Rally, vertice FIM-Costruttori-Organizzatori: si discute (e si propone) di sicurezza
Lisbona, Portogallo, 3 Marzo. FIM e ASO, la Federazione Internazionale Motociclistica e Amaury Sport Organization, si sono incontrati a Lisbona per discutere di sicurezza nei Rally-Raid. La spinta all’incontro viene dalla doppia tragedia della Dakar 2020 Arabia Saudita, le morti di Paulo Gonçalves e Edwin Straver, ma non è solo questo. Da tempo si spinge sull’argomento sicurezza, e la stessa Dakar dell’era Castera-bis ha già lavorato e sperimentato concretamente sul tema. È importante, direi fondamentale, che se ne parli francamente e apertamente.
All’incontro di Lisbona, promosso dal Presidente FIM Jorge Viegas, hanno partecipato i rappresentanti dell’istituzione e della Dakar, ma anche una rappresentanza globale dei principali attori sulla scena del Rally-Raid, ovvero Costruttori, Team e Piloti.
Alla seduta straordinaria hanno partecipato Jorge Viegas, Presidente FIM, Jean-Paul Gombeaud, Direttore Sport FIM, Jean-François Wulveryck, Dominique Hebrard e Jose Rita, CRT , David Castera, Direttore ASO-Dakar, Charles Cuypers, Responsabile Concorrenti ASO-Dakar, Thierry Viardot, Tecnico ASO-Dakar, i Team Manager Ruben Faria, Helder Rodrigues, Alexandre Kowalski, José Leloir, Jordi Viladoms, Stefan Huber, Henk Hellegers, Wolfgang Fischer, i Piloti ed ex Adrien Van Beveren, Sam Sunderland, Heinz Kinigadner.
L’obiettivo dichiarato dell’incontro è la riduzione del numero degli incidenti fatali e l’aumento generale della sicurezza, con esplicito, particolare riferimento alla Dakar ma nell’ottica di portare il progresso generato dalle iniziative derivate sul fronte dell’intera disciplina.
Al “banco degli imputati” fatica, disidratazione, assuefazione alla velocità, ipertermia, errori di navigazione, distrazione, limitata visibilità degli ostacoli e dei pericoli, accuratezza dei road book.
Al lavoro!
Questi i punti essenziali sui quali si lavorerà da subito:
Percorso. In futuro i tracciati dovranno essere sviluppati con la consulenza diretta di un ex Pilota Motociclista.
Road Book. Introduzione di un Road Book Inspector, con il compito di sviluppare omogeneamente i road book di tutti i Rally FIM per offrire ai Piloti informazioni più chiare e omogenee e una migliore possibilità di interpretazione dei pericoli e delle difficoltà.
Riduzione della velocità. Maggiore varietà di percorsi e di “stile” dei Rally con l’obiettivo di abbassare la velocità media, e allo studio l’introduzione di una flangia sul condotto di aspirazione per ridurre potenza e velocità delle Moto (fissato un periodo di test fino a Giugno).
Protezioni. Adozione di sistemi air-bag quanto prima. Per questo fissati un programma di meeting tecnici con i principali produttori di tali sistemi e una scadenza per l’adizione obbligatoria: 2021.
Navigazione. Allo studio una nuova “torre” di strumentazione, più compatta, con lo scopo di migliorare la visibilità dei monitor e per consentire l’aggiunta di nuovo segnali video e audio.
È una storia che si ripete. Da sempre l’incremento della velocità è stato al centro delle problematiche relative alla sicurezza dei Rally-Raid. Ricordiamo che un tempo si correva con Moto bicilindriche potentissime, che per questo motivo furono messe al bando in favore dell’adizione di Moto monocilindriche pur di grossa cilindrata. Ben presto la velocità di queste ultime raggiunse i livelli delle prime, riproponendo il problema. Si passò così alla riduzione delle cilindrate con il limite fissato in 450cc. Il principale vantaggio dell’introduzione di nuove regole tecniche era, ed è, nella relativamente ridotta affidabilità dei nuovi mezzi. Con lo sviluppo e l’esperienza, tuttavia, si tende inesorabilmente a ridurre il margine di maggiore sicurezza, diretto e indiretto, così ottenuto, ed ecco che il problema si ripropone. Le moderne 450 da Rally sono tornate ad essere delle “Gran Premio del Deserto”, ed ecco che si torna ad affrontare un problema diventato di nuovo urgente.
Si noti bene che non si sta declassando la Dakar e i Rally-Raid a corse del pericolo per definizione. È troppo facile e già troppi lo fanno gratuitamente. Lo sono sempre state pericolose e lo saranno, pur in misura riducibile, ancora. La Dakar per prima, e con l’attivo e vigile David Castera in testa, lavora da sempre su questi temi considerati concretamente prioritari.
La sorveglianza attiva, e quindi riunioni come quella di Lisbona di questi giorni, sono comunque la benedizione di un impegno su un fronte comunque difficilissimo.
© Immagini ASO - FIM