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Mobilità: cinquantini soppiantati dalle e-bike?

- Trend in calo per i 50cc, che non fanno più sognare i giovanissimi. Soluzioni alternative in crescita
Mobilità: cinquantini soppiantati dalle e-bike?

E se tra qualche estate le Vespe truccate anni Sessanta, cantate da Cesare Cremonini, scomparissero del tutto per lasciare posto solo a e-scooter ed e-bike? Sembra un’immagine quasi apocalittica, ma in realtà è molto più vicina di quanto si possa pensare. Soprattutto nelle grandi città come Milano, dove tra divieti alla circolazione, traffico eccessivo e leggi a limitazione dell’inquinamento, la direttiva sembra una sola: muoversi o con i mezzi pubblici o in maniera alternativa, puntando sui veicoli elettrici.

I dati sembrano confermare questo andamento, complice la diffusione della sharing mobility e della e-mobility in città. A Milano, MiMoto, il servizio italiano di scooter sharing elettrico, ha da poco festeggiato i primi 8 mesi di attività con numeri che fanno ben sperare sulla crescita di questo mercato. Dal 14 ottobre 2017 fino a metà giugno 2018, sono stati 28mila gli utenti registrati, con una media di tre corse al giorno nel periodo invernale, di quattro o cinque nei mesi primaverili. Le maggiori fasce d’utilizzo sono state la mattina presto, dalle 6 alle 8, e il pomeriggio tardi, dalle 16 alle 19, a conferma della supposizione che l’e-scooter venga scelto per recarsi al lavoro o all’università.

L’utente medio, infatti, è giovane: il 60% ha meno di 34 anni, l’80% meno di 44 anni. Un utilizzatore su quattro è donna e il profilo tipo è un libero professionista che, quindi, usa il servizio sharing per spostarsi da un appuntamento all’altro. Se il risparmio in termini di Co2 è significativo, 20.000 kg prodotti in meno nei primi otto mesi di MiMoto, la controparte economica può avere ancora un certo peso: 0,23 € al minuto, per una tariffa oraria di 6,90 €, che a livello giornaliero diventa 29,90 € (dato che la tariffa oraria scende a 0,02 € se si sceglie il forfait a giorno). Ci sono delle agevolazioni per gli universitari che studiano negli atenei milanesi - 27% di sconto se si aderisce al servizio - però, a livello di costo, a lungo termine, si potrebbe ancora pensare che il classico cinquantino sia una soluzione migliore. 

Ma non sembra tanto essere così. Sia per l’elevato costo dei ciclomotori in termini di assicurazione e bollo per gli adolescenti, soprattutto in certe città d’Italia dove l’assicurazione può raggiungere quota 700-800 euro, sia per l’attenzione che i capoluoghi italiani stanno riservando alle politiche di lotta all’inquinamento. In quest’ottica, il declino del cinquantino sembra essere netto e irreversibile: se nel 1980 sono stati venduti in Italia un milione e 10.000 ciclomotori, nei primi tre mesi del 2018, complice anche un clima inaffidabile, sono stati acquistati 22.850 scooter, di cui solo 3.806 ciclomotori (dati Ancma). Continuano a dare buoni risultati nel nostro Paese gli scooter superiori a 50cc, che a maggio hanno segnato un + 6,7%, e, soprattutto, le moto superiori a 1.000 cc che, nel primo trimestre 2018, per la prima volta, hanno superato nel numero di immatricolazioni gli scooter (23.215 contro 22.850). Naked, enduro, custom e turismo, nonostante la crisi economica degli ultimi anni, conservano un posto speciale nel cuore degli appassionati, anche perché il loro utilizzo non si ferma certo alla cerchia della città e le possibili rivali elettriche, per ora, sono ben lontane dall'avere una diffusione nazionale (complice non solo il costo, ma anche l’assenza di una rete di ricariche adeguata). 

I ciclomotori, invece, oltre agli scooter elettrici in condivisione, devono vedersela anche con l’e-bike che, a differenza di un veicolo a motore, anche elettrico, non richiede quell’investimento economico che molti genitori fanno nel momento in cui acquistano un motorino ai figli: assicurazione, bollo, revisione, possibili riparazioni dal meccanico, benzina. Certo, alcune biciclette elettriche arrivano a costare anche più di un cinquantino - parliamo anche di 6/7mila euro - ma poi scivolano via leggere in città, soprattutto perché non inquinano.

Per chi, infatti, vuole fare attenzione alla qualità dell’aria delle nostre città e fare movimento la scelta è la tradizionale bicicletta o la sharing bike (63 Comuni di provincia mettono a disposizione un servizio di mobilità condivisa delle biciclette), il cui costo, a Milano, parte circa da 50 centesimi ogni 30 minuti, mentre per chi vuole una spinta in più, senza rinunciare a un mondo sostenibile, ecco che entra in scena l’e-bike. D'altronde, se la direttiva del futuro è essere tutti più green, quale sorte può toccare al tanto amato cinquantino?

  • HighSide
    HighSide, Sassari (SS)

    Cosa succederà quando qualcuno si sveglierà e verranno controllate le e-bike "a pedalata assistita" con i relativi limiti di potenza e velocità (250 W - 25 km/h), ma modificate e di conseguenza dover essere equiparate a ciclomotori se non motocicli? Occasionalmente è capitato e si sono verificate delle stragi, guida senza assicurazione, magari senza patente, senza targa, senza casco etc etc
  • Capobutozzi1
    Capobutozzi1, Roma (RM)

    Sarà il fatto che nom essendo del nord non ho radicata in me la cultura della bicicletta. Vivendo in uns citta come roma dove la pianura è un lontano miraggio ma penso che le e-bike non possano essere una vslida alternativa al ciao o al si. Una e bike costa minimo 2-3 mila € un ciao costava un milione. Quando assicurazione e casco saranno un obbligo anche per le e-bike questi saranno (in parte gia lo sono) mezzi per attempati radical chic. Ovvero l opposto del utente medio del SI degli anno ottanra
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