Rally-Raid. Un Super Pietri, Kove, vince l’Albania del ventennale
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Tirana, Albania, 17 Giugno 2024. Stessa moto, stesso mare. Dall’Hellas all’Albania Rally del ventennale. Un tagliando di base alla Kove 450 Rally, olio e filtri, gomme nuove e siamo pronti. Questa volta per vincere. Dopo il terzo posto ottenuto all’Hellas Rally di due settimane prima, Filippo Pietri questa volta fa centro pieno aggiudicandosi il Rally di Albania. È stata una cavalcata trionfale per la Moto e per il Pilota, di due Rally, due settimane di gara, 13 Tappe. Quanto basta, credo per certificare l’affidabilità tecnica e agonistica del binomio astro nascente nel firmamento dei Rally-Raid.
Rally molto bello, panoramico, di atmosfera geografica e ambientale. Ben organizzato, con passione, da Edvin Kasimati, una leggenda, e con un supporto straordinario e protagonista della Federazione Motociclistica Albanese, di Tirana e dell’intero Paese. Il Rally d’Albania arriva alla ventesima edizione. Indietro con la macchina del tempo l’hanno vinto Stefan Svitko e i nostri Christian Pastori, 4 volte, Jacopo Cerutti, Paolo Ceci, Andrea Cosentino, ancora 4 volte. Adesso è la volta di un ventunenne di chiara, bella promessa: Filippo Pietri. Emiliano solare, 21 anni, secondo presidente Picchi, secondo Corradini e secondo Franco di Solarys, un ragazzo da tenere d’occhio e da seguire. Sicuro l’ha intuito subito Cesare Galli, il “boss” di Kove Italia, visto come è andata la doppia prova sul campo della 450 Rally. Che sia stato lui o un altro talent scout, non importa, oggi Pietri si fa strada. Al ritorno dal successo in Albania al suo paese lo ha accolto una festa presieduta dal Sindaco di Prignano sulla Secchia, Modena, il signor Mauro Fantini. Due Italiani sul podio, oltre a Pietri, il recordman Christian Pastori, 4 vittoria in Albania, secondo. Il ceco Vojtec Sekamina sul terzo gradino del podio. Ma non è finita. Nei dieci anche gli italiani Cosentino e Matteo Tonellotto, subito sotto il podio, e Manfredi Pasqualucci, nei venti anche Ludovico Brezzi, Alessandro Celani, Silvio Totani e Antonio Polidoro, più di 30 gli italiani in gara.
Oggi organizzare bene un Rally-Raid è difficilissimo. I parametri da tenere sotto costante controllo sono molti e cruciali, sicurezza, road-book, ospitalità, e il confronto con il Rally di riferimento, la Dakar, è ormai improponibile. Quella è un'altra materia. Vale la pena di vedere le cose da un altro punto di vista, e tenere conto di altri fattori che fanno la differenza. L’Organizzatore è il primo di questi. Se il Rally nasce e vive per la passione del suo creatore, puoi stare sicuro che il signor tal dei tali non diventerà mai ricco, ma tu avrai il massimo in termini di spesa-godimento-ambiente. È questo il caso. 2.000 chilometri circa in 6 tappe, due terzi dei quali di prove speciali. Oltre 200 partenti, Moto e Auto, e un dato importantissimo, la media oraria risultante. Bassissima. Si parla di 30-35 chilometri all’ora. Non perché i concorrenti sono andati piano, ma perché di anno in anno si sceglie un percorso più duro, anche più enduristico, con navigazione difficile. Diventa un rally faticoso e duro, ma per questo “naturalmente” più sicuro.
Certamente il Rally di Albania non è prova di Campionato del Mondo e non si confronta con la Dakar o le prove di Mondiale. Ciononostante il livello tecnico e agonistico è sempre elevato e, soprattutto, e l’atmosfera super eccellente. Viene alla mente Africa Eco Race. Jean-Luis Schlesser non guadagna e combatte ogni anno, ma bisogna ringraziarlo perché ogni anno riesce a mantenere la promessa di un’atmosfera che resta nella memoria. Grande varietà di terreni a paesaggi, circa il 40% di tracciati inediti (nonostante l’Albania sia più o meno un paio delle nostre Regioni), tappe a volte molto lunghe, faticose ma spettacolari e appaganti. L’Albania Rally ha anche il suo eroe: si chiama Radek Kadak Skalicky, alla seconda partecipazione dopo aver perso un braccio in pista. Corre, quindi, con una protesi. L'anno scorso ha terminato senza saltare una sola nota. Quest'anno si è rotto il braccio/protesi e sembrava che l’epilogo dovesse essere diverso. Ma Edvin Kasimati gli ha immediatamente mandato un braccio… di ricambio in speciale e così Radek, un mostro di determinazione e carattere, ha tagliato nuovamente il traguardo finale mettendosi anche un terzo dei concorrenti alle spalle!
L’Albania si ispira chiaramente a un bel concetto, e per questo è “popolato” dai Campioni che vogliono mettersi alla prova, allenarsi o fare il punto con la preparazione, ma soprattutto da grandi, gentili appassionati. Vedi la sporca dozzina della “banda” MaremmaDakar, come sempre una tribù che ha capito bene come si vive la vita e come si interpretano le corse, e quindi viene, sta bene e porta a casa anche una piccola messe di piazzamenti sportivi. E così è per il Team Solarys, reale sostegno per la nouvelle vague di intenditori dell’Africa, del Rally-Raid, dell’Avventura-ma-non-esageriamo.
Bene. Godiamoci il Rally di Albania attraverso la nuova personale dell’autore d’immagini più titolato e bravo, Alessio Corradini, anche quest’anno, tra l’altro, revisore del road-book di Edvin. Se non ha trovato lui i posti giusti per fermare le più belle azioni del Rally…
© Immagini: Alessio “Master” Corradini, MaremmaDakar Communication Dpt.
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usr_26838, Torreglia (PD)che invidia! :-(
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flobberino, Roma (RM)Allora nessun commento su questa roba cinese…..?????