Monopattini elettrici nel mondo. Tra rischi, incidenti mortali e polemiche
Hanno ormai invaso le città di mezzo mondo, e molti li considerano la panacea per risolvere i problemi legati alla circolazione nei centri urbani più congestionati: ma non tutti la pensano allo stesso modo, e i fatti a volte si scontrano con la teoria. E' proprio dei giorni scontri il primo incidente mortale a bordo di un monopattino elettrico, e dalla California arrivano i primi studi medici proprio sui traumi derivanti dalle cadute con questi mezzi.
Gli USA, da sempre riferimento per le innovazioni capaci di modificare il nostro stile di vita, sono stati tra i precursori nella diffusione dei monopattini elettrici, e in alcune città, come Los Angeles, la loro presenza in strada fa ormai parte del paesaggio urbano.
In altre città invece, non perdete nemmeno tempo a cercarli. New York per esempio: la più cosmopolita delle metropoli ha ufficialmente vietato per motivi di sicurezza sia i monopattini a noleggio che quelli privati; la convivenza, nelle strade già congestionate e sui i marciapiedi sempre affollati, con pedoni, ciclisti ed automobilisti, è stata considerata impossibile.
La Grande Mela, almeno per ora, resta dunque off limits, malgrado tutti i tentativi della lobby delle società di noleggio che hanno speso quasi mezzo milione di dollari per portare dalla loro parte gli amministratori.
Niente da fare: il sindaco di New York, il democratico Bill de Blasio, sintetizza in una frase il suo pensiero: «Non mi piace l’idea del monopattino: se vuoi andartene in giro, perché non in bici, facendo anche un po’ di esercizio fisico?».
Ma anche dove sono legali, come ad Austin, in Texas, i monopattini elettrici sono “sorvegliati speciali“: uno studio ha dimostrato che la metà delle 190 persone vittime di un incidente in monopattino aveva sbattuto la testa, e che solo l’1% di esse indossava un casco; inoltre, ed anche questo è un dato interessante, il 30% dei coinvolti aveva bevuto alcol.
Parigi: una carta di buona condotta per evitare eccessi
I monopattini elettrici a noleggio disponibili a Parigi sono circa 15.000, gestiti da 11 operatori, cui vanno aggiunti i 5.000 che si calcola siano di proprietà privata; il trend di crescita indica che entro la fine dell’anno la cifra totale potrebbe anche raddoppiare, arrivando a ben 40.000 pezzi: Anne Hidalgo, che amministra la Ville Lumiere, all’inizio ha incoraggiato l’uso delle «trottinettes» (come vengono chiamati in Francia), come modello di mobilità meno inquinante, da preferire all’auto.
Ma negli ultimi giorni, complice anche il primo incidente mortale che ha coinvolto un utilizzatore di monopattino elettrico, sono cresciute le voci critiche.
I monopattini, insomma, vittime del loro stesso successo: sono troppi, guidati con eccessiva spericolatezza e senza regole chiare; inoltre, poiché sono spesso abbandonati sui marciapiedi, sono detestati da molti pedoni, che hanno anche paura di esserne travolti.
Una legge sulla mobilità, in discussione all’Assemblea nazionale ed attesa per settembre, dovrebbe portare chiarezza nel settore: intanto, il municipio e gli operatori commerciali che operano a Parigi hanno firmato una «Carta di buona condotta» con regole provvisorie, la principale della quali prescrive che “i monopattini non devono usare i marciapiedi: né per sfrecciare né per essere abbandonati dopo l’uso“, mentre il Comune si impegna a realizzare parcheggi dedicati per almeno 2.500 monopattini, a fronte di una decisa campagna di repressione per chi non rispetta le regole: 35 euro per chi lascia il monopattino in mezzo al marciapiede o ostruendo il passaggio dei pedoni, 135 per chi corre sul marciapiede, e 500 in caso di velocità superiore ai 25 km/h.
In Francia esiste già una casistica relativa agli incidenti che coinvolgono i veicoli della micromobilità: a Parigi nove feriti su dieci sono guidatori, e solo 1 su 10 è un passante; le conseguenze più comuni? Nasi e mascelle rotte, denti spezzati.
Per i medici, chi sale su quei mezzi dovrebbe sempre indossare il casco: eppure, malgrado gli oltre 50 feriti da inizio anno e, purtroppo, anche una vittima, l’Assemblea Nazionale francese ha votato contro l’obbligo di indossare il casco sulle bici a pedalata assistita e sui monopattini elettrici.
Nel mondo si procede in ordine sparso: ed in Italia?
Anche Berlino, in cambio del "via libera", ha imposto una serie di regole per la circolazione dei monopattini elettrici: marciapiedi vietati, libero accesso a piste ciclabili e strade urbane, divieto di guida ai minori di 14 anni.
L'ok nella capitale tedesca è arrivato dopo un lungo braccio di ferro, a fronte della decisa opposizione di automobilisti, pedoni e ciclisti, tutti convinti che gli e-roller provochino caos e incidenti.
Due pesi e due misure in Spagna: Barcellona li ha messi fuori legge, mentre a Madrid sono autorizzati a circolare, ma con limitazioni sulle aree di accesso, per la velocità e l’uso sui marciapiedi.
Insomma, sui monopattini elettrici si procede in ordine sparso, senza linee guida comuni e condivise: a questo punto cresce la curiosità di conoscere quali saranno le risultanze della sperimentazione in Italia. Noi abbiamo già ampiamente parlato del decreto attuativo firmato dal Ministro Toninelli, ma ancora, in pratica, non ci sono regole certe, almeno fino a quando anche i Comuni si pronunceranno in merito.
SONDAGGIO
Per come la vedo io, basterebbe ampliare la definizione dei veicoli:
1) veicoli non inquinanti (per ora elettrici, in futuro chissà, magari a idrogeno) con velocità max 6 km/h che possono essere guidati liberamente ovunque vadano i pedni, senza assicurazione e con casco leggero da bici;
2) biciclette a pedalata assistita, con assistenza fino a velocità max di 20 km/h, che NON possono andare su marciapiedi, ma solo in strada e piste ciclabili; e senza assicurazione
3) veicoli con propulsione indipendente (quindi, che spingano anche se non si pedala) con velocità max superiore a 6 km/h che vengono equiparati ai ciclomotori, con assicurazione, patente e ovviamente divieto di circolazione nelle aree pedonali.
Chi modifica il veicolo multe salatissime.
Non capisco proprio tutte queste complicazioni, onestamente