazione. Umana, ma anche meccanica.
Ecco, di questo stiamo parlando. E questa KOVE è lì con loro.
In tanti ci avete chiesto della KOVE alla Dakar. Possiamo dirvi che è appena finita l'ottava, terribile tappa di 826 km e le tre 450 Rally sono arrivate tutte al bivacco (nella classifica generale provvisoria troviamo Sunier 53esimo, Liansong 70esimo, Minji 87esimo).
Pronte per un'altra giornata. La Dakar è ancora lunga, ma si può affermare che il CEO Zhang Xue e il team manager Thierry Charbonnier stanno facendo un lavoro eccellente.
Ci vediamo all'arrivo, in bocca al lupo KOVE.
Possiedo da circa un mese una Voge Valico 500 DSX e per quanto la volti e la rivolti non c'è niente da fare, è fatta bene e funziona bene! Presa meno di 6.000 euro chiavi in mano full optional, per fare un esempio per una Honda cbx 500 (quella da cui è stata spudoratamente copiata) neanche di pari equipaggiamento (tris di valigie in plastica e non in alluminio) ce ne vogliono 9.500 franco concessionario! Ci si può raccontare tutto quello che si vuole, che "Honda è Honda", e che "l'usato si svaluta di più" e "l'assistenza poi?" e compagnia cantante ma c'è un tale gap iniziale che sono discorsi che reggono fino a un certo punto.
Se il passo è questo, anche considerando che a un certo punto rallenteranno, continueranno a mangiare dal basso fette di mercato agli europei e ai giapponesi offrendo a meno, anche molto meno, prodotti assolutamente equivalenti.