Addio alla ricarica elettrica notturna. Ecco perché
Fino ad oggi abbiamo detto (anche noi giornalisti) che il passaggio all'elettrico è più che altro una questione di cambio di mentalità. L'autonomia e in particolare la ricarica va ripensata e in qualche modo dissociata dall'idea di rifornimento che abbiamo oggi. Il paragone più usato è quello con gli smartphone: "li metti in carica ogni sera e il giorno dopo sono pronti all'utilizzo". Ma se non fosse così? Se adesso ricaricare di notte come uno smartphone sul comodino non andasse più bene?
Secondo uno studio dell'Università di Stanford è un modello destinato a non funzionare. Sempre più persone utilizzano veicoli elettrici e se non si cambiano i modelli di utilizzo la domanda di elettricità di picco potrebbe aumentare del 25% entro il 2035. Lo studio pubblicato sulla rivista Nature Energy il 22 settembre 2022, è stato condotto sulla base dalle abitudini di ricarica esistenti negli stati uniti nel 2019.
Che fare allora? Lo studio ha preso in considerazione anche le necessità di vita e mobilità delle persone e non solo la situazione ideale della villetta unifamiliare con i pannelli fotovoltaici sul tetto. Ci sono tantissime persone che vivono in città, in palazzi e che magari non hanno neppure il box.
Secondo lo studio di Stanford la soluzione sta nella costruzione di infrastrutture di ricarica più accessibili al pubblico per rendere più semplice distribuire i "rifornimenti" durante l'arco dell'intera giornata. Questo faciliterebbe anche l'approvvigionamento energetico da fonti rinnovabili come solare ed eolico.
Proprio per questo motivo la ricerca suggerisce che le società energetiche offrono tariffe agevolate a metà giornata, quando la produzione di elettricità da fonti rinnovabili è al suo apice.
Il problema è che la ricarica notturna col solare non si può fare, ma col nucleare si potrebbe... ;-)