EICMA 2017: Honda CB1000R. Foto, video e dati
La Honda vuole tornare protagonista nel segmento nude e presenta la nuova CB1000R, che prende il posto della versione lanciata nel 2008. Ha uno stile minimal ed elegante, ma un motore moderno e potente. Il quattro cilindri guadagna 20 CV e 5 Nm, arrivando ora a 145 CV e 104 Nm di coppia massima. Il comando del gas Throttle by Wire è associato ad una nuova gestione elettronica motore con 4 Riding Mode. Il telaio è nuovo e ospita sospensioni Showa, mentre l’impianto frenante sfrutta pinze ad attacco radiale. La versione standard è affiancata dalla versione “plus” denominata CB1000R+, con Quickshifter di serie e dettagli specifici.
Motore sportivo, look classicamente moderno
Il motore a quattro cilindri è stato ottimizzato per offrire il 16% in più di potenza massima (145 CV) a poco più di 10.000 giri/min. I rapporti del cambio sono più corti del 4%, per garantire un'accelerazione più rapida della Fireblade nelle prime tre marce. La frizione è assistita e con antisaltellamento. Il comando del gas è del tipo Throttle By Wire (TBW) e la gestione motore prevede 3 Riding Mode con livelli preimpostati di erogazione potenza (P, Power), freno motore (EB, Engine Brake) e controllo di trazione “T” (HSTC, Honda Selectable Torque Control). Un quarto Riding Mode permette di personalizzare ogni parametro.
La CB1000R 2018 è più leggera di 12 kg rispetto al modello 2008 (rapporto potenza/peso migliorato del 20%), grazie anche al nuovo telaio monotrave superiore in acciaio scatolato, associato a sospensioni di ultima generazione: forcella Showa SFF-BP (Separate Function Front Fork - Big Piston) e monoammortizzatore Showa. Il nuovo impianto frenante impiega dischi flottanti e pinze ad attacco radiale, mentre al posteriore debutta una gomma extra-large da 190 mm di larghezza.
Lo stile
Lo stile della CB1000R 2018 si allontana dalle tradizionali moto naked e combina il minimalismo retró con le elevate prestazioni del motore quattro cilindri. Lo sbalzo del faro anteriore tondo è arretrato di 90 mm e il gruppo portatarga è fissato al monobraccio (una prima assoluta per Honda), per lasciare in evidenza il codino corto in alluminio che incorpora la luce a LED e gli appigli per il passeggero.
Sono poche le parti in plastica (solo sei, tra cui il parafango anteriore), mentre abbondano quelle in metallo: i convogliatori del radiatore e i fianchetti in alluminio brunito, le lavorazioni a macchina su carter motore, testata e mozzo posteriore, e il serbatoio carburante senza saldature a vista. Tutte le luci sono a LED e il sottile faro anteriore tondo, con profilo verniciato in una tonalità metallizzata, si caratterizza per un anello di luce a ferro di cavallo, nonché per il caratteristico fascio luminosa a due barre. Anche la luce posteriore è una barra luminosa semicircolare, con funzione anche di luce stop. Il quadro strumenti, con bordo del contagiri verniciato nella stessa tonalità metallizzata del profilo del faro, è vicinissimo ai risers della piastra superiore di sterzo.
La CB1000R 2018 è dotata di un nuovo telaio monotrave superiore in acciaio scatolato. Sfrutta leggere piastre laterali in alluminio per serrare il perno del monobraccio in lega leggera, lungo 574,2 mm (-14,7 mm rispetto al precedente modello). L'inclinazione cannotto di sterzo è pari a 25° per un’avancorsa di 100 mm. L'interasse misura 1.455 mm (+10mm) e il peso con il pieno di benzina è di 212 kg, 12 kg in meno rispetto al modello precedente. La sella dista 830mm dal suolo.
La versione speciale CB1000R+ monta di serie il Quickshifter e le manopole riscaldabili, oltre ad una serie di raffinate componenti con finiture metalliche, come il guscio monoposto e il parabrezza aerodinamico, il parafango anteriore, il piccolo parafango posteriore a filo ruota e la griglia copri-radiatore.
Le colorazioni disponibile per l’Italia sono: Graphite Black (la versione CB1000R+ solo in questo colore), Candy Chromosphere Red e Mat Bullet Silver Metallic.
Motore
4 cilindri in linea, bialbero a 4 valvole per cilindro
Cilindrata 998 cc
Alesaggio x corsa 75 x 56,5 mm
Rapporto di compressione 11,6 : 1
Potenza massima 145 CV (107 kW) @ 10.500 giri/min
Coppia massima 104 Nm @ 8.250 giri/min
Alimentazione Iniezione elettronica Honda PGM-FI
Capacità serbatoio 16,2 litri
Consumi 17,2 km/l (ciclo medio WMTC)
Avviamento Elettrico
Capacità batteria 12V/8.6AH
Frizione
Multidisco in bagno d’olio, assistita e con antisaltellamento
Cambio A 6 rapporti
Trasmissione finale A catena
Telaio
Monotrave superiore in acciaio scatolato con piastre laterali in alluminio
Dimensioni (LxLxA) 2.120 x 789 mm x 1.095 mm
Interasse 1.455 mm
Inclinazione cannotto di sterzo 25°
Avancorsa 100 mm
Altezza sella 830 mm
Altezza da terra 135 mm
Peso in o.d.m. con il pieno 212 kg
Informazioni stampa CB1000R 2018
Sospensione anteriore Forcella Showa SFF-BP USD regolabile
Sospensione posteriore Ammortizzatore Showa regolabile
Cerchi In alluminio pressofuso a razze sdoppiate
Pneumatico anteriore 120/70 ZR17
Pneumatico posteriore 190/55 ZR17
Tipo ABS A due canali
Freno anteriore
Dischi flottanti da 310 mm con pinze ad attacco radiale a 4 pistoncini
Freno posteriore Disco da 256 mm con pinza 2 pistoncini
Strumentazione Digitale Full-LCD
Luci Full-LED
Che dire brava Honda..i giapponesi sono sepre i più attenti a cogliere le nuove tendenze di mercato, e qui Honda ci è riuscita a pieni voti.
Un'altra cosa in cui i giapponesi sono abilissimi a fare (come quasi tutti gli asiatici) è copiare..copiare lo stile italiano è una cosa che per loro è meglio che sc***** (perdonate il termine) e anche qui Honda si è dimostrata una fuoriclasse.
Non sto criticando il metodo di lavoro dei giapponesi solo ho notato una certa somiglianza con una (gran) moto italiana nata più di 10 anni fa, sto parlando della Moto Guzzi Griso del quale l'inconfondibile stile i designer Honda stanno cercando di importare nella loro nuova CB.
Che dire, complimenti a Honda per il colpo da maestro. Peccato per nn marchio blasonato come Moto Guzzi che possiede gli strumenti per concorrere in questo nuovo affollato mercato di tendenza se non fosse per la mancanza di un pò di coraggio e nuovi motori aggiornati (dotati di raffreddamento a liquido, frizione anti-saltellamento ecc..) forse è ora che anche (certi) gli italiani comincino a cogliere quanto più di meglio stanno facendo i giapponesi e smetterla di fossilizzarsi su seppur sempre apprezzate icone che da una parte distinguono ed indentificano la personalità ma dall'altra impediscono l'evoluzione della specie. Chi si ferma è perduto, e io meno di tutti voglio l'estinzione di un glorioso marchio come l'aquila di Mandello.