Batterie alluminio-zolfo. Ignifughe e costano sei volte meno
Quando parliamo di batterie e nello specifico delle batterie del futuro si apre un campo che spazia da miracoloso al possibile passando attraverso il fantascientifico e il probabilmente realizzabile. E' quindi molto difficile capire se ci si trova di fronte a una ricerca concreta o a un esercizio di stile. In questo caso la serietà è garantita da due nomi di assoluto prestigio in campo scientifico: la rivista Nature, che ha pubblicato lo studio e il MIT che lo ha realizzato.
Gli ingegneri dell'università americana hanno realizzato una batteria utilizzando materiali comuni e facilmente reperibili come alluminio, zolfo e sale. Oltre quindi a risultare particolarmente economica è anche molto resitente al fuoco risolvendo quindi anche il problema di sicurezza. Inoltre i tempi di ricarica sono quasi da record.
Le batterie al litio garantiscono ottime performance, ma il litio è un materiale raro e le celle possono prendere fuoco in caso di incidente o di errato utilizzo. Costo e pericolosità (anche se infinitesima) sono due fattori che devono essere ridotti in previsione di una globale elettrificazione dei veicoli e non solo. I primi test sulle nuove celle hanno evidenziato come possano funzionare anche a temperature molto elevate, fino a 200° e anzi che ad 110° siano in grado di ricaricarsi 25 volte più velocemente che a temperatura ambiente (25°). Per ottenere queste prestazioni non è necessario usare energia per innalzare la temperatura, ma sono le batterie stesse a scaldarsi.
Le batterie potrebbero presto trovare anche uno sbocco commerciale visto che i progetti sono stati concessi alla società "Avanti", co-fondata da uno degli autori dello studio. Secondo i calcoli questo tipo di batteria costerebbe sei volte meno rispetto all'equivalente al litio.
Fonte: MIT
A differenza dei combustibili fossili.
La pericolosità del sistema di stoccaggio dell'energia e della sua distribuzione ovvero il serbatoio che contiene benzina o Diesel d i tubi che portano il carburante al motore non cambia con l'invecchiamneto del mezzo.
Almeno per i primi 30 - 40 anni e normali condizioni di utilizzo.
E anche se c'è una perdita è difficile che questa conduca ad evento catastrofico.
Lo stesso non si può dire per le batterie nelle auto elettriche.
Con l'invecchiamento le singole celle si degradano e molti fattori come temperature di utilizzo, quantità di Ampères usati nella ricarica, cicli di ricarica, tipo di scarica etc etc contribusicono al degrado rendendo molto difficile prevedere il deterioramento del pacco.
Di certo quello che succede è che c'è un degrado progressivo.
Quando una o più celle si degradano fortemente , possono subire un surriscaldamento molto forte e queste celle possono innescare un effetto domino sull'intero pacco batteria.
Si può vedere la batteria di un auto elettrica come una potenziale bomba ad orologeria il cui timer non è noto.
Se il degrado è complessivo , ci sarà la dsimissione del pacco prima che il degrado di singole celle sia critico.
Se invece il degrado è limitato ad alcune celle ma importante, allora il fattore di rischi aumenta.
Comuqnue la si veda la vetustà del parco circolante elettrico , dopo 15 - 20 anni costituirà un enorme problema e segnerà la fine del mercato dell'usato.
I produttori spingeranno quindi a formule di noleggio senza proprietà del mezzo.
In pratica per loro , una rendita permananete.